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Libertà

Covid, stessi rimedi delle epidemie come 100 anni fa?

La lettera dell'avvocato Antonio De Grazia

Gentile direttore,

oggi la mia opinione è un po’ urticante.

“Ricordati che devi morire “ dice una voce tonante. “Mo’ me lo segno” risponde un ispirato Massimo Troisi. Nebbia in Val Padana, e nebbia nella mente dei nostri politici e scienziati.

Le epidemie sono episodi nella storia dell’umanità.

Si favoleggia della così detta Spagnola, risalente a cento anni fa, dimenticando che all’epoca le condizioni sanitarie e igieniche non erano paragonabili a quelle di oggi.

Ma oggi i rimedi – il confinamento a casa – sembrano gli stessi di cento anni fa.

“Oggi il cretino è specializzato” diceva un profetico Ennio Flaiano.

E quotidianamente assistiamo ad esibizioni di così detti competenti, che sembrano aver dimenticato l’epistemologia della scienza moderna, il suo progredire mediante tentativi ed errori, e la sua falsificabilità popperiana.

Anziché rassicurare, gli scienziati burlesque – salvo pochi e meritevoli casi – terrorizzano la popolazione: vestono gli indumenti delle cassandre (ve l’avevo detto io!), e pensano che la nostra vita sia manipolabile, una vita che deve ridursi (ridursi!) alle cose essenziali (quali saranno? Un criptocomunismo, una mentalità autoritaria aleggia su tale paternalismo etico).

In realtà, la nostra civiltà – la moderna civiltà occidentale –  si è evoluta per il superfluo, per tutto ciò che non riguarda i bisogni primitivi dell’uomo.

Così è se vi pare.

Un caro saluto.

Avv. Antonio de Grazia

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