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Google News Showcase, cos’è e come funziona

Mentre i Paesi di tutto il mondo stanno studiando modi per costringere le piattaforme tecnologiche a remunerare gli editori, Google promuove News Showcase, il suo nuovo sistema con cui paga i media per una selezione di contenuti

 

Google sta cedendo al pagamento degli editori, ma alle proprie condizioni.

News Showcase è il prodotto messo a punto da Google per negoziare con i media accordi sulla remunerazione per le notizie.

Negli ultimi tempi le autorità di regolamentazione di tutto il mondo, incoraggiate dai gruppi di interesse dell’industria dell’informazione, hanno spinto per introdurre una legislazione che richiederebbe ai colossi della tecnologia come Google e Facebook di pagare direttamente gli editori per la condivisione delle notizie.

Google ha resistito per anni all’idea di pagare gli editori. Ha persino minacciato di ritirare Google News dall’Europa se l’Ue avesse imposto politiche simili, dopo l’approvazione della Direttiva Ue sul Copyright.

Ma dopo aver realizzato che la tendenza è probabilmente inevitabile, Google ha adottato un approccio più orientato al compromesso con gli editori.

Come dimostrano gli accordi raggiunti con i media prima in Francia e poi in Australia, dove il colosso di Mountain View ha subito forti pressioni da parte delle autorità di regolamentazione per la remunerazione degli editori.

E questi accordi si basano appunto su Google News Showcase. Il recente programma di licenze di Google per pagare gli editori “per contenuti di alta qualità”. Al momento il prodotto riguarda oltre 500 pubblicazioni in tutto il mondo. “Ci auguriamo di poter annunciare nuove partnership molto presto”, ha dichiarato Don Harrison, President of Global Partnerships di Google.

Secondo il Sole 24 Ore, quel molto presto dovrebbe riguardare anche l’Italia, dove Google e importanti editori sono in dirittura d’arrivo su un’intesa.

IL BRACCIO DI FERRO CON IL GOVERNO AUSTRALIANO

Secondo il governo australiano (e non solo) Google e altri giganti della tecnologia hanno guadagnato miliardi di dollari dalla pubblicità negli ultimi anni.

Dall’altro lato le piattaforme online sostengono che gli editori forniscono volontariamente i titoli, le immagini e i link che gli utenti condividono sui social media e che tale condivisione serve l’interesse degli editori, dal momento che alcuni utenti faranno clic sulle proprie pagine.

Incapaci di competere con i colossi tecnologici, gli editori di notizie hanno dovuto cercare alternative agli introiti pubblicitari per sopravvivere.

Proprio per questo Canberra ha elaborato una proposta di legge per costringere le piattaforme tecnologiche (Google e Facebook) a pagare gli editori per i titoli e i link che riempiono i post dei loro utenti, tramite termini stabiliti da una terza parte.

Se approvata, si tratterebbe di una prima volta a livello mondiale.

Inizialmente sul piede di guerra, in extremis Google ha stretto un accordo con News Corp per eludere le imminenti regole australiane

E per un colosso che negozia un’intesa, un altro mantiene il punto. Facebook limiterà per gli editori e le persone in Australia la condivisione o la visualizzazione di contenuti di notizie australiane e internazionali. Lo ha comunicato la società in un post sul blog poche ore dopo l’annuncio dell’accordo tra Google e News Corp.

LA PARTNERSHIP CON NEWS CORP

Poco prima della mossa di Facebook, Google aveva annunciato infatti di aver siglato un accordo pluriennale con News Corp, il più grande proprietario di giornali in circolazione in Australia, per pagare i suoi contenuti. Google aveva già stretto accordi simili con diversi editori australiani precedentemente.

Fra le pubblicazioni del gruppo di Murdoch che rientrano nell’accordo di distribuzione vi sono il Wall Street Journal, Barron’s, MarketWatch e il New York Post negli Usa, il Times, il Sunday Times e il Sun nel Regno Unito e varie piattaforme fra cui The Australian, news.com.au e Sky News in Australia.

Il gruppo editoriale di Murdoch riceverà dunque “pagamenti significativi” per presentare le notizie nella vetrina Google News Showcase.

E LA QUERELLE CON LA STAMPA FRANCESE

Tregua raggiunta quindi tra l’Australia e Google sulla remunerazione degli editori.

Un mese prima anche in Francia pace raggiunta tra Big e l’editoria dopo mesi di controversie. La direttiva europea sul copyright, approvata nel 2019, consente infatti agli editori di richiedere una commissione dalle piattaforme online che mostrano estratti delle loro notizie. E la Francia è il primo paese ad aver recepito la direttiva nel proprio ordinamento.

A fine gennaio Google e l’Alleanza della stampa francese (Apig) —che rappresenta 300 quotidiani e settimanali francesi — hanno annunciato la sigla di un’intesa che spiana la strada alla remunerazione dei quotidiani nazionali e regionali transalpini da parte del colosso di Mountain View. “Ci sono voluti l’Antitrust che ha imposto a Google di sedersi a trattare con gli editori sul riconoscimento di compensi per i “diritti connessi” e la Corte d’Appello di Parigi che ha confermato la decisione. Ma alla fine gli accordi sono stati trovati. E centrale è la scommessa su Google News Showcase.” ha sottolineato il Sole 24 Ore.

IL PROGETTO GOOGLE NEWS SHOWCASE

Dopo l’annuncio lo scorso giugno, il 1° ottobre Google ha lanciato Google News Showcase. Il colosso statunitense investirà 1 miliardo di dollari in partnership con editori di notizie in tutto il mondo nei prossimi tre anni per creare e curare giornalismo di alta qualità attraverso il nuovo prodotto News Showcase.

Si tratta di una sorta di vetrina dove gli editori partecipanti possono curare e decidere autonomamente come presentare i propri contenuti sulla piattaforma.

GLI INVESTIMENTI DI BIG PER L’EDITORIA

Si tratta del più grande impegno finanziario di Google per il settore dell’informazione. Nel 2018, ha impegnato 300 milioni di dollari per gli sforzi a sostegno dell’industria dell’informazione. Google News Showcase riprende quell’impegno suo programma di licenze per le notizie esistente, in cui paga editori selezionati per presentare le loro storie in Google News e Ricerca.

“Nel corso degli anni Google ha investito in modo significativo per aiutare il settore delle news, per esempio con la Google News Initiative, con strumenti di tecnologia pubblicitaria, con servizi per gli abbonamenti, e più recentemente con l’investimento da 1 miliardo di dollari dedicato alle partnership con gli editori attraverso Google News Showcase, che offre una remunerazione per la cura dei contenuti e un’esperienza più ricca delle notizie online” ha dichiarato Don Harrison, President of Global Partnerships di Google, in occasione della partnership con News Corp. “Ci auguriamo di poter annunciare nuove partnership molto presto”.

PRESTO ANCHE L’ITALIA IN GOOGLE NEWS SHOWCASE?

Secondo il Sole 24 Ore, “quel molto presto, dovrebbe riguardare anche l’Italia, dove Google e importanti editori sono in dirittura d’arrivo su un’intesa. Tutto ruoterà attorno a Google News Showcase, prodotto che ora riguarda oltre 500 pubblicazioni a livello globale in una dozzina di Paesi tra cui Germania, Brasile, Canada, Francia, Giappone, Uk e Argentina. Saranno i singoli editori a scegliere le storie da presentare nel pannello vetrina. E Google pagherà a monte per questa produzione”.

IL COMPROMESSO DI GOOGLE

Mentre le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno minacciato Google con legislazioni per costringere le piattaforme digitali a pagare gli editori alle condizioni dei responsabili politici, Google è intervenuta a monte. Il colosso del motore di ricerca ha creato dunque un prodotto per gli editori con cui sì li retribuisce per le notizie sulla piattaforma ma allo stesso tempo negozia quelli che sono i propri termini di pagamento.

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