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Vaccino Sanofi Gsk

Il caso Zantac fa tremare Big Pharma (e gli investitori)

Il farmaco per il bruciore di stomaco Zantac è stato ritirato dal mercato nel 2020, quando si è scoperto che conteneva una sostanza potenzialmente cancerogena. Da allora le case farmaceutiche Gsk e Sanofi sono in attesa di una causa legale, ma adesso gli investitori sembrano improvvisamente molto più nervosi… Tutti i dettagli

 

Una brutta storia iniziata nel 2020 ma che rischia di presentare il conto ora. Zantac, il farmaco contro bruciori di stomaco e reflusso gastrico ritirato un paio di anni fa perché sospettato di avere effetti cancerogeni, sta provocando un terremoto tra i titoli farmaceutici.

COSA ERA SUCCESSO

Zantac, che contiene la ranitidina, una sostanza che riduce la quantità di acido nello stomaco, era usato fino al 2019 per curare gastriti e ulcere. Distribuito da varie multinazionali, è diventato il medicinale più venduto al mondo nel 1988 e uno dei primi farmaci in assoluto a superare il miliardo di dollari di vendite annuali, secondo quanto riportato da Teleborsa.

Ma nel 2020 la Food and Drug Administration (Fda) statunitense lo ha ritirato dal mercato perché si è scoperto che conteneva una sostanza potenzialmente cancerogena.

In seguito, negli Usa sono state presentate più di 2.000 cause contro le case farmaceutiche che hanno commercializzato in passato il farmaco. Da allora Gsk e Sanofi sono in attesa di un procedimento legale.

AZIONI LEGALI

Le prime azioni legali avviate negli Usa contro la vendita di Zantac saranno discusse in California all’inizio del 2023, ma un analista di Deutsche Bank, riferisce Bloomberg, ha indicato che un caso verrà discusso in Illinois già questo mese.

Sanofi, Gsk e Boehringer Ingelheim, si legge su Radiocor, sarebbero accusati di non aver adeguatamente informato i consumatori sui rischi del farmaco.

TERREMOTO IN BORSA

Come conseguenza, giovedì scorso i titoli delle case farmaceutiche Sanofi, Gsk e Haleon hanno registrato forti cali in Borsa. “A innescare le vendite sui titoli – scriveva Radiocor – è stato un report di Ubs pubblicato martedì [9 agosto, ndr] con cui il broker ha tolto la raccomandazione ‘buy’ su Sanofi e sottolineato come tra gli investitori ci sia preoccupazione sui possibili rischi legali anche se la questione al momento non è chiara”.

“Non abbiamo una visione sulla probabilità e sull’entità di un esito potenzialmente negativo per Sanofi in questa fase, ma riteniamo che anche l’incertezza sarà sufficiente per scoraggiare alcuni investitori”, ha scritto Ubs.

Sanofi aveva acquistato i diritti sul farmaco per gli Stati Uniti nel 2016 da Boehringer Ingelheim e lo ha poi ritirato volontariamente nel 2019 registrando una svalutazione di 352 milioni.

TITOLI FARMACEUTICI A PICCO

L’11 agosto scorso, ricorda Radiocor, le azioni Sanofi hanno perso il 16% e quelle Gsk il 13%.

PREOCCUPAZIONE IN GSK

Anche Haleon, lo spin off delle attività consumer healthcare di Gsk, ha subito il colpo nonostante, secondo quanto precisato da Reuters, non sia coinvolta nelle azioni legali intentate negli Stati Uniti: “Non abbiamo mai commercializzato Zantac in nessuna forma negli Stati Uniti, come Haleon o come Consumer Healthcare di Gsk”, ha affermato.

Tuttavia, scrive Finimize, “Gsk potrebbe essere quella che ha più da perdere: l’azienda che per prima ha portato sul mercato lo Zantac, e il suo spin-off Haleon potrebbe essere marchiato ugualmente”.

LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI

Deutsche Bank, secondo quanto riportato da Teleborsa, ha affermato di non aspettarsi un altro caso glifosato, ma “è molto probabile che potremmo assistere a una passività di alcuni miliardi di dollari”.

Barclays, citato sempre da Teleborsa, ha scritto: “Penso che il panico si riduca alla psicologia del mercato invece che sul fatto di aver scoperto qualcosa di nuovo”.

Secondo gli analisti di Morgan Stanley, invece, analizzando precedenti simili, le cause potrebbero arrivare a costare alle aziende farmaceutiche tra i 10,5 e 45 miliardi di dollari: “In questa fase – hanno scritto in una nota ai clienti – c’è una notevole incertezza sul potenziale impatto finanziario totale del contenzioso Zantac”.

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