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Spie Russe

Come e perché la Russia amoreggia con il Sudan

Mosca rafforza la presenza russa in Africa, contribuendo, insieme alla Cina, a contrastare fortemente sia la presenza francese sia quella americana

 

Il primo ministro della Federazione Russa, Mikhail Mishustin, ha firmato venerdì 25 giugno il decreto che consente la realizzazione dell’importantissima infrastruttura navale russa in Sudan.

Questo accordo naturalmente è stato possibile anche grazie all’intensificazione della sinergia in ambito militare tra Mosca e Khartoum.

Sotto il profilo strategico questo accordo consentirà alla Russia di realizzare un centro logistico nelle prossimità di Port Sudan di fronte al Mar Rosso e ciò darà la possibilità alla Russia di dispiegare unità militari.

Dal punto di vista finanziario le esportazioni russe in Sudan non potranno che rafforzarsi. Infatti la Russia avrà la possibilità di servirsi delle infrastrutture aeroportuali sudanesi per agevolare le proprie esportazioni e importazioni prive di dazi doganali, ma soprattutto consentirà alla marina militare russa di avere la prima base navale in Africa.

Complessivamente questo accordo rafforza la presenza russa in Africa ed, insieme a quella cinese, contribuisce a contrastare fortemente sia quella francese sia quella americana.

È evidente che la politica assertiva russa a livello globale sia profondamente osteggiata dagli Stati Uniti che applicano una strategia spesso indiretta per contrastare la Russia  per esempio attraverso l’Ucraina e attraverso l’Inghilterra.

Per quanto riguarda l’Ucraina questa ha imposto il 24 giugno una nuova serie di sanzioni che avranno durata triennale contro la Russia nei confronti di quelle banche che sono presenti nei territori delle cosiddette repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nell’Ucraina Orientale. In particolare le sanzioni hanno colpito 55 banche russe, sanzioni queste che vanno ad aggiungersi a quelle nei confronti dei periodici russi quali Lenta, Gazeta e le agenzie di stampa come la TASS.

Per quanto riguarda la postura posta in essere dall’Inghilterra non si può non fare riferimento al recentissimo episodio avvenuto nelle acque di Capo Fiolent, in Crimea, da parte della nave da guerra inglese Defender, che sarebbe entrata nel territorio della Federazione Russa per ben 3 km.

Di fronte a questa provocazione la flotta del Mar Nero della federazione russa aperto il fuoco lungo la rotta della nave inglese come misura preventiva. Di estremo interesse e significato politico il fatto che proprio il ministro della difesa ucraino Dmytro Kuleba, abbia stigmatizzato l’episodio affermando come la reazione russa dimostri la politica provocatoria da aggressiva della federazione nel Mar Nero e nel Mare di Azov. Una reazione questa che costituisce lo specchio fedele della posizione americana.

Ebbene le continue e costanti esercitazioni della Nato, che per Mosca sono naturalmente delle provocazioni, sono finalizzate a contenere sia la Russia che la Cina. Per quanto riguarda l’Inghilterra non c’è dubbio che la sua rinnovata postura offensiva anche nell’indo Pacifico sia finalizzata a fare recuperare autorevolezza e credibilità alla politica estera inglese che per lungo tempo è rimasta congelata e schiacciata da quella dell’alleato americano.

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