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Perché la Bce taglierà ancora i tassi

Come si muoverà la Bce a ottobre. Il punto di Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price

 

Questa settimana la Bce taglierà i tassi di riferimento principali di 25 punti base. Un paio di settimane fa, questo risultato non era atteso né dai mercati né dai policymaker.

Ciò che è cambiato oggi rispetto ad allora è l’indebolimento dei principali sondaggi aziendali, in particolare i PMI di settembre. L’indebolimento dell’inflazione dei servizi sullo IAPC a settembre ha poi sigillato l’accordo.

Anche in questo caso, l’opportunità di una mossa a ottobre non è così chiara come nei precedenti cicli di tagli. Il mercato del lavoro rimane teso, il tasso di disoccupazione ai minimi storici e la fiducia dei consumatori molto forte e in aumento.

Ciò significa che la Bce probabilmente continuerà a indicare che i tagli saranno decisi riunione per riunione, non solo perché potrebbe voler mantenere l’opzionalità nel processo decisionale in futuro. Ma anche perché l’opportunità di tagli sequenziali dei tassi non è così ovvia come nei precedenti cicli di tagli sequenziali.

I mercati finanziari vedono il taglio a ottobre come una transizione da tagli dei tassi graduali a sequenziali. La Bce, infatti, probabilmente taglierà ora e nelle prossime due riunioni. Tuttavia, questi tagli dovrebbero essere visti come tagli assicurativi.

Un grande paese dell’area dell’euro, la Germania, soffre chiaramente di un’economia debole. Ma questo è probabilmente il risultato di venti contrari strutturali legati a una forte perdita di competitività a seguito dello shock energetico del 2022, alla forte concorrenza della Cina e all’invecchiamento della popolazione. La politica monetaria non può influenzare nessuno di questi fattori e i policymaker ne sono consapevoli.

Non considerando i dati della Germania, il resto dell’area euro rimane molto resiliente, non solo in termini di crescita, ma anche nel mercato del lavoro. Inoltre, i due maggiori rischi per il percorso di politica monetaria della Bce sono chiaramente davanti a noi.

Al momento, l’ampia incertezza di politica economica sta pesando sulla fiducia del settore manifatturiero nell’area euro. Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, con il rischio di successive guerre tariffarie, sono chiaramente il rischio maggiore per le intenzioni di investimento delle aziende europee in futuro. D’altro canto, gli attuali tentativi di stimolo in Cina potrebbero portare a un rimbalzo inaspettato dell’attività economica dell’Eurozona.

In questa fase del ciclo economico, i dazi danneggerebbero l’economia in modo significativo. L’attuazione dei dazi sulle esportazioni dell’Ue verso gli Stati Uniti potrebbe portare a un indebolimento significativo dell’attività nell’area euro e a un taglio di 50 punti base nella riunione di marzo 2025 da parte della Bce. Ma lo stimolo cinese potrebbe anche portare il settore manifatturiero europeo a rimbalzare dai livelli attuali.

Ciò porterebbe la Bce a passare forse di nuovo a tagli graduali. I risultati della politica monetaria della Bce sono particolarmente intensi al momento e dipendono dagli sviluppi in Cina e negli Stati Uniti.

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