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Vaccini Aggiornati Aifa

Cosa studiano Aifa e governo su vaccini e non solo

Vaccini aggiornati e vaccini disponibili, quarta dose e campagna vaccinale autunnale, ma anche antivirali, monoclonali e Pnrr secondo il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù

 

Mentre esponenti istituzionali, diversi esperti e addetti ai lavori – dal ministro Roberto Speranza al suo consigliere Walter Ricciardi, passando per il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli e l’ex direttore dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) Guido Rasi – guardano ai vaccini anti Covid aggiornati, il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, ricorda che intanto è “importante proteggersi con le dosi che ci sono, senza aspettare le novità” e ridimensiona l’allarmismo sui contagi in crescita.

VACCINI AGGIORNATI SÌ O NO?

Per Palù prima di pensare ai nuovi vaccini attesi per settembre la priorità è far vaccinare anziani e fragili con quelli già disponibili utilizzati finora: “Il problema – ha spiegato in un’intervista a La Stampa – è che gli anziani non si fanno convincere a fare il booster perché c’è l’evidenza delle reinfezioni e in più attendono i vaccini aggiornati”.

“Ma invece – prosegue il numero uno di Aifa – sarebbe bene si proteggessero intanto con i vaccini attuali che continuano ad essere efficaci contro le forme gravi di malattia. Dovremmo pensare a far vaccinare gli anziani in farmacia o a mandare i medici di famiglia nelle loro case quando hanno problemi a muoversi”.

Finora solo il 20% degli over 80 ha fatto la quarta dose.

COSA PENSA PALÙ DEI VACCINI AGGIORNATI

I vaccini aggiornati, come confermato anche da Palù, dovrebbero arrivare tra settembre e l’inverno. In particolare, quelli pensati per combattere le sotto-varianti di Omicron Ba.1 e Ba.2 sono attesi per la fine dell’estate mentre quelli contro Ba.4 e Ba.5 non saranno disponibili prima dell’inverno. Per questo, secondo Palù, sarebbe “troppo in là”.

LE ULTIME NOVITÀ

A tal proposito, l’esperto ha riferito le ultime novità circa lo stato dell’arte: “Sappiamo che il vaccino bivalente a mRNA aggiornato sul ceppo Ba.1 di Omicron e contenente la sequenza originaria di Wuhan, induce titoli anticorpali anti-Ba.5 non elevati”.

E ricordiamo che Ba.5, oltre a essere molto trasmissibile, è la sotto-variante ormai predominante a livello globale.

PERCHÉ CONTINUARE A USARE I VACCINI DISPONIBILI

A sostegno dell’uso dei vaccini già disponibili, Palù – citando un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine – fa sapere che “i titoli anticorpali anti-Ba.4 e Ba.5 indotti dall’attuale booster o dall’infezione naturale con Ba.1 e Ba.2 sono ridotti rispettivamente di circa 20 rispetto ai titoli prodotti contro il prototipo di Whuan e 3 volte rispetto a quelli generati da Ba.1, Ba.2”, mantenendo, dunque, alta la protezione contro la malattia.

E poi, come sostiene l’esperto, “non possiamo inseguire tutte le varianti che mano a mano si presentano”.

QUALE APPROCCIO PER LA NUOVA CAMPAGNA

Quando arriveranno i vaccini aggiornati, secondo Palù, bisognerebbe somministrarli “a tutti gli over 60 a prescindere dalla presenza o meno di patologie”, come avviene con il vaccino antinfluenzale.

Inoltre, si augura anche che “l’Europa faccia una scelta unitaria anche per non disorientare la popolazione”.

PERCHÉ NON ALLARMARSI PER I CASI IN RISALITA

Sul fatto che i contagi stanno risalendo per Palù non c’è da allarmarsi perché, sebbene non si possa ancora parlare di endemizzazione del virus, “tra malattia e vaccini quasi tutta la popolazione è immunizzata” e poi le mutazioni presenti nelle sotto-varianti di Omicron provocano meno casi gravi perché non colpiscono a livello polmonare come il ceppo originario.

ANTIVIRALI, MONOCLONALI E PNRR

Palù, infine, ha detto la sua su antivirali e monoclonali, spesso al centro della polemica per essere stati poco utilizzati nonostante la grande disponibilità. Secondo il presidente Aifa per l’antivirale di Pfizer, Paxlovid, “andrebbe fatta più formazione ai medici di famiglia e resa più chiara la linea guida di terapia”, così come per il monoclonale di AstraZeneca, Evusheld.

Per la prescrizione, infatti, “se avessimo un fascicolo sanitario elettronico con tutti i dati clinici di ciascuno sarebbe tutto più facile”, conclude Palù, il quale si augura che gli investimenti del Pnrr sulla digitalizzazione della nostra sanità possano fare la differenza.

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