La Spagna prevede di creare un numero di occupati uguale a quello dell’Italia con un terzo delle risorse del Pnrr. Perché?
E’ la domanda clou che emerge da una serie di tweet di Andrea Garnero, economista al dipartimento occupazione e affari sociali dell’Ocse.
La @EU_Commission ha rifatto le stime sull'impatto macroeconomico dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza. I numeri sono di molto inferiori a quelli nazionali, ma la sostanza non cambia: rispetto agli investimenti programmati 🇮🇹 è il paese che creerebbe meno occupazione. https://t.co/Vn4o9z0LRw pic.twitter.com/WuGYKeJVBB
— Andrea Garnero (@AGarnero) June 23, 2021
“Queste stime – scrive l’economista Garnero – includono solo l’impatto degli investimenti e non quello delle riforme. E sono probabilmente MOLTO prudenti (spero!). Ma comunque, a parità di ipotesi, la Spagna creerebbe un numero di occupati uguale a quello dell’Italia con un terzo delle risorse. Perché?”.
“Ho solo ipotesi e nessuna certezza – aggiunge Garnero – La Spagna in passato ha mostrato capacità di ripresa occupazionale più forte dell’Italia. Gli investimenti green e digitali, poi, non è detto che creino occupazione in Bandiera italiana visto che non abbiamo particolare specializzazione produttiva in materia”.
Qualunque sia la ragione, conclude l’economista al dipartimento occupazione e affari sociali dell’Ocse, “le stime confermano che nonostante #NextGenerationEU i problemi dell’Italia non svaniranno di colpo. Per questo motivo, le politiche del lavoro dovrebbero diventare pilastro trasversale e abilitante per la riuscita degli obiettivi del PNRR (come giustizia e PA)”.