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Libertà

Perché sono preoccupanti i dati italiani sulla bilancia dei pagamenti con l’estero

I dati pubblicati ieri da Bankitalia, relativi alla bilancia dei pagamenti con l’estero aggiornati a giugno, autorizzano purtroppo le peggiori preoccupazioni. Il commento di Giuseppe Liturri

Qualche settimana fa il Financial Times, con un lungo e ben documentato articolo, si chiedeva se l’Europa sarebbe sopravvissuta all’estate e al connesso previsto calo del turismo.

Infatti Paesi come Croazia (25%), Grecia, Portogallo, Spagna ed Italia (12%) traggono da questo settore percentuali consistenti del proprio Pil. Viceversa Paesi come Regno Unito, Francia e Germania hanno un’incidenza del turismo sul Pil tra il 5% ed il 10%.

I dati pubblicati ieri da Bankitalia, relativi alla bilancia dei pagamenti con l’estero aggiornati a giugno, autorizzano purtroppo le peggiori preoccupazioni.

Tra maggio e giugno si sono letteralmente volatilizzati miliardi di euro di spese di turisti stranieri in Italia, e il bilancio includendo marzo ed aprile peggiora ulteriormente.

Il saldo nel quadrimestre marzo-giugno 2020 per viaggi per motivi personali (escludendo motivi di cura e studio) si è ridotto a €455 milioni. Nello stesso periodo dell’anno precedente fu pari a €7.161 milioni. Un crollo di proporzioni epocali: in soli quattro mesi, peraltro nemmeno quelli di punta della stagione primaverile-estiva, si registrano 6.706 milioni in meno di spesa netta, data dal saldo tra viaggi degli italiani all’estero e viaggi degli stranieri in Italia. Il saldo complessivo, tenendo anche conto del calo dei viaggi per affari per i quali siamo “viaggiatori netti”, è solo leggermente migliore. Una ecatombe.

Un’idea dell’enormità di questo calo è anche confermata dal confronto con gli stessi mesi della precedente crisi del 2009/2010: il saldo era stato oscillante tra 3,3 e 3,9 miliardi. Ora siamo a poco più di un decimo.

Se si proiettasse questo dato da luglio ad ottobre (tutti mesi in cui nel 2019 il saldo dei viaggi per turismo aveva oscillato tra 2 e 3 miliardi, per un complessivo saldo di € 10.080 milioni), tenendo anche conto delle recenti restrizioni introdotte a cavallo di Ferragosto, è ipotizzabile un’altra perdita di circa 8/9 miliardi.

La somma della perdita già maturata e di quella ipotizzata potrebbe sfiorare i 15/16 miliardi, poco meno del 1% del Pil 2019, solo di minore spesa netta per i viaggi per turismo.

Sulla base di questi dati, appare agevole ipotizzare che il calo del Pil del terzo trimestre, i cui dati preliminari conosceremo il 31 ottobre, riserverà purtroppo amare sorprese ed avremo piena evidenza della totale sottovalutazione, da un lato, e del colpevole ritardo, dall’altro, con cui si è mosso il nostro governo per contrastare questa marea montante sin dalla primavera.

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