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Salvini rovina un po’ la festa a Meloni

Che cosa è successo fra Meloni e Salvini al vertice di maggioranza. I Graffi di Damato.

Con quello che il Corriere della Sera ha voluto generosamente definire “il giallo” di un comunicato della Lega contro l’uso che l’Ucraina reclama di fare delle armi fornite dall’Occidente per resistere all’aggressione della Russia e contrattaccare – comunicato diffuso per anticipare le conclusioni dell’annunciato vertice della maggioranza Palazzo Chigi e ritirato per intervento della premier -, il vice presidente del Consiglio, ministro delle Infrastrutture e soprattutto leader della Lega Matteo Salvini ha rovinato, volente o nolente, quella che la premier voleva fosse la festa della ripresa dell’attività di governo dopo le pur brevi vacanze estive. Ma il sospetto è che sia stato volente, più che nolente.

Grazie al giochetto del comunicato leghista diffuso e poi ritirato per riconoscersi in un altro “stilisticamente” – ha detto lo stesso Salvini con una certa disinvoltura – ridotto ad una generica “condivisione sulle posizioni del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina”, la nave ammiraglia della flotta di carta contro la Meloni, la Repubblica, ha potuto titolare sull’esecutivo “spaccato” senza forzare più di tanto la situazione. Perché vorrà pur dire qualcosa che lo “stilistico” contenimento del comunicato ufficiale del vertice voluto dalla premier di fatto smentisce anche il no di Antonio Tajani e di Guido Crosetto, non partecipi alla riunione, all’uso delle armi occidentali cui aspira l’Ucraina. Tajani, come si sa, è il segretario di Forza Italia, uno dei due vice presidenti del Consiglio e il ministro degli Esteri, ostinato nel ricordare ogni volta che può di non sentire l’Italia “in guerra contro la Russia”, pur nella partecipazione alla difesa dell’Ucraina dall’aggressione della stessa Russia. Crosetto, collega e cofondatore del partito della Meloni, è il ministro della Difesa.

In questa situazione, cioè nel racconto di quanto è avvenuto sul piano comunicativo e delle posizioni delle parti, c’è tutta la spiegazione della “generosità” che ho attribuito al Corriere della Sera nella formulazione del “giallo”. Che merita quanto meno il superlativo: giallissimo. Il governo, per carità, specie nelle condizioni in cui si trovano gli avversari aspiranti al cosiddetto campo largo dell’alternativa, continuerà a restare al suo posto, probabilmente sino alla fine ordinaria della legislatura, cioè fra tre anni, ma in una unità e stabilità relative. Che derivano, ripeto, più dalla mancanza di un’alternativa che da altro. E non è certamente poco, per carità.

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