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Covid-19

Coronavirus, perché sono folli i paragoni con l’influenza. Il Post di Burioni

Chi afferma che questo virus è meno grave, o poco più grave dell‘influenza, dice una bugia senza senso. Ecco perché. Il post del virologo Roberto Burioni

 

Da parte di alcuni organi d’informazione, supportati dalle sconcertanti affermazioni di qualche collega, si tenta di minimizzare il problema causato dal coronavirus. Non so perché stia accadendo, non mi piace e non penso sia giusto trattare i lettori come se fossero bambini di cinque anni.

IL CORONAVIRUS IN ITALIA NON CIRCOLA

In Italia non c’è alcun pericolo. Il virus non circola, anche grazie alle energiche e sacrosante misure messe in piedi e mantenute ostinatamente dal Ministro Roberto Speranza. Se altri Paesi non fanno quello che fa l’Italia, sappiate che sono loro a sbagliare e non noi. Per cui non è giustificata nessuna preoccupazione, nessuna discriminazione odiosa nei confronti dei cinesi e non è necessaria nessuna precauzione particolare, se non quella di evitare i viaggi verso le zone interessate dall’infezione.

I PARAGONI INSENSATI TRA CORONAVIRUS E INFLUENZA

Però, le scemenze non si possono dire. Chi afferma che questo virus è meno grave, o poco più grave dell‘influenza, dice una bugia senza senso. Contro l’influenza abbiamo già un’immunità – chi più, chi meno -, un vaccino e farmaci efficaci. Le morti causate dall’influenza sono in grandissima parte persone con altri problemi di salute, avanti negli anni e in pessime condizioni, che da questo virus ricevono il colpo di grazia.

CHE COSA NON SI HA CONTRO IL CORONAVIRUS

Contro il coronavirus non abbiamo probabilmente un’immunità (è un virus nuovo), non abbiamo vaccino e neppure farmaci. Inoltre, la patologia causata da questo virus è probabilmente più grave di quella attualmente causata dal virus influenzale, anche in persone giovani e in perfetta salute.

IL CORONAVIRUS NON E’ UN’INFLUENZA

Per cui niente panico, ma il coronavirus non è l’influenza, e chi vi dice il contrario vi sta mentendo. Non vorrei che mentre ci preoccupiamo dell’informazione che arriva dalla Cina, ci trovassimo un’informazione “cinese” in Italia.

Roberto Burioni

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