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PFIZER Borsa

Pfizer, Moderna e Astrazeneca giochicchiano in Borsa con azioni e vaccini?

Che cosa cela in Borsa la corsa ai vaccini di Pfizer, Moderna e Astrazeneca e non solo, vista la tempistica delle mosse dei vertici di alcune case farmaceutiche sulle azioni (mosse criticate dal Financial Times nel caso di Bourla di Pfizer)

 

Pfizer comunica che il proprio vaccino anti-Covid ha un’efficacia del 90% e l’amministratore delegato Albert Bourla vende azioni incassando 5,56 milioni di dollari. Anche il Ceo di Moderna, Stéphane Bancel, fa cassa cedendo titoli del gruppo. Ecco il giro d’affari che accompagna la corsa al vaccino, gli ultimi accordi siglati con Stati Uniti ed Europa e le società protagoniste come Astrazeneca.

L’ANNUNCIO DI PFIZER SUL VACCINO

Lunedì 9 novembre 2020 è arrivata la notizia che il vaccino contro il coronavirus messo a punto dall’americana Pfizer e dalla tedesca Biontech è efficace al 90%, un dato superiore alle aspettative. Le Borse di tutto il mondo hanno reagito in modo positivo e il titolo Pfizer quotato a Wall Street sul Nyse è passato da 34,5 dollari (chiusura di venerdì 6 novembre) ai 37,13 dollari  (chiusura del 9 novembre), guadagnando il 7,6% circa.

BOURLA E SALLY VENDONO AZIONI PFIZER

Lo stesso giorno in cui è stata comunicata la notizia, l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha venduto il 62% delle azioni che possedeva nel capitale del gruppo, incassando 5,56 milioni di dollari. Nel dettaglio, come emerge dal sito della Sec (la Consob americana), il Ceo ha ceduto 132.508  titoli al prezzo unitario di 41,94 dollari.

Sempre il 9 novembre, il Vice presidente esecutivo di Pfizer, Susman Sally, ha venduto 43.662 azioni della società al prezzo unitario di  41,94 dollari per titolo, incassando 1,83 milioni di dollari.

PFIZER GIUSTIFICA LA CESSIONE DEI TITOLI

La manovra del management relativa alla vendita delle azioni Pfizer proprio nel giorno in cui è arrivata la notizia che ha spinto le Borse e il titolo della società farmaceutica al rialzo, ha lasciato perplessi molti investitori. Così, il gruppo americano ha chiarito che la cessione delle azioni da parte dell’amministratore delegato era stata già autorizzata il 19 agosto 2020 e faceva parte di un piano di trading condizionato al fatto che i titoli raggiungessero un determinato prezzo.

Come si legge da Reuters, Pfizer ha specificato che  la vendita delle azioni del Ceo “fa parte della pianificazione finanziaria personale del dottor Bourla e di un piano prestabilito (10b5-1), che consente, in base alle regole della Sec, ai principali azionisti e ai dipendenti delle società quotate in borsa di scambiare un numero predeterminato di azioni in un momento prestabilito”.

LA REGOLA SEC 10b5-1

Come spiega il Financial Times,  per la regola 10b5-1, l’idea è che se viene impostata un’operazione da eseguire automaticamente nei mesi o negli anni a venire, è improbabile che si stia abusando ingiustamente di informazioni privilegiate. Ma il FT si chiede anche: se la tempistica dell’operazione è fissata, cosa succede se si controlla la tempistica dell’annuncio?

Il Financial Times fa quindi un esempio. Se la notizia di Pfizer e Biontech sul vaccino fosse arrivata martedì, e la vendita di titoli di Bourla fosse stata programmata per il lunedì, l’operazione sarebbe avvenuta a un livello di prezzo inferiore. Ipotizzando un andamento stabile dell’azione Pfizer nel corso della giornata di lunedì, l’amministratore delegato Bourla avrebbe guadagnato 4,8 milioni di dollari invece di quasi 5,6 milioni di dollari.

L’ANNUNCIO DI MODERNA E LE OPERAZIONI DI BANCEL

Dopo l’annuncio relativo ai progressi fatti da Pfizer-Biontech, è arrivata anche la notizia di Moderna, azienda statunitense in prima linea nella produzione di un vaccino contro il Covid: la società ha comunicato che il proprio vaccino anti-Covid è efficace al 94,5%.  Il titolo Moderna, quotato in America sul Nasdaq, ha proseguito così il rally messo a segno dai primi mesi del 2020: l’azione è infatti passata dai 19,23 dollari di inizio anno agli attuali 95 dollari circa.

In questo contesto, si legge sul Financial Time, nel corso del 2020 l’amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, ha venduto 49,8 milioni di dollari di azioni della società, secondo i dati di S&P Global. Anche Bancel ha spiegato che il suo operato rientra nell’ambito del piano 10b5-1. Il piano è stato comunque stabilito ben prima della pandemia da Covid, ovvero nel dicembre del 2018, e si sviluppa su volumi di azioni relativamente piccoli a intervalli regolari. Gli importi in dollari sono particolarmente elevati perché il valore delle azioni della società è quintuplicato quest’anno.

In ogni caso,  l’Huffington Post riferisce che “in molti si sono domandati perché i dirigenti di un’azienda in pole position nella ricerca di un vaccino contro il Covid inondassero il mercato con le loro azioni. Tuttavia non ci sono prove che” i manager di Pfizer e di Moderna “abbiano compiuto qualcosa di illegale. Di certo questi enormi movimenti sollevano questioni etiche e di opportunità che tuttavia, almeno per ora, l’autorità finanziaria statunitense non sembra porsi, nonostante lascino il fianco scoperto ad abusi”.

IL GIRO D’AFFARI DIETRO LA RICERCA SCIENTIFICA

Il giro d’affari che c’è dietro la ricerca scientifica non riguarda solo i movimenti di Borsa, ma è molto più ampio. Di recente Pfizer e Biontech hanno raggiunto un accordo con la Commissione europea per la fornitura di 200 milioni di dosi del vaccino sperimentale contro il Covid, con l’opzione di richiederne fino a 100 milioni in più. A luglio 2020 le due società hanno invece siglato un’intesa con il Governo degli Stati Uniti per la fornitura di 100 milioni di dosi una volta ottenuto il via libera dalla Food and Drug Administration. Gli Usa pagheranno 1,95 miliardi di dollari per la prima tranche, e potranno acquistarne in seguito altre 500 milioni. Il prezzo di ogni dose di vaccino dovrebbe essere di circa 20 dollari. Biontech ha poi ricevuto 375 milioni di euro dal Governo tedesco, che si sono aggiunti al finanziamento della Banca Europea per gli investimenti di 100 milioni di euro.

Anche Moderna si avvicina all’accordo con l’Europa. Su Repubblica si leggono le dichiarazioni del portavoce della Commissione europea Stefan de Keersmaecker, secondo cui la Commissione Ue “ha concordato con Moderna la fornitura di fino a 160 milioni di dosi di vaccino, ma ora dobbiamo tradurre tale volontà in un contratto”. Il portavoce ha inoltre precisato che l’esecutivo Ue ha contatti con le imprese nelle quali “ha un’aspettativa che arrivino a sviluppare un vaccino efficace e sicuro al più presto”. L’11 agosto Moderna e il Governo americano hanno invece firmato un accordo per 100 milioni di dosi di vaccino per circa 1,5 miliardi di dollari, con la possibilità di poter acquistare altri 400 milioni di vaccini.

Il Dipartimento della Salute Usa, si legge su  l’Huffington Post, ha poi siglato altri accordi con Johnson & Johnson (1 miliardo), con AstraZeneca (1,2 miliardi), Novavax (1,6 miliardi) e Gsk (2 miliardi). Astrazeneca il 14 agosto ha firmato un’importante intesa con la Commissione europea per la fornitura di 300 milioni di dosi di vaccino, da distribuire ai Paesi membri in base alla popolazione, più altri 100 milioni. Il prezzo definitivo non è dato conoscerlo, scrive l’Huffington Post, ma al momento si sa che da Bruxelles sono partiti 336 milioni di euro, probabilmente a titolo di acconto. La Commissione europea dopo i contratti firmati con Astrazeneca, Pfizer/Biontech, Sanofi-Gsk, Janssen Pharmaceutica Nv (una delle società farmaceutiche Janssen di Johnson & Johnson) e i colloqui esplorativi conclusi con successo con Moderna, il 17 novembre ha approvato un quinto contratto con la società farmaceutica europea Curevac, che permetterà l’acquisto iniziale di 225 milioni di dosi di vaccino per conto di tutti gli Stati membri dell’Ue, con l’opzione di richiedere fino a 180 milioni di dosi ulteriori, che verranno fornite non appena saranno dimostrate la sicurezza e l’efficacia del vaccino contro il Covid-19.

ECCO I PRIMI DATI SUL VACCINO DI ASTRAZENECA

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