skip to Main Content

Tempest

Leonardo, ecco come il governo lavora sulla convergenza Tempest-Fcas

Tempest, firmato accordo governativo tra Italia, Regno Unito e Svezia. L'Italia - sottolinea il ministero della Difesa - ritiene auspicabile, come pure altri Paesi partecipanti sia a Tempest sia al progetto Fcas (Francia, Germania e Spagna), la convergenza dei due programmi. Tutti i dettagli

 

Accelera il programma Tempest,  il sistema di combattimento aereo del futuro d’iniziativa britannica a cui hanno aderito il nostro paese e la Svezia nel 2019.

Lo scorso 21 dicembre “il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha sottoscritto insieme al Segretario di Stato per la Difesa del Regno Unito Ben Wallace e della Svezia Peter Hultkvist, un accordo trilaterale per lo sviluppo del nuovo sistema d’arma Tempest”. Lo ha riportato per primo una nota dell’Agenzia Nova ieri sera.

L’accordo certifica la collaborazione trilaterale nell’ambito del programma avviata lo scorso 22 luglio dalle industrie nazionali coinvolte.

“All’accordo seguiranno i Project Arrangement e la fase di Full Development, attualmente prevista a partire dal 2025”.

E c’è di più. Secondo la nota, l’Italia ritiene auspicabile “l’opportunità di valutare nel tempo una possibile convergenza dei due programmi” Tempest e il concorrente franco-tedesco-spagnolo Fcas.

Tutti i dettagli.

L’ACCORDO GOVERNATIVO SUL TEMPEST

“L’accordo, denominato Future Combat Air System Cooperation MoU (Memorandum of Understanding), disciplina i principi generali per una collaborazione paritaria tra i tre Paesi e riguarda tutte le attività comprese la ricerca, lo sviluppo e il joint concepting necessarie ai governi per operare la scelta dell’acquisizione di un sistema aereo avanzato in sostituzione dell’Eurofighter”.

“CHE VALORIZZERÀ L’INDUSTRIA NAZIONALE”

L’accordo, sottoscritto tra le uniche nazioni europee che conoscono, producono e già utilizzano tecnologie aeronautiche di quinta generazione, — prosegue la nota — base necessaria per la costruzione dei futuri velivoli, consentirà di “valorizzare l’industria nazionale, garantendo l’accrescimento del know-how in un settore pregiato come quello delle tecnologie abilitanti ai velivoli di sesta generazione.

RICADUTE OCCUPAZIONALI

“In tale contesto, un ulteriore fattore di crescita economica per il Paese sarà rappresentato dal coinvolgimento delle piccole e medie imprese nazionali e il programma Tempest potrà riversare i propri effetti benefici anche sull’aspetto occupazionale nel settore dell’industria della difesa, nei Centri di Ricerca e nelle Università”.

LE INDUSTRIE COINVOLTE

Le tre industrie nazionali comprendono le principali società di difesa di Regno Unito (Bae Systems, Leonardo UK, Rolls Royce e Mbda UK), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e MBDA Italia) e Svezia (Saab e GKN Aerospace Sweden).

LE RISORSE PREVISTE DAL DPP 2020-2022

Il programma Tempest figura tra i programmi prioritari della Difesa, sottolinea la nota.

“Nel Documento programmatico pluriennale (Dpp), recentemente presentato al Parlamento, una prima importante linea di finanziamento per la partecipazione italiana a Tempest è stata chiaramente individuata nell’ambito del programma Eurofighter, per consentire il concreto avvio delle attività, attraverso la cosiddetta transizione “Typhoon to Tempest”.

QUANTO HA SPECIFICATO GUERINI

A fine ottobre la Difesa ha pubblicato infatti il Dpp, il quale non contiene in realtà una prima tranche di finanziamenti per il Tempest. A differenza dei partner inglese e svedese, l’Italia non ha definito ancora quale finanziamento assegnare al nuovo programma, come lamentato anche dagli analisti ed esperti del settore.

Ma secondo il ministro della Difesa Guerini il Dpp per la difesa per il triennio 2020-2022 contiene le risorse anche per il Tempest.

“Sono individuate all’interno del programma operante gli Eurofighter”, ha spiegato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, nel corso dell’audizione davanti alle commissioni riunite della Difesa di Camera e Senato nell’ambito dell’esame del Dpp.

COSA C’È SCRITTO NEL DPP 2020-2022

“I volumi del programma F-2000 (Eurofighter) — si legge nel Dpp — utili a detto strategico scopo sono stimati in ca. 742 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno quote per ulteriori 760 milioni di euro — da ricercare nell’ambito di consolidate sinergie a livello intergovernativo ed in stretta collaborazione con l’industria – garantendo il pieno soddisfacimento del fabbisogno esigenziale di competenza nazionale per la fase di R&D, condotta congiuntamente a UK e Svezia”.

L’IMPEGNO DEL REGNO UNITO

Ricordiamo che il Regno Unito ha già impegnato 2 miliardi di sterline per il programma lanciato nel 2018, che punta a iniziare la produzione entro il 2025, con consegna del sistema aereo da combattimento entro il 2035. Il caccia stealth di sesta generazione dovrebbe sostituire l’Eurofighter Typhoon dal 2040.

E QUELLO DELLA SVEZIA

Contemporaneamente all’annuncio della partnership trilaterale, la svedese Saab ha rivelato un investimento iniziale da 50 milioni di sterline e la creazione di un nuovo centro “Future combat air systems” nel Regno Unito.

CONVERGENZA TRA TEMPEST E FCAS

Sempre nell’ambito della realizzazione dei velivoli di sesta generazione, la nota stampa riporta che l’Italia ritiene auspicabile, come pure altri Paesi partecipanti sia a Tempest sia al progetto Fcas trilaterale (Francia, Germania e Spagna), “l’opportunità di valutare nel tempo una possibile convergenza dei due programmi, per rendere il prodotto europeo ulteriormente competitivo su scala globale, anche per non rischiare l’avvio di una concorrenza tra gruppi europei, non facilmente sostenibile e che rischierebbe probabilmente di andare a beneficio di altri attori regionali con capacità globali, che stanno sviluppando analoghe tecnologie”.

GIÀ AUSPICATA DAL SOTTOSEGRETARIO TOFALO

Riguardo al caccia di sesta generazione europeo, quest’estate già il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo aveva affermato che il futuro è la convergenza dei programmi finora avviati. Ovvero il franco-tedesco-spagnolo Fcas e il Tempest.

Per Tofalo i due programmi dovranno assolutamente convergere se “vogliamo andare a realizzare un vero prodotto di sesta generazione”.

IPOTESI ALLONTANATA DAL REGNO UNITO

Ma i funzionari britannici respingono la necessità di unire l’iniziativa Tempest con quella franco-tedesca-spagnola. Come ha sottolineato l’analista Aurelio Giansiracusa, animatore di Ares-Osservatorio Difesa, “Londra respinge l’idea di fondere il programma Tempest con il Fcas per motivi tecnologici ed industriali. Infatti, la Gran Bretagna sostiene che il programma Fcas nasce per esigenze diverse, tra cui quella di sostituire i Rafale imbarcati sulla portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle della Marine Nationale, nonché di sostituire i Rafale dell’Armée de l’Air, i Tornado IDS e gli eventuali successori nella Luftwaffe per lo strike nucleare.”

Infine, avere due programmi in Europa mantiene “un livello di pressione competitiva sui nostri settori”, ha fatto presente ad AviationWeek Richard Berthon, direttore del programma di acquisizione di aerei da combattimento del Ministero della Difesa britannico: “Tale concorrenza è stata utile non trascinando l’Europa in un monopolio dell’offerta”.

Back To Top