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In Borsa il listino Aim fatica a crescere. Il digitale tra i settori più promettenti. Infografica

Tra i settori più promettenti dell'Aim, il listino dedicato alle pmi di Borsa Italiana, c'è il digitale, ma questo segmento soffre per i pochi scambi. Allo studio l'ipotesi di un Fondo dei fondi.

Il digitale piace sempre più. E piace anche alla Borsa. Nello specifico allAim, il segmento di Borsa Italiana-Lse Group (London Stock Exchange) dedicato alle piccole e medie imprese italiane ad Agosto scorso registrava ben 22 Ipo, mentre nel solo 2013 erano state solo 15. L’Aim di Borsa Italia ricalca lo stesso segmento della Borsa di Londra.

Le caratteristiche del listino Aim è quella di richiedere requisiti tecnici e amministrativi meno stringenti, per quotarsi basta un bilancio certificato, poi i tempi sono più rapidi e i costi da sostenere più contenuti.

Il digitale è tra i settori che più piace agli investitori. Anche se a vincere è il settore della Green economy tra le aziende che si sono quotate dalla nascita dell’Aim in Italia, un totale di ben 54 aziende. Come dimostra questa infografica che abbiamo realizzato sulla base di uno studio di Ir Top.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il digitale secondo gli analisti è il settore che ha più chance di crescita, con opportunità nel mondo del mobile commerce, con una maggiore penetrazione di internet su tablet e smartphone, con lo sviluppo del cloud, la crescita dei Big data e le nuove prospettive di sviluppo per le imprese che vogliono crescere ed internazionalizzarsi con strumenti di digital marketing.

Uno dei problemi che però ha caratterizzato questo primo scorcio di vita dell’Aim e il basso numero di scambi, si calcolava fino a giugno un milione e 300 mila euro al giorno di media giornaliera, con alcune società che non registrano scambi anche per alcuni giorni di seguito. E’ ovvio che il problema principale è la mancanza di investitori.

Per questo Borsa Italiana sta pensando alla costituzione di un fondo dei fondi – con la partecipazione di banche, assicurazioni per esempio e anche di Cassa Depositi e Prestiti – con un patrimonio di circa 1 miliardo di euro che poi investirebbe in fondi comuni specializzati in small cup.

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