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Ex Ilva, ecco la richiesta miliardaria di Arcelor Mittal allo Stato

Arcelor Mittal chiede al governo un miliardo e mezzo di euro (Patuanelli critico). Nel frattempo, i dipendenti del siderurgico ex Ilva a Taranto scioperano. Ecco tutti i dettagli.

 

Il colosso Arcelor Mittal chiede al governo un miliardo e mezzo di euro. Nel frattempo, i dipendenti del siderurgico ex Ilva a Taranto scioperano. Ecco tutti i dettagli.

Dalle 7 di questa mattina è in corso nel siderurgico di Taranto e in tutto il gruppo ArcelorMittal uno sciopero di 24 ore indetto dalle sigle Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm per protestare contro il nuovo piano industriale 2020-2025 che la società venerdì scorso ha presentato al Governo.

Sempre da questa mattina alle 7, e’ in corso un altro sciopero, sempre con la stessa motivazione indetto dal sindacato Usb che però durerà 48 ore. Alle 10 di oggi, invece, il Governo incontrerà in video conferenza i sindacati confederali, metalmeccanici, l’Usb, l’Ugl e i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria (proprietaria degli impianti siderurgici) per una discussione sul piano. Alla convocazione di oggi non e’ invitata ArcelorMittal.

Fim, Fiom e Uilm questa mattina stanno anche effettuando un presidio di protesta davanti alla direzione dello stabilimento di Taranto. Fim, Fiom e Uilm dicono che “l’unica cosa certa contenuta all’interno del piano industriale sono gli esuberi del personale”.

Complessivamente, si spiega, sono 5mila, tra Ilva in amministrazione straordinaria, 1800, perché non più riassunti e ricollocati da ArcelorMittal, e 3200 solo in quest’ultima società, che vuole ridurre a 7500 gli occupati nel gruppo. I sindacati parlano di “pesantissime ricadute sul piano occupazionale nel bacino degli appalti”. La protesta in corso vuole essere per i sindacati anche un segnale al Governo, vista la concomitanza con l’incontro di stamattina, perche’ Fim, Fiom e Uilm “ritengono inaccettabile l’atteggiamento del governo che continua a trattare con ArcelorMittal, una controparte che ha dato dimostrazione di essere un soggetto inaffidabile e che non rispetta gli impegni sottoscritti continuando a rinviare gli investimenti sulle innovazioni tecnologiche e non garantendo la manutenzione degli impianti”. Per il sindacato Usb, invece, “la gestione ArcelorMittal e’ diventata insopportabile oltre ad essere pericolosa per i lavoratori”.

Intanto, come scrive oggi il Sole 24 ore, Mittal chiede al Governo un miliardo e mezzo di euro. Per la precisione, fra soldi a fondo perduto e linee di credito a garanzia pubblica, vuole 1,455 miliardi: “Non li vuole tutti subito. Li vuole, un pezzo alla volta, entro due anni. A pagina cinque del Post Covid Business Plan 2020-2025 inviato da Londra a Roma venerdì scorso, nel capitolo “funding” (risorse, finanziamenti) viene chiarita la componente finanziaria che il gruppo franco-indiano domanda allo Stato italiano di sobbarcarsi”, ha scritto il quotidiano di Confindustria.

Le richieste di Arcelor rispetto a Stato e controllate di Stato è così sintetizzato oggi dal Sole 24 Ore: “Quest’anno ArcelorMittal vuole 200 milioni di euro a fondo perduto – “a state aid-compliant”, un aiuto di Stato – per i danni provocati sui mercati internazionali dal Covid-19. Sempre quest’anno, chiede un prestito di 600 milioni di euro con garanzia statale, dunque una linea coperta dalla Sace. Nel 2021, domanda 55 milioni di euro a Invitalia per i diritti sulla CO2. Nel 2022 – dopo l’acquisizione, perché adesso il contratto è di affitto – chiede altri 600 milioni di euro di prestiti con garanzia pubblica, per rifinanziare la prima linea di credito coperta dalla Sace”.

Conclusione: “Poco meno di un miliardo e mezzo di euro, dunque. A carico – in maniera diretta o indiretta – dei contribuenti italiani. Senza considerare quanto – qualora non saltasse il banco per mano, se ne avrà l’interesse, di ArcelorMittal o per mano, se ne avrà la forza, del Governo – lo Stato italiano dovrà impiegare per ricapitalizzare la società mista pubblico-privata che, in teoria, dovrebbe formarsi entro novembre”.

Qual è la reazione del governo? La proposta di piano industriale presentata da ArcelorMittal è “inaccettabile”: lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a quanto si apprende da fonti presenti all’incontro in videoconferenza in corso con i sindacati, perché mette in dicussione i livelli occupazionali e il piano di investimenti allungando “a dismisura” i tempi. La necessità è “di tutelare l’occupazione”, ha sottolineato.

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