skip to Main Content

Quota 100

Tutti gli erroracci di Conte con i sindacati

Che cosa ha sbagliato Conte con i sindacati. Il commento di Giuliano Cazzola   A stare a tanti commenti che si leggono, Giuseppe Conte e il suo governo sembrano essere all’indice del Paese. Nei prossimi giorni si deciderà il suo destino, a partire dal voto sulla relazione sullo Stato della giustizia, un’occasione nella quale giunge…

 

A stare a tanti commenti che si leggono, Giuseppe Conte e il suo governo sembrano essere all’indice del Paese. Nei prossimi giorni si deciderà il suo destino, a partire dal voto sulla relazione sullo Stato della giustizia, un’occasione nella quale giunge al pettine uno dei principali misfatti (la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado) combinati dalla maggioranza giallo-verde, a cui quella giallo-rossa non è riuscita a rimediare.

Il ministro Alfonso Bonafede, ancorché capo delegazione del M5S nel governo, negli ultimi mesi ha cercato di defilarsi, per non attirare l’attenzione. Troppo poco per far dimenticare di essere l’artefice del ‘’giustizialismo reale’’ Staremo a vedere; ma nei giorni seguenti ciascuno avrà la sua pena, perché non si intravvedono ‘’soccorritori’’ del governo (suggeriamo questa definizione che peraltro è pertinente con la richiesta di aiuto avanzata da Conte in Senato), quanto meno in numero sufficiente per sostituire, in modo formale e stabile, il disimpegno di Italia viva (per inciso: considero la mossa di Matteo Renzi un gesto di grave irresponsabilità e di imperdonabile sottovalutazione degli effetti che possono derivare in caso di elezioni anticipate).

Se c’è un minimo di logica nella follia del senatore di Rignano, il suo disegno deve portare il governo a dimettersi, per riaprire i giochi anche per quanto riguarda il presidente del Consiglio. Se il tram dell’esecutivo è arrivato al capolinea, non è detto – è questo l’asso nella manica di Renzi – che la ripartenza debba essere necessariamente affidata allo stesso manovratore. Ma non è questo il tema che intendo affrontare. Mi interessa, invece, commentare un altro aspetto curioso non solo della crisi, ma dell’attuale fase politica.

Chiedendo aiuto a Dante viene spontanea la domanda: ‘’appo chi ha grazie’’ Giuseppi? Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma i principali sostenitori dell’attuale governo sono i sindacati. Nei giorni scorsi i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato, in video conferenza, il presidente del Consiglio. Spente le apparecchiature telematiche sono fioccate le dichiarazioni.

‘’Nell’incontro di oggi – ha dichiarato Maurizio Landini segretario della Cgil – con il governo abbiamo chiesto e ottenuto (buoni ultimi, ndr) di entrare nel merito del Recovery plan. Di avviare nei prossimi giorni un confronto serrato sui contenuti del piano e delle diverse missioni, al fine di condividere i progetti da presentare a Bruxelles per dare lavoro stabile e di qualità ai giovani, alle donne e nel Mezzogiorno”. “La prossima settimana – ha aggiunto il leader del sindacato di Corso d’Italia – il governo incontrerà Cgil, Cisl e Uil sul nuovo decreto ristori.  In questa fase nessuno deve essere lasciato da solo ed è necessario prorogare il blocco dei licenziamenti ”.

“Il piano – ha proseguito Landini – deve rappresentare anche una grande opportunità per avviare le riforme necessarie che servono al Paese (a partire dal lavoro, dal fisco, dalla pubblica amministrazione e dalle pensioni). Nella pubblica amministrazione serve una vera riforma, utilizzando meglio le risorse che già ci sono e facendo assunzioni di giovani e nuove competenze”. E’ necessaria – ha concluso Landini – una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. Servono investimenti, pubblici e privati, per creare nuova occupazione e sconfiggere la precarietà. E’ il momento di cambiare il modello di sviluppo nel rispetto dell’ambiente e con la costruzione di un modello sociale fondato sulla sanità pubblica e sul diritto alla conoscenza. Tutto questo si può realizzare solo con il coinvolgimento di tutto il mondo del lavoro, delle parti sociali e del Paese”.

A ruota i numeri 1 delle altre confederazioni. Pierpaolo Bombardieri (nomina sunt consequentia rerum?) da par suo: ‘’Crediamo nell’assoluta necessità di sviluppare parallelamente investimenti e riforme – ha detto – ci preoccupano alcuni aspetti ancora non definiti della governance e soprattutto il possibile ritorno nel prossimo futuro delle regole del patto di stabilità, che chiediamo venga definitivamente superato (ci mancherebbe, ndr) e accompagnato da una nuova politica economica (la NEP?, ndr). Ribadiamo infine la necessità di chiedere all`Europa il rifinanziamento dello Sure”.

Più laconica Annamaria Furlan: ‘’La Cisl condivide gli obiettivi e le scelte di sistema contenuti nel piano predisposto dal governo sul recovery plan, “coerenti con le indicazioni macro definite dall`Europa” e chiede la disponibilità del Governo ad “approfondimenti sulle singole questioni anche per valutare i dettagli e i risultati economici e occupazionali attesi”.

Nelle prossime ore Conte incontrerà la Confindustria. Se la musica sarà la stessa (in caso contrario il governo continuerà ad ignorare il mondo dell’impresa), il presidente del Consiglio si accorgerà di aver commesso un errore, di non aver imparato nulla dai suoi predecessori. Anziché incaricare Roberto Gualtieri di spulciare il CIAO di Renzi, sarebbe stato meglio convocare le parti sociali e confezionare, insieme a loro, un bel Protocollo da esibire in Parlamento (Teresa Bellanova sarebbe stata un’impareggiabile negoziatrice). Per realizzare tale obiettivo sarebbe bastato gettare l’esca della proroga della cig da covid-19 e del blocco dei licenziamenti. Volendo poi fare filotto sarebbe stato gradito a Cgil, Cisl e Uil un ulteriore impegno solenne per il definitivo superamento della riforma Fornero delle pensioni. Come contropartita i leader sindacali non avrebbero esitato ad erigere un monumento al testo del PNRR senza fare tutte le storie di Renzi.

Back To Top