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Munizioni Ucraina Ue

Ecco il piano Ue per mandare munizioni all’Ucraina. L’Italia firmerà ma…

Approvato nel corso del Consiglio Affari Esteri il piano Ue per fornire 2 miliardi di euro di munizioni all'Ucraina. Tra i paesi firmatari non figura al momento l'Italia. Il nostro paese lo farà con firma disgiunta perché il ministro Crosetto non ha potuto prendere parte al Consiglio. Ma l'Italia fornirà... Fatti, approfondimenti e indiscrezioni

 

L’Ue fornirà all’Ucraina 1 milione di munizioni entro un anno.

Lunedì diciotto paesi membri dell’Ue hanno siglato l’accordo di progetto dell’Agenzia europea per la difesa (Eda) per l’approvvigionamento di munizioni per aiutare l’Ucraina e ricostituire le scorte nazionali degli Stati membri. Come spiega una nota dell’Eda, “il progetto apre la strada agli Stati membri dell’Ue e alla Norvegia per procedere lungo due percorsi: una procedura accelerata di due anni per i proiettili di artiglieria da 155 mm e un progetto di sette anni per l’acquisizione di più tipi di munizioni”.

“Una decisione storica. In seguito alla mia proposta, gli Stati membri hanno convenuto di fornire un milione di munizioni d’artiglieria nei prossimi 12 mesi. Abbiamo un approccio in tre fasi: 1) un miliardo di euro per la consegna immediata; 2) un miliardo per un approvvigionamento comune; 3) la commissione aumenterà la capacità di produzione”, ha dichiarato il capo della politica estera Ue, Josep Borrell. “L’Ue lavorerà con il settore industriale della difesa per poter fornire all’Ucraina le munizioni necessarie per proseguire il conflitto” ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, commentando su Twitter l’accordo raggiunto al Consiglio Affari esteri e di Difesa a Bruxelles per la fornitura di un milione di munizioni a Kiev nei prossimi 12 mesi.

“Ci sarà una sorta di appalto pubblico, un’acquisizione comune così come successo per i vaccini” ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Però l’Italia non è trai paesi che hanno siglato l’intesa dell’Eda. “L’Italia lo farà con firma disgiunta perché il ministro Crosetto non ha potuto prendere parte al Consiglio”, hanno scritto ieri le agenzie.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine in ambienti qualificati che seguono il dossier, l’Italia firmerà ma…

Ecco fatti, approfondimenti e indiscrezioni.

IL PIANO UE PER LA FORNITURA DI 2 MILIARDI DI MUNIZIONI ALL’UCRAINA

I paesi dell’Unione europea hanno concordato lunedì un piano per dare 1 milione di proiettili di artiglieria all’Ucraina nel corso del prossimo anno attingendo dalle proprie scorte e collaborando per acquistarne altri.

Il piano prevede infatti l’utilizzo di 2 miliardi di euro da un fondo congiunto, l’European Peace Facility (EPF), e arriva in risposta alle richieste di Kiev per proiettili da 155 mm e altre forniture di artiglieria richiesti dall’Ucraina per difendersi dall’offensiva russa.

Dunque, secondo il piano concordato a Bruxelles, 1 miliardo di euro sarà utilizzato per la consegna immediata di munizioni provenienti da scorte esistenti o ordini già approvati. Un altro miliardo di euro sarà utilizzato per sottoscrivere acquisti congiunti di nuove munizioni per l’Ucraina fino alla fine di settembre.

“I ministri hanno concordato di negoziare solo con i produttori di armi dell’Ue e della Norvegia per gli acquisti congiunti finanziati dall’EPF. Paesi tra cui la Francia avevano spinto per questo per sostenere l’industria nazionale delle armi” sottolinea il Financial Times.

I PAESI FIRMATARI (NON CI SONO ITALIA E UNGHERIA)

Come si legge sul sito dell’Agenzia europea per la Difesa, hanno firmato il piano Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Svezia e Norvegia. Altri Stati membri hanno già espresso l’intenzione di aderire all’iniziativa presto seguendo le procedure nazionali.

LA POSIZIONE DEL MINISTRO TAJANI

“Ci sarà una sorta di appalto pubblico e acquisizione unica sulla fornitura di munizioni all’Ucraina”, ha spiegato ai giornalisti il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Consiglio Affari esteri e Difesa a Bruxelles. “Il governo italiano ha l’autorizzazione del Parlamento per inviare materiale militare sino alla fine dell’anno. Qualora si dovesse decidere di mandare altro sarà informato il Copasir”, ha detto. “È stata fissata una cifra per gli aiuti: un miliardo sarà fissato per le munizioni, prima saranno acquistate e poi inviate”, ha aggiunto il ministro.

Però al momento il nostro Paese non ha firmato il piano da 2 miliardi di euro per l’acquisto e la fornitura di proiettili di artiglieria all’Ucraina.

PER L’ITALIA FIRMA DISGIUNTA

“L’Italia non è tra i 17 Stati membri (più Norvegia che hanno firmato gli appalti comuni di munizioni via l’Agenzia di difesa europea. La ragione? Non era presente il ministro Crosetto che sottoscriverà il progetto con firma disgiunta”, ha scritto ieri su Twitter David Carretta, corrispondente di Radio Radicale dalle istituzioni europee.

“L’accordo, che è di natura flessibile e inclusiva, consente a tutti i restanti Stati membri dell’Eda di aderire all’iniziativa in una fase successiva”, ha precisato l’Eda.

NECESSARIE ALTRE RISORSE

Ma quanto concordato dai ministri degli Esteri e della Difesa riuniti a Bruxelles potrebbe non essere sufficiente. Kiev ha dichiarato di avere necessità di 350.000 proiettili al mese per far fronte all’assalto di Mosca e consentire alle proprie truppe di lanciare nuove controffensive nel corso dell’anno. A inizio mese l’Estonia aveva stimato che sono necessari 4 miliardi di euro per garantire le consegne del milione di munizioni di cui l’Ucraina ha bisogno.

Infine, secondo il Ft, i ministri hanno riconosciuto che sarebbero necessari ulteriori finanziamenti, invitando la Commissione europea a presentare proposte su come aumentare la produzione della difesa nel blocco, anche mobilitando il bilancio dell’Ue.

“A questo proposito, i Trattati proibiscono di utilizzare denaro proveniente del bilancio comunitario per finanziare attività militari”, fa notare il Sole 24 Ore. E infatti il piano a breve termine dell’Ue è quello di attingere al fondo congiunto European Peace Facility (EPF) per rifornire rapidamente le munizioni per obici dell’Ucraina dalle scorte dei paesi membri.

Una possibile integrazione dell’Epf di 3,5 miliardi di euro sarà probabilmente discussa dai leader dell’Ue durante la loro riunione a Bruxelles alla fine della settimana. Di recente Politico riferiva che la Commissione Ue potrebbe puntare anche a ottenere il sostegno di luoghi come la Banca europea per gli investimenti (Bei). L’istituto lussemburghese è effettivamente il braccio di prestito dell’Ue, offrendo decine di miliardi di euro di finanziamenti ogni anno. Attualmente, alla Bei non è consentito investire in attività o beni di difesa fondamentali che includano munizioni e altre armi.

LA POSIZIONE ITALIANA E GLI SCENARI

Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine in ambienti qualificati che seguono il dossier, l’Italia firmerà ma invierà le munizioni di cui già possiede. Infatti, il nostro Paese, al pari di altri, ha risorse convenzionali al lumicino. Anzi, altri Paesi hanno un deficit ancora maggiore nel poter mettere a disposizione dell’Ue munizioni (anche se non se parla e non se ne scrive). E non solo munizioni. A parole sono tutti bravi ma l’operatività – ad esempio dei carri armati – è ben inferiore alla capacità. Vedasi il caso della Spagna.

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