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Russia, che cosa succede davvero fra Unicredit e Bce

Unicredit ricorre al Tribunale Ue sugli obblighi Bce di uscire dalla Russia. Il punto di Liturri tratto dalla newsletter Out.

RUSSIA, COSA SUCCEDE FRA UNICREDIT E BCE

Tra Unicredit e la Bce siamo finiti alle carte bollate. Un esito prevedibile ma comunque clamoroso. Sono passati mesi da quando dall’Eurotower hanno cominciato a chiedere, nell’ambito dei loro poteri di supervisione, alla banca italiana di ridurre e dismettere l’attività bancaria in Russia.

I NUMERI DI UNICREDIT IN RUSSIA

Ma, da un lato, è difficile abbandonare un business che nel 2023 ha generato 890 milioni di utili (8% di quelli totali del gruppo, contro i 210 del 2021, con oltre 3000 dipendenti e 50 filiali) e, dall’altro, non ci sono compratori. Inoltre, il governo russo ha riconosciuto a quelle attività bancarie un carattere sistemico e minaccia di arrestare i manager e comunque espropriare tutto.

L’amministratore delegato Andrea Orcel è spalle al muro da mesi, con l’orologio dell’ultimatum della Bce scorre veloce. E la scelta è tra suicidarsi (disobbedendo alla Bce) o farsi uccidere (disobbedendo a Putin).

LA MOSSA DI UNICREDIT

Da qui la mossa di fare ricorso al Tribunale della UE (il primo grado di giudizio) per accertare la legalità dell’ordine emesso da Francoforte. Si tratta di una sfida di non poco conto.

ECCESSO DI POTERE DELLA BCE?

Perché il nocciolo della questione è un sostanziale “eccesso di potere” della Bce nel chiedere a Unicredit di abbandonare la Russia.

Rientra nei poteri della Bce? È la domanda che sostanzialmente i legali di piazza Gae Aulenti hanno rivolto al Tribunale, a cui hanno chiesto pure di sospendere l’ordine della Bce, nelle more della decisione nel merito che potrebbe richiedere mesi.

LA VERSIONE DELLA STAMPA

Come spesso accade, quest’aspetto è stato messo in secondo piano, presentando la vicenda in forma edulcorata come “Unicredit chiede chiarimenti all’UE per gestire l’uscita dalla Russia” (Sole 24 Ore). Anche perché la stessa Unicredit ha voluto indorare la pillola.

Ma, come correttamente titolato da Reuters e Financial Times, si tratta di una vera e propria sfida ai poteri della Bce che, nel suo delirio ultraregolatorio, oltre a combattere il cambiamento climatico ora si è messa pure a fare politica. Altro che “richiesta di chiarimenti”, questa è una sfida all’ultimo sangue che Orcel non vuole perdere e non vuole far perdere ai propri azionisti.

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