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Sorpresa, Enrico Letta promuove il governo su Cina e Via della Seta

Che cosa ha detto l'ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, sui rapporti tra governo M5S-Lega e Cina

 

“Non c’è alcuna contraddizione tra quello che sta facendo il governo italiano per penetrare i mercati asiatici con la nuova Via della Seta o con la prossima missione ad Hanoi per l’incontro Asean con le regole europee e la fedeltà agli Stati Uniti”.

E’ quanto ha detto ieri l’ex premier pd Enrico Letta sulla politica del governo M5S-Lega su Cina e Asia. D’altronde, come anche altri esponenti democrat d’impostazione prodiana, come l’ex ministro Paolo Costa, hanno sottolineato, l’esecutivo giallo-verde seguono un’impostazione già fissata anche dai governi a guida Pd.

LE PAROLE DI LETTA SU CINA

Letta ieri, come presidente del comitato scientifico della Fondazione Merloni, ha presentato a Roma l’iniziativa della Fondazione intitolata ad Aristide Merloni in occasione dell’Unesco Conference 2019: una due giorni a Fabriano in cui presenterà gli indirizzi delle attività su quattro focus di attualità: i cambiamenti climatici, i divari dello sviluppo tra regioni dell’Adriatico, le elezioni europee e i progetti Save The Apps. Tra gli interventi previsti anche quelli di Romano Prodi e Antonio Tajani, ha scritto Policy Maker.

BENE OK CONTE

Letta, dunque, ha apprezzato l’interesse del governo Conte per i mercati asiatici che si stanno mostrando quelli più dinamici del mondo, ha sottolineato oggi il Sole 24 Ore. “Sono molto contento – ha detto Letta – che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia deciso di venire ad Hanoi il 5 e 6 giugno all’incontro con l’Asean (l’Associazione dei Paesi del sud est asiatico) con centinaia di imprese italiane, tra cui la Ferrari che sarà presente con una monoposto in vista del nuovo Gran Premio di Hanoi nel 2020. È una iniziativa che va oltre le divisioni di parte e guarda all’interesse del sistema Paese e penso che la maggioranza dei Paesi europei seguirà la stessa linea”.

LE CRITICHE DI LETTA

Letta, comunque, non ha risparmiato critiche anche dure per la totale assenza del nostro Paese ai tavoli negoziali con Francia e Germania dove “dovremmo chiedere che il nuovo presidente della Bce sia in piena continuità con la linea di Draghi e che il successore di Juncker garantisca gli interessi italiani anziché cercare accordi con Paesi come Polonia e Ungheria per stabilire quali muri alzare per difenderci dai migranti”.

GLI AUSPICI DI LETTA

L’ex presidente del Consiglio ha invitato perciò Conte a «guardare al bersaglio grosso» in vista dell’incontro che il premier italiano avrà venerdì con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk per preparare il vertice Ue del 28 maggio sulle nomine europee. Il nuovo presidente della Commissione europea secondo Letta «dovrà essere europeista, in grado di riformare l’Europa secondo linee di sviluppo di rifiuto dell’austerità e di attenzione alla società europea».

FORZA CAMPIONI NAZIONALI

Nello stesso tempo Letta – ha scritto il Sole – si è augurato che dopo le elezioni la nuova politica industriale europea per creare veri campioni europei riduca lo steccato con le politiche della concorrenza che restano troppo forti e si concentrano solo su casi come per Fincantieri Stx o Alstom Siemens invece di guardare ai fenomeni globali perché “in questo modo non difendiamo i consumatori europei ma perdiamo la sfida con i concorrenti globali: Cina, Corea, Stati Uniti”.

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