Caro direttore,
il tuo giovane collega forse fresco di studi di diritto europeo Michelangelo Colombo non mi ha proprio convinto nella lettera che ti ha mandato: i testi giuridici sono una cosa, la realtà politica e istituzionale è un’altra.
Certo i testi di diritto dicono che i commissari sono indipendenti e devono prescindere dagli interessi degli Stati che li indicano per la Commissione di Bruxelles. Verissimo: la forma dice questo, la sostanza e la verità effettuale sono altro.
Mi spiego con qualche esempio papale papale, scusandomi per i dotti docenti che hanno scritto i testi di diritto su cui si è formato Colombo.
Inviterei ad esempio ad osservare l’operato, alacre ed efficiente, di Thierry Breton nella precedente Commissione (e forse anche nella futura) a favore della Francia.
E inviterei ad osservare Josep Borrell e di come abbia trascorso l’intero suo mandato da Ministro degli Esteri dell’Ue a favorire il suo paese, la Spagna.
Gli stessi accademici su cui ha studiato Colombo non sanno che il buon Borrell, prima di salutare, ha pensato bene di farsi promettere da Stoltenberg che avrebbe dato a Colomina il fronte Sud della Nato.
Così come forse non si sa che Kaja Kallas sarà la leader del fronte anti-russo della Commissione e ciò sarà in primis per la tutela del proprio paese.
Diciamolo papale papale: il Commissario Europeo a Bruxelles “È” il paese che lo rappresenta e se non sa favorirlo (anche smaccatamente) è un inetto da rimuovere.
E aggiungo una mia previsione, a questo punto, visto che stiamo parlando fuori dai denti. La Belloni non farà il Commissario in quanto in Europa l’intelligence è una cosa seria e nessun Presidente si prenderebbe nel suo staff di commissari il direttore dei servizi di un altro Paese. Ma questo la Meloni, forse, non lo capisce.
Che sia Fitto e Tajani stesso non importa, chi va a Bruxelles ci DEVE andare per portare a casa il massimo per il proprio paese e possibilmente anche rompendo le scatole agli altri (Dombrovskis docet).
Questo perlomeno finché al governo ci saranno coloro che l’hanno spedito lì. Qualora gli scenari cambiassero (come probabile), infatti, diventerebbe agente ostile (Gentiloni docet), sviluppando come tale strategie opposte a quelle del governo nazionale in carica.
Per questa continuità necessaria (anche senza un governo che ti sostenga), Fitto, grazie al suo ruolo leader nel gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei è, comunque, importante per la Meloni e per Tajani. I soldi che può mandare lui in Italia non li può mandare nessuno. L’endorsement di Giorgetti non è a caso.
Caro direttore, forse sarà stato il caldo (mia moglie mi ha costretto a stare alcuni giorni in una pseudo spiaggia di Rimini dove il mare sembra una immensa vasca di olio di sansa), forse sarà stata la pizza (con la putrida Manitoba) che sempre mia moglie mi ha fatto mangiare ieri in una bettola turistica sempre in quel di Rimini e che mi ha fatto dormire poco stanotte, ma la lettera del giovane Colombo mi ha mandato di traverso il già orripilante caffé di stamattina.
Perdonami per l’epistole sgarruppata, grazie di tutto e cordiali saluti
Francis Walsingham