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hongshan Golden Goose

Tutto su HongShan Capital, il fondo cinese che vuole calzare Golden Goose

HongShan Capital, colosso cinese del private equity con oltre 55 miliardi di dollari in gestione, sarebbe interessato al brand veneziano di sneaker Golden Goose. Ecco chi c'è dietro e quali marchi ha nel suo portafoglio. Fatti, nomi e numeri

 

Le sneaker Golden Goose si avvicinano a un nuovo riassetto azionario. Sono infatti in corso trattative per la cessione del brand dall’attuale azionista Permira al fondo cinese HongShan Capital (HSC).

A gestire l’operazione è JP Morgan, advisor finanziario incaricato di seguire la transazione e potenziale finanziatore, insieme ad altri istituti di credito, di un’operazione che si baserebbe su una valutazione superiore ai 2,5 miliardi di euro. L’operazione rappresenterebbe l’ultimo capitolo di un percorso iniziato con il rinvio dell’Ipo e proseguito con il crescente interesse di diversi fondi internazionali verso l’azienda veneziana.

LA POSSIBILE ACQUISIZIONE

La proposta di acquisto per Golden Goose da parte di HongShan Capital, secondo le indiscrezioni circolate già un mese fa, sarebbe “non vincolante ma molto interessante”. L’interesse del fondo per il marchio italiano si inserisce infatti in una più ampia strategia di espansione sul mercato asiatico, considerato un’area chiave per la crescita del brand. L’offerta sarebbe ancora in fase preliminare, e non sono stati diffusi dettagli economici né conferme ufficiali sull’avanzamento delle trattative.

HONGSHAN CAPITAL E CHI C’È DIETRO

Fondato nel 2005 dall’ex banchiere e imprenditore Neil Shen, oggi uno dei venture capitalist più noti in Cina, HongShan è stato tra i primi investitori in colossi come Alibaba e ByteDance, la società madre di TikTok.

In precedenza Shen ha cofondato Ctrip.com (oggi Trip.com Group) e la catena alberghiera Home Inn. Nato nel 1967 nella provincia di Zhejiang, ha studiato a Shanghai per poi trasferirsi negli Stati Uniti per un master in management alla Yale School of Management. Prima di intraprendere la carriera di imprenditore, ha lavorato per Citibank negli Stati Uniti, poi per Lehman Brothers a Hong Kong e successivamente come direttore dei mercati cinesi presso Deutsche Bank. Forbes stima il suo patrimonio in 3,8 miliardi di dollari.

Dopo lo scorporo da Sequoia Capital avvenuto nel 2023, HongShan ha intrapreso un percorso indipendente e, stando a Reuters, il fondo è ampiamente considerato un indicatore chiave per gli investimenti tecnologici cinesi.

IL RICCO PORTAFOGLIO DI HONGSHAN

HongShan Capital dispone di sedi a Hong Kong, Shanghai, Pechino, Shenzhen, Londra, Tokyo e Singapore. Il fondo gestisce ora oltre 55 miliardi di dollari in asset e vanta più di 1.500 investimenti in portafoglio.

Tra le operazioni di successo figura la quotazione in Borsa di PopMart, il gigante cinese della pop culture creatore dei pupazzetti Labubu, accompagnata nel 2018. Il fondo ha inoltre investito nel settore automobilistico con BYD e Leapmotor, e nel fashion e sportswear attraverso partecipazioni nel brand francese Ami Paris e nel gruppo americano Amer Sports, proprietario dei marchi Atomic, Salomon e Wilson.

HongShan, come si legge sul suo sito, è attiva nei settori della tecnologia, sanità e beni di consumo. L’azienda ha sostenuto oltre 1.600 imprese. Più di 160 società del portafoglio sono oggi quotate sui mercati finanziari internazionali, mentre oltre 140 hanno raggiunto lo status di unicorno. Il fondo opera attraverso una piattaforma integrata che include investimenti seed, venture, growth, buyout e infrastrutture, oltre a una divisione dedicata alle azioni pubbliche.

COSA SIGNIFICA E COSA COMPORTA L’INGRESSO IN GOLDEN GOOSE

Secondo Milano Finanza, l’ingresso di HongShan nel dossier Golden Goose potrebbe rappresentare un’accelerazione decisiva per l’operazione. Il fondo è già protagonista in investimenti che spaziano dall’abbigliamento di lusso allo sport, fino alla pop culture, e la sua partecipazione potrebbe offrire a Permira l’opportunità di monetizzare la propria quota, acquisita nel 2020 per circa 1,3 miliardi di euro. Anche Carlyle starebbe valutando un disimpegno.

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