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Gli Usa seguiranno i rimedi tech di Taiwan e Hong Kong contro il Coronavirus?

Secondo un approfondimento di Axios, gli Stati Uniti non adotteranno le misure tech di tracciamento seguite ad esempio da Corea del Sud, Taiwan e Singapore

I governi di tutto il mondo si sono rivolti a soluzioni ad alta tecnologia come il tracciamento degli smartphone e i braccialetti Bluetooth per rallentare la diffusione del nuovo coronavirus. Per ragioni sia pratiche che culturali, tuttavia, è improbabile che gli Stati Uniti provino tali metodi. Almeno secondo quanto racconta Axios.

Gli Stati Uniti hanno chiaramente bisogno di più strumenti per rallentare la diffusione della Covid-19. Ma la mancanza di test per l’individuazione di coronavirus, l’assenza di strategie e politiche a livello nazionale, una cultura individualistica e le preoccupazioni per le libertà civili ostacolano l’adozione di queste tecniche, sottolinea l’analisi di Axios.

COSA FANNO GLI ALTRI PAESI (DELL’ESTREMO ORIENTE)

A Taiwan, ad esempio, le autorità hanno usato un “recinto virtuale” basato sul telefono cellulare per far rispettare la quarantena tracciando la posizione delle persone che sono state esposte al virus. A Singapore, le autorità hanno monitorato la diffusione della malattia richiedendo ai residenti, invece, di scaricare sui loro telefoni un’applicazione mobile per la ricerca di contatti che ora stanno mettendo a disposizione degli sviluppatori di tutto il mondo.

Hong Kong utilizza braccialetti, legati agli smartphone via Bluetooth, per cercare di tenere sotto controllo le persone in quarantena e gli stranieri che entrano nel Paese.

In Thailandia, ai turisti di alcuni Paesi è stata data una carta SIM per cellulari con una speciale app per fare dichiarazioni sullo stato di salute e consentirne il tracciamento. Infine in Israele, a inizio mese, è stato approvato il monitoraggio tramite cellulari delle persone infettate dal virus.

I SOSTENITORI DELLE LIBERTA’ CIVILI NON SONO FAVOREVOLI A SISTEMI DI TRACCIATURA

“Senza test diffusi negli Stati Uniti, non è chiaro chi dovrebbe essere rintracciato o per quale scopo – sottolinea Axios -. Inoltre, negli Stati Uniti manca una risposta nazionale coordinata sul virus, con gran parte dello sforzo di ‘appiattire la curva’ lasciato alle politiche a livello statale e locale. I sostenitori delle libertà civili sostengono che gli usi invasivi della tecnologia, una volta introdotti anche per finalità lodevoli, sono difficili da revocare e potrebbero portare a una erosione permanente del diritto alla privacy negli Stati Uniti”.

“E’ essenziale che le risposte del governo alla pandemia COVID-19 siano basate sulle raccomandazioni degli esperti di salute pubblica e controllate da esperti di libertà civili e diritti umani”, ha detto Evan Greer di Fight for the Future, il cui gruppo chiede ai governi di evitare di ricorrere a una sorveglianza di massa per combattere la malattia. “I dati di localizzazione in tempo reale sono informazioni incredibilmente sensibili che possono mettere le persone in pericolo imminente se vengono divulgate, condivise in modo improprio o abusate”.

IN EUROPA SI CONDIVIDONO DATI AGGREGATI ANONIMI

“La tecnologia può ancora giocare un ruolo negli sforzi degli Stati Uniti contro il virus. Gli operatori di telefonia mobile in Italia, Germania e Austria stanno condividendo dati aggregati anonimi con le autorità sanitarie. Facebook ha annunciato che condividerà alcuni dati con i ricercatori, e questo potrebbe essere più appetibile negli Stati Uniti rispetto al tracking individuale. Ma anche in questo caso, senza test diffusi sul coronavirus, tali dati sono probabilmente meno utili”, evidenzia Axios.

SUPERCOMPUTER IN AZIONE

“Un consorzio di aziende tecnologiche, laboratori nazionali e università sta invece sfruttando i supercomputer per aiutare a identificare i farmaci che potrebbero essere utili nel trattamento di COVID-19 – sottolinea Axios -. In assenza di dati di test approfonditi, le aziende stanno anche cercando di utilizzare altri tipi di informazioni. Il produttore di termometri intelligenti Kinsa sta condividendo le mappe delle temperature delle persone, mentre altri gruppi stanno cercando di analizzare i limitati dati sui virus per vedere chi potrebbe essere più vulnerabile”.

STAMPA 3D E INTERNET SUGLI SCUDI

Infine, “la stampa 3D può contribuire a rifornire le scarse forniture mediche e parti di ventilatori, con HP e Carbon tra coloro che stanno cercando di portare avanti questo sforzo. E naturalmente, c’è internet che si è dimostrato un’ancora di salvezza vitale per i milioni di persone che rimangono a casa nel tentativo di rallentare la diffusione della malattia”, ha concluso Axios.

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