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La Francia tra moglie (Germania) e amante (Italia)

Quali sono i veri rapporti tra Francia e Germania secondo lo storico, sociologo e politologo francese fra i più e pochi estimatori veri dell’Italia, Marc Lazar

Si vocifera nei palazzi della politica che la carta segreta di Giuseppe Conte, nella sempre più difficile partita dell’emergenza  virale, che ha riaperto crepe profonde nella maggioranza giallorossa e fatto saltare l’aggancio con l’opposizione di centrodestra pur patrocinato dal presidente della Repubblica, sia un’intesa con la Francia di Emmanuel Macron per fare cambiare registro all’Unione Europea. In tal modo egli spiazzerebbe contemporaneamente, e un po’ grillinamente, il Pd, Matteo Renzi e i sovranisti di destra sulla strada di un’uscita alla grande dalla guerra del coronavirus.

Se così fosse davvero, c’è il rischio che il presidente del Consiglio stia andando incontro a una delusione. Anzi, a un disastro, perché il ponte con Macron, dopo gli abbracci di febbraio a Napoli, potrebbe crollare come quello di Aulla, in Toscana, appena finito ingloriosamente sulle prime pagine di tutti i giornali.

Anche il quotidiano dei vescovi italiani ha voluto dare una mano a Conte accreditando il suo braccio di ferro con Berlino e dintorni sui “coronabond” e simili per far soffiare finalmente sulle vele italiane il vento di un’Europa davvero solidale. “Conte sferza l’Unione: intesa o ognuno per sé”, ha titolato Avvenire, in significativa sintonia con una intervista del presidente del Consiglio all’Osservatore Romano nell’edizione elettronica su cui ha dovuto ripiegare il giornale del Vaticano in questi giorni di crisi. “Per chi ha veramente a cuore l’Unione Europea, per chi crede in un’Europa unita, forte e solidale, all’altezza della sua storia e della sua civiltà, questo è il momento di compiere passi risoluti, sostenendo e promuovendo tutti i mezzi per la ricostruzione e la rinascita”, ha detto Conte. Gli mancava solo il corredo della vignetta del Fatto Quotidiano in cui quell’impertinente di Vauro Senesi ha affidato in qualche modo al coronavirus, come ad una sfera di cristallo, “il futuro della Ue”.

Peccato, per Conte e per quanti ne condividono piani e speranze nella pur tormentata evoluzione della situazione politica italiana, in cui si continua peraltro con gli annunci di decreti legge e simili che impiegano poi giorni per essere materialmente scritti, e spesso male; peccato per Conte, dicevo, che proprio mentre lui alza tanto la voce in Europa uno storico, sociologo e politologo francese fra i più e pochi estimatori veri dell’Italia, Marc Lazar, abbia descritto in modo spietatamente abrasivo storia e prospettive dei rapporti fra Parigi e Roma alla luce di quelli fra Parigi e Berlino.

“Francia e Germania – ha detto Lazar in un’intervista al Dubbio raccolta da Daniele Zaccaria – sono come una vecchia coppia un po’ stanca. Nei momenti di crisi la Francia si ricorda di avere una bellissima amante, l’Italia. Ma questo non deve illudere nessuno. Alla fine la Francia ritorna sempre a casa e quando corteggia l’amante lo fa per rilanciare la coppia”. L’alternativa, d’altronde, sarebbe per l’Italia ugualmente negativa: quella di un’Europa, chiamiamola così, mediterranea a conduzione solo e spietatamente francese, in qualche modo giù sperimentata dall’Italia con la disastrosa gestione della crisi della Libia prima e dopo la caduta e la morte di Gheddafi.

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