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Vaccino anti Covid di Sanofi-Gsk, che cosa prevede il contratto con la Commissione Ue

E' entrato in vigore contratto con il quale tutti gli Stati membri dell'Ue potranno acquistare fino a 300 milioni di dosi del vaccino prodotto da Sanofi e Gsk dopo l'intesa tra i colossi farmaceutici e la Commissione Ue

Dopo la firma ufficiale tra Sanofi-Gsk e la Commissione, oggi è entrato in vigore il relativo contratto con il quale tutti gli Stati membri potranno acquistare fino a 300 milioni di dosi del vaccino prodotto da Sanofi e Gsk (che hanno unito le loro forze in questa occasione).

Gli Stati potranno anche donare dosi riservate ai Paesi a reddito medio-basso. Sanofi e Gsk si sono impegnate a rendere disponibile in tempi brevi una quota significativa della loro fornitura di vaccini mediante una collaborazione con lo strumento per l’accesso globale ai vaccini contro la Covid-19 (Covax), lo strumento internazionale per l’accesso equo e generalizzato ai vaccini contro il Covid-19 a prezzi contenuti.

La Commissione ha già firmato un contratto con AstraZeneca e continua a negoziare accordi analoghi con altri produttori di vaccini (Johnson & Johnson, CureVac, Moderna e BioNTech), con i quali ha concluso colloqui esplorativi.

Sanofi – si legge su Quotidiano Sanità – parteciperà con il suo antigene della proteina S di Covid-19, che si basa sulla tecnologia del dna ricombinante. Gsk metterà a disposizione la sua tecnologia adiuvante, di particolare importanza in una situazione di pandemia in quanto può ridurre la quantità di proteine del vaccino necessarie per dose e consentire cosi’ di produrre più dosi di vaccino e proteggere di conseguenza un maggior numero di persone.

La combinazione di un antigene proteico e di un adiuvante, indica la Commissione, è ben consolidata e viene utilizzata in una serie di vaccini attualmente disponibili per accrescere la risposta immunitaria. Puo’ anche migliorare la probabilita’ di ottenere un vaccino efficace che possa essere fabbricato su vasta scala.

Le società hanno avviato uno studio di fase 1/2 a settembre, cui farà seguito uno studio di fase 3 entro la fine del 2020. In caso di successo, e fatte salve considerazioni di tipo normativo, le società puntano a disporre del vaccino entro la seconda metà del 2021.

In cambio del diritto di acquistare un determinato numero di dosi di vaccino in un dato periodo, la Commissione finanzia una parte dei costi iniziali sostenuti dai produttori di vaccini attraverso accordi preliminari di acquisto. I finanziamenti erogati sono considerati un acconto sui vaccini che saranno effettivamente acquistati dagli Stati membri.

La Commissione aggiunge che “il costo elevato e l’alto tasso di insuccesso rendono gli investimenti in un vaccino contro il Covid -19 estremamente rischiosi per gli sviluppatori di vaccini: gli accordi preliminari di acquisto consentono quindi di effettuare investimenti che, altrimenti, con buona probabilità non sarebbero realizzati”.

La Ue si impegna inoltre a garantire che chiunque necessiti di un vaccino lo ottenga, ovunque nel mondo e non solo in Europa, s0ttolinea l’agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore.

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