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Ecco cosa farà Leonardo per Artemis

Il 25 settembre l'Italia ha firmato un protocollo di intesa con gli Stati Uniti che vedrà il nostro Paese tra i partner del programma Artemis, che ha come obiettivo a riportare l'uomo sulla Luna per il 2024. Il ruolo di Leonardo e di Thales Alenia Space

“Ci vedremo sulla Luna prossimamente”. Ha salutato così Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per lo spazio, l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine dopo la firma dell’accordo tra Italia e Usa sulla missione Artemis.

Il 25 settembre l’Italia ha firmato infatti un protocollo di intesa con gli Stati Uniti che vedrà il nostro Paese tra i partner del programma Artemis, che ha come obiettivo a riportare l’uomo sulla Luna per il 2024.

“La dichiarazione di intenti che firmiamo è il riconoscimento delle nostre eccellenze scientifiche e produttive”, ha detto Fraccaro, “e il nostro contributo sarà all’altezza”.

Anche il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, ha espresso “grande soddisfazione” in merito all’accordo.

L’accordo sancisce il Joint Statement for Cooperation in Space Exploration firmato dalla Nasa e dall’Asi lo scorso ottobre a Washington. L’Italia è il primo Paese europeo a raggiungere questa intesa con la Nasa.

Sempre in settimana, l’agenzia spaziale statunitense ha formalmente presentato il suo piano da 28 miliardi di dollari per tornare sulla Luna entro il 2024.

L’INTESA SIGLATA TRA ITALIA E STATI UNITI

La Dichiarazione d’intenti firmata dal sottosegretario Fraccaro e dall’amministratore dell’agenzia spaziale Usa Bridenstine “conferma la storica amicizia tra i due Paesi e la lunga tradizione di cooperazione bilaterale tra l’Agenzia spaziale italiana e la Nasa”. “Gli Stati Uniti sono storicamente il nostro interlocutore di riferimento per un settore che sarà sempre più strategico per la competitività la crescita e il benessere degli Stati”.

Inoltre “apre la strada alla forte presenza dell’Italia all’interno del programma Artemis”, ha dichiarato Riccardo Fraccaro.

 IL PROGRAMMA ARTEMIS

Il 21 settembre l’agenzia spaziale Usa ha formalmente presentato il suo piano da 28 miliardi di dollari per tornare sulla Luna entro il 2024.

Come parte del suo programma Artemis, la Nasa prevede di inviare la prima donna e il prossimo uomo sulla superficie lunare nel 2024 e stabilire una presenza sostenibile lì entro la fine del decennio.

Artemis rappresenta dunque il prossimo passo nell’esplorazione umana ed è una parte della più ampia strategia Moon to Mars della Nasa. Nello specifico, le operazioni lunari della Nasa forniranno all’Agenzia l’esperienza e le conoscenze necessarie per consentire una missione umana su Marte.

BRIDENSTINE: “QUESTA PARTNERSHIP SI ESTENDERÀ ALLA COOPERAZIONE NELLA PROSSIMA FASE”

“La firma rappresenta l’ultimo capitolo di una cooperazione di successo tra gli Stati Uniti e l’Italia nell’area dell’esplorazione spaziale”. Ha dichiarato il numero uno della Nasa Bridenstine. “Il forte sostegno del governo italiano ad Artemis assicura che questa partnership si estenderà alla cooperazione nella prossima fase di esplorazione sulla superficie lunare”.

IL PARADIGMA DELLA NEW SPACE ECONOMY

Artemis è “una missione basata, oltre che sulla reciproca stima, su un approccio innovativo, su un nuovo paradigma, quello che viene chiamato la New Space Economy. L’obiettivo è quello di allargare il mercato agli operatori commerciali, non solo esclusivamente spaziali, ma creare un volano che aumenterà la crescita di entrambi i Paesi”. Ha concluso Fraccaro.

IL CONTRIBUTO ITALIANO

Il contributo italiano al Programma Artemis, che sarà dettagliato con dei successivi Accordi Attuativi tra l’Asi e la Nasa, riguarderà la fornitura di moduli abitativi per l’equipaggio, la conduzione di esperimenti e indagini scientifiche sulla superficie lunare e la fornitura di servizi di telecomunicazione attraverso risorse di superficie e costellazioni orbitali lunari.

I FORNITORI

Finora, la Nasa ha firmato 11 contratti con aziende aerospaziali fornitrici, quasi tutte statunitensi., ha scritto Repubblica: “Nell’elenco ci sono nomi storici del settore, come la Boeing e la Lockheed Martin Space System. Ma la Nasa ha chiamato dentro anche due start-up, come la Blue Origin (proprietà di Jeff Bezos di Amazon) e SpaceX (il “giocattolo” di Elon Musk, fondatore di Tesla). Adesso, grazie all’accordo che il nostro governo porta a casa, anche Leonardo si aggiunge alla schiera dei fornitori di tecnologia d’avanguardia”.

LE RICADUTE PER L’INDUSTRIA ITALIANA SECONDO LEONARDO

L’intesa storica siglata tra Italia e Stati Uniti “ammonta potenzialmente a circa un miliardo di euro per l’industria nazionale”, ha dichiarato in una nota il ceo del colosso della difesa e aerospazio Leonardo, Alessandro Profumo. Sottolineando che “queste sono le stime dell’impatto economico nel breve e medio termine del Joint Statement”.

Secondo Profumo, “il nostro Paese, oltre all’importantissimo contributo sul piano tecnico e scientifico, fornirà alla missione lunare l’apporto tecnologico necessario alla costruzione dei sistemi di allunaggio (lander) e alla realizzazione degli ulteriori moduli abitabili di superficie (shelter). Dalla cooperazione con gli Usa, quindi, per l’Italia ci sarà anche un ritorno industriale diretto dal valore superiore al miliardo di euro, senza contare tutti gli effetti positivi per la filiera e l’indotto dello spazio”.

L’industria spaziale italiana impiega attualmente 8.000 lavoratori, di cui 5.000 in Leonardo, e genera un fatturato annuo di circa 2 miliardi di euro.

I POSSIBILI CONTRIBUTI SECONDO THALES ALENIA SPACE

Fra i possibili contributi che l’Italia potrà dare all’esplorazione lunare, l’amministratore delegato di Thales Alenia Space, joint venture tra la francese Thales (67%) e l’italiana Leonardo (33%), Massimo Comparini, ha indicato la “nuova generazione di elementi pressurizzati abitabili, quali il primo habitat di superficie o la cabina che farà approdare gli astronauti sulla Luna”.

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