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TER Rai scf

Sui dati d’ascolto è ormai guerra tra Rai e Ter (Tavolo editori radio)

La Rai non crede più nelle ricerche di Ter e ha diffidato il Tavolo Editori Radio dal pubblicare i dati dell'emittente pubblica relativi al primo semestre 2023, viziati, secondo la concessionaria, dall’intensa campagna di sensibilizzazione di molte emittenti verso i propri utenti a dichiarare agli intervistatori l’ascolto effettivo. Ma la controparte ha fatto spallucce e Viale Mazzini prova a bloccare tutto appellandosi alla giustizia

 

Una guerra fatta di avvocati, carte bollate, udienze e procedure d’urgenza si profila all’orizzonte dopo l’improvvisa fuoriuscita della Rai da Ter (Tavolo Editori Radio), la società che cura l’unica rilevazione d’ascolto radiofonico italiana. A proposito dell’uscita della Rai, segnaliamo che sul sito di Ter la Tv pubblica risulta ancora tra i soci.

rai ter

CHE SUCCEDE TRA TER E RAI

Secondo quanto si legge su Newslinet, solitamente ben informato sul settore tv, la Rai ha confermato la volontà di ricorrere al giudice civile ex art. 700 cpc per ottenere un provvedimento d’urgenza che blocchi la pubblicazione dei dati del 1° semestre 2023.

Questo perché nell’ultima sessione del CdA, il Tavolo Editori Radio, la società partecipata (direttamente o indirettamente) dagli editori radiofonici italiani, non ha accolto la diffida di Rai a non pubblicare i dati (della emittente di Stato) relativi al primo semestre 2023, confermando la pubblicazione per il prossimo 3 luglio. Una pubblicazione che la Rai vuole congelare, di qui il ricorso ex art. 700 cpc per bloccare cautelativamente ogni mossa di Ter.

TER E AGCOM

Una società, scrive Prima Comunicazione con riferimento al Ter, “al centro dell’attenzione da parte di Agcom, che ne ha sollecitato la trasformazione da MOC (Media Owner Committee, in quanto partecipata solo dai rilevati stessi) a JIC (Joint Industry Committee, cioè partecipata trasversalmente da tutti gli attori del mercato di riferimento, quindi anche i pubblicitari) e dagli editori radiofonici locali, che, pur rilevati, non si sentono adeguatamente considerati e rappresentati”.

Tutto era partito – spiegano da Newslinet – con gli annunci di Roberto Sergio, quando era direttore di Radio Rai, circa l’inadeguatezza dell’impiego del metodo CATI (anacronismo sostanzialmente condiviso da tutti, ma che, ciononostante, viene confermato di anno in anno). Era dunque seguita l’ipotesi di uscire dall’indagine nel 2024 se nulla fosse cambiato, con la decisione di abbandonare una ricerca in cui da Viale Mazzini evidentemente non credono più.

E si arriva così alla diffida a pubblicare i dati Rai relativi al primo semestre 2023, viziati, secondo la concessionaria pubblica, dall’intensa campagna di sensibilizzazione di molte emittenti verso i propri utenti a dichiarare agli intervistatori l’ascolto effettivo.

L’INDAGINE RADIOTER

L’indagine Radio Ter (si legge sul sito) è un’indagine campionaria unitaria – rappresentativa della popolazione italiana di 14 anni e oltre – sull’ascolto delle emittenti radiofoniche pubbliche e private, nazionali e locali, condotta per esclusivi fini statistici. Le risultanze e le elaborazioni di tale indagine sono di esclusiva proprietà della Tavolo Editori Radio S.r.l.

L’indagine rileva, infatti, informazioni che consentono di stimare il numero, la composizione e il profilo degli ascoltatori al livello TOTALE ITALIA, area geografica e singole regioni, per:

La radio nel complesso;
Le singole emittenti nazionali e locali iscritte.

Le singole emittenti locali iscritte avranno anche i dati di ascolto a livello provinciale.
L’indagine è condotta su un campione di individui, rappresentativo della popolazione residente in Italia di 14 anni e oltre.

La rilevazione è effettuata telefonicamente con l’ausilio del computer (sistema CATl). L’indagine viene realizzata utilizzando la tecnica Day After Recall (D.A.R.), che consiste nel chiedere a ciascun intervistato quali sono stati i suoi comportamenti di ascolto del mezzo Radio nel periodo recente (ultimi 7 giorni), e nella giornata di ieri, e di attribuire, per fasce orarie e per singolo quarto d’ora della giornata, gli ascolti del mezzo alle specifiche emittenti ascoltate. L’indagine si basa sulla realizzazione di 120.000 interviste annuali, suddivise tra GfK e Ipsos (60.000 per Istituto). Le interviste sono effettuate sia su telefoni fissi sia su cellulari.

Parallelamente alla suddetta indagine realizzata tramite GfK e Ipsos, la Tavolo Editori Radio realizza un’ulteriore indagine tramite Doxa, avente l’obiettivo di rilevare la copertura del mezzo radio nel periodo che eccede gli ultimi 7 giorni. ovvero i 14 e i 28 giorni.

Tale indagine parallela – spiegano sempre da Ter –  è condotta su un campione annuo di 20.000 interviste, rappresentativo della popolazione residente in Italia di 14 anni e oltre. La rilevazione dell’indagine parallela è effettuata telefonicamente con l’ausilio del computer (sistema CATI). Le interviste sono svolte sia su telefono fisso, sia su telefono cellulare.

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