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Mps, ecco come lo Stato continua a soccorrere il Monte dei Paschi di Siena

Il Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato l'avvio del progetto di scissione non proporzionale di 4,1 miliardi di crediti deteriorati a favore di Amco (controllata dal Mef, che controlla Mps). I dettagli e i riflessi in Borsa

 

Lo Stato tramite Amco (l’ex Sga del Tesoro) soccorre Mps, la banca controllata dallo Stato.

Il ministero dell’Economia dunque continua ad accudire il Monte dei Paschi di Siena, cercando di migliorare i conti e la situazione patrimoniale del Monte dei Paschi di Siena.

Un intervento che ha fatto gongolare in Borsa il titolo Mps. Ecco tutti i dettagli.

COSA SUCCEDE IN BORSA AL TITOLO MPS

Monte dei Paschi di Siena corre in Borsa a Milano dopo l’approvazione con Amco per il progetto della bad bank: la scissione parziale non proporzionale con opzione asimmetrica da parte di Mps in favore di Amco di un compendio composto da crediti deteriorati, attività fiscali, altre attività, debito finanziario, altre passività e patrimonio netto. Mps guadagna il 4% a 1,68 euro (dati aggiornati alle ore 10).

L’ACCORDO TRA MPS E AMCO

Il Monte dei Paschi di Siena (Mps) ieri in tarda serata ha annunciato l’avvio del progetto di scissione non proporzionale di 4,1 miliardi di crediti deteriorati a favore di Amco ma l’operazione non ha ancora avuto il via libera della Bce, fa notare Radiocor.

BAD BANK

Con il progetto di bad bank Mps migliora il suo profilo di rischio con un rapporto sofferenze/impieghi che scende dal 12,4 al 4,3% e quindi sotto la soglia del 5% indicata dall’Eba.

CHE COSA CEDE MPS A AMCO DEL TESORO

La banca cede anche 1 miliardo di patrimonio ad Amco e quindi registra una riduzione dei ratio patrimoniali: il Cet1 fully loaded cala dal 12,7% all’11,1%.

LA SCISSIONE

La scissione prevede l’opzione asimmetrica per i soci di minoranza di Mps, tra questi le Generali, di non vedersi assegnate le azioni Amco (controllata dal Mef) e quindi di aumentare proporzionalmente la loro partecipazione nella banca senese. In caso di esercizio di questa opzione sarà il Mef (azionista di controllo del Monte con il 68%) a dover annullare un maggiore numero di azioni Mps in suo possesso.

AZIONISTI DI MINORANZA

Nel caso in cui tutti gli azionisti di minoranza di Mps esercitassero l’opzione asimmetrica, aggiunge la nota, la quota di controllo del Tesoro scenderebbe dall’attuale 68,24% al 63,87% mentre gli azionisti di minoranza salirebbero dal 31,75% al 36,12%.

I VANTAGGI PER MPS

L’operazione per il Monte avrebbe anche un altro vantaggio: “Riduzione del costo del funding che potrebbe consentire un miglioramento del posizionamento competitivo di Mps sul mercato italiano e un più facile accesso al mercato del funding istituzionale, con un conseguente potenziale rafforzamento della struttura del passivo della Banca”.

Nel dettaglio, il Monte dei Paschi trasferirà ad Amco crediti deteriorati classificati come sofferenze per un valore netto contabile pari a 2.313 milioni, crediti deteriorati classificati Utp per un valore netto contabile pari a 1.843 milioni, bond e azioni per un valore contabile pari a Euro 5 milioni; contratti derivati per un valore contabile pari a 1 milione; Dta, trasferite sulla base dell’ammontare del patrimonio netto scisso rispetto al patrimonio netto totale del Monte, per un valore netto contabile pari a Euro 104 milioni.

La banca di Rocca Salimbeni trasferirà poi le passivita’ derivanti da un bridge loan erogato alla banca di Siena controllata dal Mef da JPMorgan (Milan Branch) e Ubs Europe pari a 3.179 milioni; contratti derivati per un valore contabile pari a centomila euro; patrimonio netto per un importo pari a 1.087 milioni.

Riguardo al prestito ponte, JP Morgan e Ubs, si legge, hanno assunto il commitment a sottoscrivere ed erogare il bridge loan prima delle assemblee straordinarie di Mps e Amco convocate per deliberare la scissione.

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