Il Parlamento europeo ieri ha adottato la sua posizione sull’Omnibus 1, il pacchetto di semplificazione delle direttive che impongono obblighi di due diligence e rendicontazione alle multinazionali nel settore della sostenibilità ambientale e dei diritti umani. Il gruppo del Partito popolare europeo ha scelto di ignorare le proposte di compromesso avanzate dagli altri gruppi pro-europei e di votare il testo con i gruppi dell’estrema destra. Il risultato è stato schiacciante: 382 voti a favore, 249 contrari e 13 astensioni. E’ la prima volta che un testo legislativo viene approvato al Parlamento europeo con il sostegno del PPE e dell’estrema destra (ma ci sono stati alcune decine di voti di deputati socialisti e liberali). Il cordone sanitario è rotto e la fiducia tra i gruppi che sostengono Ursula von der Leyen è ai minimi.
GLI EFFETTI DEL VOTO SULLA COMMISSIONE UE
Ci saranno implicazioni per la presidente della Commissione? “Ci rammarichiamo che il PPE abbia deciso di uscire dalla maggioranza pro-europea per unire le forze con gli scettici sul clima e gli euroscettici dell’estrema destra”, ha detto il gruppo dei Socialisti&Democratici. “Quello che il vostro gruppo ha fatto è minare la stabilità”, ha detto la presidente del gruppo di Renew, Valérie Hayer, rivolgendosi a Ursula von der Leyen. Tuttavia né i socialisti né i liberali finora hanno avuto il coraggio di dar seguito alle loro minacce di abbandonare la coalizione informale con il PPE.
CHI FESTEGGIA PER IL VOTO
Se c’è un leader che ieri ha festeggiato il voto tra il PPE e l’estrema destra è Manfred Weber. Il suo entusiasmo sui social media è stato evidente, carico di toni populisti. “Promessa fatta, mantenuta e realizzata! Oggi è la giornata della ‘Fine della burocrazia europea’”, ha scritto Weber. Ma a festeggiare sono tutti i gruppi alla destra del PPE – i sovranisti dell’Ecr, i Patrioti di estrema destra e l’Europa delle Nazioni sovrane di destra ancora più estrema – che sono usciti dal cordone sanitario anche sulla legislazione. “Oggi nel Parlamento europeo per la prima volta una maggioranza di centrodestra ha adottato un atto legislativo”, ha detto il co-presidente del gruppo Ecr ed eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini.
DALLA MAGGIORANZA URSULA ALLA MAGGIORANZA GIORGIA
Effettivamente, la “maggioranza Ursula” almeno per un giorno è stata sostituita dalla “maggioranza Giorgia”. Meloni a Roma governa con Forza Italia che è membro del PPE e la Lega che è membro dei Patrioti. Secondo questi ultimi, il voto di ieri “ribalta la vecchia coalizione di maggioranza”.
LA DISCRASIA FRA EUROPARLAMENTO E COMMISSIONE DI BRUXELLES
Il voto di ieri segna un’altra prima. La posizione del Parlamento europeo, in alcune sue parti, è meno ambiziosa di quella dei governi sulla sostenibilità. I deputati hanno fissato a 1.750 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato netto annuale la soglia per obbligare le imprese a redigere relazioni sull’impatto sociale e ambientale. La stessa soglia si applicherebbe anche all’obbligo di pubblicare informazioni sulla tassonomia degli investimenti sostenibili. Le norme di rendicontazione sono ulteriormente semplificate e le relazioni settoriali diventeranno facoltative. Quanto agli obblighi del dovere di diligenza, i deputati chiedono di applicarli solo alle società con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 1.5 miliardi di euro. Il Parlamento ha cancellato anche l’obbligo per le imprese di preparare un piano di transizione per rendere il proprio modello di business compatibile con l’Accordo di Parigi.
(Estratto dal Mattinale Europeo)






