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EastMed

Perché l’intesa sul gasdotto tra Grecia, Italia, Cipro e Israele preoccupa Russia e Paesi Arabi

L'articolo di Giusy Caretto

C’è l’accordo sul gasdotto EastMed. Grecia, Italia, Cipro e Israele hanno raggiunto l’intesa per la costruzione di un’infrastruttura che collega le riserve di gas dello Stato ebraico ai tre Paesi.

Il progetto, che avrà un costo superiore ai 7 miliardi di dollari, cambierà gli equilibri dello scacchiere energetico mondiale – secondo gli osservatori – con l’Italia e l’Europa in generale sempre meno dipendente dalla Russia e dai suoi giochi geopolitici. E non solo: il gasdotto avrà effetti immediati anche sull’influenza araba nel Vecchio Continente. Andiamo per gradi.

IL PROGETTO

Il gasdotto, che avrà la capacità di trasportare fino a 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno, avrà una lunghezza di 2 mila chilometri e trasporterà il gas estratto dai giacimenti israeliani e ciprioti nel Levante fino ad Otranto, passando per Creta e la Grecia.

EastMed prenderà avvio a circa 170 chilometri dalla costa meridionale di Cipro.

LA TEMPISTICA

I lavori per la realizzazione del progetto, affidati ad Igi Poseidon, dovrebbero iniziare nel giro di pochi mesi per concludersi in 5 anni, secondo quanto riferito dalla Tv Hadashot.

LA PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA

L’Unione europea crede nell’infrastruttura: ha già investito 100 milioni di dollari in uno studio di fattibilità per il progetto (che presenta importanti sfide tecniche dovute alle profondità dell’opera).

Per l’Italia, è stato l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, nell’aprile del 2017, a mettere la firma per dire “Sì” al progetto, ma già nel 2011 la società IGI Poseidon ottenne il decreto di autorizzazione unica del ministero dello Sviluppo Economico che approvava il progetto definitivo e autorizzava la costruzione e l’esercizio dell’opera nella città di Otranto.

UN CAMBIO DEI RAPPORTI FORZA

La realizzazione del gasdotto e le nuove alleanze energetiche cambieranno i rapporti forza all’interno dello scacchiere energetico mondiale. Se da una parte, infatti, l’Europa sarà sempre meno dipendente dalla Russia, dall’altra sarà anche meno “influenzabile” dai Paesi Arabi.

“Per decenni ci siamo lamentati dell’influenza araba in Europa a causa del petrolio e del gas. La realizzazione del gasdotto andrà a modificare, in parte, questa influenza e sarà un contrappeso al potere arabo”, ha affermato il ministro dell’Energia, Yuval Steinitz.

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