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GTA VI

Da GTA VI a Diablo IV, quando i videogiochi sono vittima degli hacker

Pirati informatici hanno colpito lo sviluppatore di videogiochi Rockstar Games, rivelando materiale inedito del suo ultimo titolo: GTA VI. La software house sarebbe stata anche ricattata. Il publisher ha perso milioni in Borsa. E non è il solo caso avvenuto nelle ultime ore...

Non chiamateli giochini: in una industria dei videogiochi che macina da anni più miliardi di Hollywoord, con produttori che investono nelle serie più note e amate budget maggiori di quelli che si vedono al cinema, il frusciare di tutte quelle banconote attira anche un buon numero di criminali, che possono creare danni multimilionari anche restando al proprio PC. Lo hanno scoperto a proprie spese, a poche ore l’una dall’altra, Rockstar Games, che firma una delle saghe più vendute, GTA e Activision Blizzard che ha visto apparire in Rete ben 40 minuti del suo Diablo IV. Ma andiamo con ordine.

FURTO DI DATI A SCOPO ESTORSIVO

Tra i videogiochi più attesi del periodo spicca soprattutto GTA VI. Se si considera che il titolo precedente ha permesso ai distributori di portare a casa 6.4 miliardi di dollari grazie a 150 milioni di copie vendute, si capisce perché ci siano tantissimi giocatori che non vedono l’ora di saperne di più sul prossimo episodio. Lì entra in gioco un utente chiamato “teapotuberhacker”, che negli ultimi giorni ha condiviso oltre novanta video e una montagna di informazioni proprio sull’atteso seguito, Grand Theft Auto VI.

A giudicare dal materiale trafugato, l’ultimo capitolo della serie di videogiochi open world di Rockstar Games appare in forma ben poco smagliante, fatto che, oltre a danneggiare l’immagine del gioco, ha permesso alle ipotesi che il titolo stia procedendo a singhiozzo per colpa di forti dissidi interni, già veicolate nei mesi scorsi, di riprendere quota. “I video appartengono a una build molto vecchia”, certifica di lì a poco il giornalista di settore Jason Schreier, che solo lo scorso luglio aveva rivelato tanti dettagli sul gioco che si sono rivelati corretti. “Non che ci fossero molti dubbi – ha spiegato -, ma ho contattato una delle mie fonti interne a Rockstar Games e mi è stato detto che i leak condivisi nel fine settimana sono reali”.

“UNO DEI PIU’ GRANDI LEAK NELLA STORIA DEI VIDEOGIOCHI”

Si tratta insomma di “uno dei più grandi leak nella storia dei videogiochi e un incubo per Rockstar Games. […] Per chi si chiedesse la ragione, questa situazione rallenterà i lavori e potrebbe limitare i casi di smart working. Le ripercussioni non sono ancora chiare”, ha spiegato sempre il giornalista. Tom Henderson, altro insider piuttosto noto nel settore, ha dichiarato che l’hacker starebbe ricattando Rockstar Games, chiedendo una somma “a cinque zeri” per smetterla di continuare a rivelare informazioni sul progetto.

Per quanto riguarda la sottrazione illecita dei dati, ci sarebbe stata una intrusione da remoto in uno dei computer di chi lavora al progetto, che sarebbe stata resa più facile dal fatto che tutti gli sviluppatori, in piena pandemia, hanno lavorato da casa e, quindi, da postazioni meno controllate e sicure. E non è il solo danno che hanno avuto sviluppatori e distributori. Sarebbe stato infatti trafugato pure il codice sorgente di GTA VI. Questo è sicuramente l’aspetto più serio e grave dell’intera vicenda, sia perché il codice costituisce il “cuore” del gioco, sia perché, avendo il prodotto finale importanti diramazioni online con microtransazioni, un programmatore esperto potrebbe pasticciare tra gli script e arrecare gravi danni all’esperienza dell’intera comunità.

 

La stessa Rockstar è intervenuta ammettendo il danno. “Abbiamo recentemente subito un’intrusione nei nostri network, durante la quale una terza parte non autorizzata ha scaricato informazioni confidenziali dal nostro sistema, tra cui dei video di una build iniziale di Grand Theft Auto VI”, si legge nel comunicato condiviso dallo studio. “In questo momento non stiamo pensando di interrompere le funzioni live service e non anticipiamo alcun problema a lungo termine per quanto riguarda lo sviluppo dei nostri nuovi progetti. Siamo estremamente delusi per il modo in cui siete venuti a conoscenza di dettagli sul nostro prossimo videogioco. La produzione di Grand Theft Auto VI proseguirà come pianificato, e siamo più intenzionati che mai nel creare un’esperienza in grado di superare le vostre aspettative. Condivideremo presto nuove informazioni sul caso e, ovviamente, mostreremo il gioco quando saremo pronti. Grazie per il supporto”.

COSA SAPPIAMO SULL’HACKER?

Frattanto, stando a fonti da verificare, l’hacker avrebbe lasciato dietro di sé parecchi indizi. Sarebbe un adolescente londinese di 16/17 anni, che avrebbe avuto accesso a un canale Slack in cui conversavano gli sviluppatori. Take-Two Interactive, producer del gioco, sarebbe riuscita a risalire all’identità del ragazzo e avrebbe trasmesso i dati all’FBI. Non è chiaro se il soggetto sia il solo coinvolto, se si sia limitato a diffondere il materiale nel web (forum e siti vari stanno procedendo alla sua eliminazione per non incorrere in corresponsabilità civili e penali) che poi altri avrebbero usato per ricattare sviluppatori e produttore, se abbia ricattato in prima persona le vittime e, soprattutto, se l’ipotesi dell’estorsione sia reale, dato che aggraverebbe e di parecchio la posizione di chi è coinvolto. Fatto sta che il sedicenne, stando davanti al suo PC, ha causato all’apertura delle contrattazioni un danno economico di oltre 500 milioni di dollari al titolo di Take-Two Interactive, che poi si è assestato attorno al -6%.

Come se non bastasse, nelle stesse ore in cui venivano diffusi video e informazioni su GTA VI, un altro big dei videogiochi è stato colpito dal furto di materiali apparsi online, via Reddit: Activision Blizzard. Questa volta il gioco finito al centro del “leak” è stato Diablo IV, marchio molto amato dai videogiocatori che ora potranno vedere in anteprima 40 minuti di gameplay, sottratti presumibilmente da una sessione di Beta test condotta internamente alla software house.

Già in passato molti videogiochi sono stati vittima di questo genere di condotte, ma si trattava di casi sparuti: dipendenti scontenti che si erano vendicati diffondendo materiale “secretato” o giornalisti che erano riusciti a mettere le mani su informazioni veicolate poi in forma anonima. Quanto accaduto in questi giorni permette di comprendere non solo che il fenomeno si stia serializzando, ma anche che sta prendendo le fattezze dell’estorsione online che già oggi colpisce soprattutto banche, assicurazioni, ospedali e PA, imponendo alle software house di blindare i propri sistemi di sicurezza. E c’è già chi si chiede se tutto ciò sarà compatibile col telelavoro dato che diversi studi di sviluppo sono diffusi e hanno programmatori ai quattro angoli del globo.

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