In un solo anno di sconvolgimenti sociali ed economici sarebbe dovuto cambiare l’atteggiamento del Governo, pare invece che nulla sia cambiato. E anche Draghi sembra adagiato su posizioni vecchie ed ampiamente criticate. Non arrivano soldi, le piccole aziende muoiono, i poveri aumentano e i vaccini sono una chimera. Se è vero che per ripartire servono distanziamento e vaccini, non si comprende come sia possibile mettere un obbligo su una cosa anticostituzionale e antidemocratica, ovvero la segregazione forzata in casa dopo le 22 e lasciare la vaccinazione al buon cuore dei laureati in medicina su Facebook.
In effetti mi sarei aspettato l’esatto contrario, ma analizziamo le motivazioni di queste decisioni. Se Conte 1 e 2 avevano poggiato la loro azione di contenimento economico aumentando il debito pubblico e dando la mancia di pochi miliardi ai piccoli imprenditori, destinando la maggior parte alle grandi aziende, il Draghi 1 non è da meno. Vero è che questo atteggiamento ha messo una pezza al bilancio di stato che ha incassato 50 miliardi in meno rispetto al 2019, come altrettanto vero che il Pil si è mantenuto sopra soglia 1.600 miliardi, ma se Pil e bilancio di stato hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, lo stesso non è accaduto per oltre 3 milioni tra lavoratori e proprietari di bar, ristoranti, alberghi, taxi, autotrasporti, lidi, palestre e tanti altri ancora. La motivazione è semplice, 3 milioni di lavoratori delle grandi aziende valgono molto di più di 3 milioni di lavoratori frammentati e senza voce.
Di questo passo, senza vaccini e senza più la certezza di mettere sulla tavola un piatto caldo a pranzo e a cena, corriamo il serio rischio che il malcontento montante non si possa più fermare. Servono misure drastiche ed immediate. Serve che il Presidente Draghi si prenda questa coperta da terra, vada a Bruxelles e faccia capire che se vogliamo tenere questa Europa unita bisogna mettere mano alle stamperie per emettere euro a pioggia, come tra l’altro da lui stesso suggerito in tempi non sospetti. L’Italia per ripartire ha bisogno solo di due cose. Mille miliardi di euro emessi dalla banca centrale europea e pagabili a trent’anni a tasso fisso e 250 milioni di vaccini per coprire un paio di anni. Capisco che il momento è propizio per cambiare gli asset economici mondiali, ma l’Italia non è la Siberia. L’Italia deve puntare al turismo, alla gastronomia e a tutte quelle altre attività tanto apprezzate nel mondo.
Se ci dobbiamo adeguare al mantra del tutto green, tutto smart, tutto tecnologizzato va bene, ma al ristoratore di Castellammare di Stabia o all’albergatore di Serra di Falco, o al tassista di Foggia o la palestra di Mirano hanno poco da smartizzare. Ormai è chiaro che molti di questi non avranno le forze per riaprire, ma proprio perché siamo l’Italia e perché è un dovere cristiano e sociale, è necessario accompagnare economicamente tutte queste persone, ma non con gli spiccioli, servono soldi veri e subito.
Pare però che l’Europa da questo orecchio non ci senta e infatti ha portato i tassi di interesse sul negativo. Follia, pura follia. Chi pagherà questo costo? Ovviamente tutta Europa. Ma allora, non era meglio stampare soldi? Lo ha fatto l’America, lo hanno fatto i Cinesi e i risultati si vedono. Perché dobbiamo stare sotto scopa di 4 banchieri olandesi?
Carissimo Presidente Draghi, è ora di cambiare musica.