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Del Vecchio Mediobanca

Mediobanca, ecco cosa cela l’ascesa di De Vecchio

Tutte le ultime mosse di Del Vecchio (Essilor Luxottica) su Mediobanca. Fatti, numeri, scenari (e il commento di Sapelli)

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CHE COSA CAMBIA DOPO LA MOSSA DI DEL VECCHIO NELL’ESTABLISHMENT FINANZIARIO E NON SOLO

COME E PERCHE’ IL CENTRODESTRA SPARACCHIA CONTRO DELFIN

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Che cosa cambierà con la crescita di Del Vecchio in Mediobanca? Ecco fatti, numeri e scenari.

L’imprenditore Leonardo Del Vecchio, patron di Essilor Luxottica e primo socio di Mediobanca con poco meno del 10%, ha ufficialmente inoltrato alla Bce, tramite Bankitalia, la richiesta all’autorizzazione a salire al 20% dell’istituto di piazzetta Cuccia. La notizia, anticipata dal quotidiano la Repubblica, trova conferma da fonti finanziarie.

Il passaggio era atteso e se ne era già parlato sotto forma di indiscrezioni giornalistiche nei mesi scorsi, dopo il repentino ingresso nel capitale della banca, costruito a sorpresa in poco tempo.

La nuova mossa, che per ora rappresenta appunto soltanto una richiesta e che, anche se autorizzata, sarà un’opzione a disposizione di Del Vecchio e della holding Delfin, va letta, secondo quanto viene spiegato, su due fronti.

LA MOSSA DI ESSILOR SU MEDIOBANCA

Da un lato c’è la volontà di diversificare gli investimenti, ora concentrati su Essilor Luxottica (occhialeria) e Covivio (immobiliare), aumentando il peso della componente finanziaria, che vede una quota di spicco di Assicurazioni Generali.

LE MIRE DI DEL VECCHIO CON MEDIOBANCA

Dall’altro lato l’ultima manovra verso Piazzetta Cuccia, sottolineano fonti vicine all’imprenditore secondo l’agenzia Agi, “non e’ ostile”: vuole anche contribuire, specialmente in un momento in cui le quotazioni sono scese molto a causa della pandemia da Coronavirus, a una difesa del mondo finanziario italiano. Anche perché Mediobanca è “orfana” del patto di sindacato che fino agli anni scorsi di fatto blindava il controllo dell’istituto.

CHE COSA HA SCRITTO REPUBBLICA

“La Bce adesso ha 90 giorni per autorizzare Del Vecchio a salire fino al 20% di Mediobanca. Ma dato che l’iter è stato avviato attraverso via Nazionale potrebbe essere anche più celere. E così, una volta ricevuto il via libera, l’imprenditore potrebbe arrotondare la quota, senza fretta, sfruttando le opportunità di mercato e spingendosi dove nessun azionista di Mediobanca ha mai osato: a controllare 1 azione su 5”, ha scritto Repubblica.

I NUMERI DI MEDIOBANCA

Piazzetta Cuccia, che alla chiusura di venerdì capitalizzava qualcosa più di 5 miliardi, detiene il 13% circa di Generali, di cui è il primo socio, davanti a un gruppo di imprenditori (Caltagirone, lo stesso Del Vecchio, la famiglia Benetton, i De Agostini) che pesa per oltre il 15% nel capitale del Leone.

GLI ALTRI SOCI DI MEDIOBANCA

In Mediobanca il secondo socio è Mediolanum, con il 3,3%, seguito nuovamente dai Benetton, col 2,1% e da Fininvest, col 2%; complessivamente l’ex patto di sindacato, che ora è un accordo di consultazione, vale circa il 12,6%.

L’ANALISI DI PONS DI REPUBBLICA

“E’ abbastanza evidente – ha scritto oggi Giovanni Pons di Repubblica – che il management di Mediobanca non gradisca l’arrivo del patron di Luxottica: considera la sua un’operazione vecchio stile, un’anomalia che un imprenditore controlli il 20% di una banca che si è faticosamente guadagnata negli anni uno status da public company ben vista dagli investitori istituzionali. Del Vecchio però non ha intenzione di presentare liste alternative per il cda di Mediobanca, quindi non ha intenzione di sfiduciare il management, ma è possibile emergano diversità di vedute sulle strategie future”. (qui e qui gli approfondimenti di Start sulle contrastate relazioni fra Nagel e Del Vecchio).

IL TWEET DI PAOLO MADRON (EX LETTERA 43, GIORNALE CHE HA SOSPESO LE PUBBLICAZIONI)

IL COMMENTO DI URSO (FRATELLI D’ITALIA)

Il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, responsabile del dipartimento Imprese e Attività produttive di Fd’I e vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), denuncia: “Tra poco nella insipienza dei più, e con la complicita’ di alcuni, il sistema bancario e assicurativo italiano parlerà solo francese. Cosa ha da dire la Banca d’Italia e cosa la Consob? E il governo era all’oscuro di tutto?”. Il parlamentare aggiunge in una nota: “Apprendiamo, infatti, da un quotidiano, in una domenica di un lungo ponte, che e’ in atto ‘il colpo del secolo’: un fondo franco/lussemburghese acquisira’ il controllo di Mediobanca, la piu’ grande banca d’affari italiana da sempre in competizione con quella francese, operazione che a sua volta consentirà il controllo delle Assicurazioni generali, l’unica grande multinazionale assicurativa italiana, e di parte del sistema bancario del Paese. Il quotidiano”, continua Urso, “descrive in modo positivo l’operazione. E come poteva essere altrimenti? La stessa proprieta’ del quotidiano e’, infatti, impegnata in una grande fusione con una azienda francese, controllata dallo Stato, che assomiglia molto a quella che la stessa Luxottica/Delfin ha realizzato sempre con una azienda francese”. Il senatore di Fratelli d’Italia conclude: “Tutto questo dovrà essere soggetto alla autorizzazione della Banca centrale europea, cioè di miss Lagarde. Se fosse un film francese, lo chiameremmo il ‘colpo del secolo'”.

MEDIOBANCA E GENERALI A RISCHIO CON DEL VECCHIO. L’INTERVENTO DI CENTEMERO (LEGA)

L’ANALISI DI SAPELLI ALL’AGI, L’AGENZIA DIRETTA DA SECHI

I vertici di Mediobanca dovrebbero “vedere con favore” la volontà di Leonardo Del Vecchio di salire nel capitale dell’istituto, perché, sposando la filosofia che l’imprenditore ha impresso alle sue aziende, potrebbe diventare un’architrave per il futuro sviluppo del sistema Italia. A esserne convinto è l’economista Giulio Sapelli, che commenta cosi’ la richiesta di Del Vecchio di salire al 20% di piazzetta Cuccia. “Dopo un’iniziale diffidenza che il suo ingresso aveva provocato nel management di Mediobanca – dice lo storico ed economista all’Agi, l’agenzia diretta da Mario Sechi – i vertici dell’istituto dovrebbero vederlo con favore. Assieme a Banca Intesa, potrebbe essere una delle architravi per ridisegnare l’intero complesso del nostro mondo finanziario a supporto della crescita e dello sviluppo del Paese. E inviterei a vederlo come un nuovo impegno, non come un lascito”.  “A me pare – ragiona Sapelli – che la linea di Del Vecchio, piu’ che muovere per un consolidamento italiano, sia votata dalla volonta’ di imprimere un impulso di crescita e di espansione. L’Italia ha bisogno di un gruppo che cresca: Mediobanca ha una grande tradizione di stabilita’ e di integrita’ nel mondo degli affari e potrebbe diventare un’architrave, specialmente se riuscisse a canalizzare il risparmio privato verso il nostro sistema industriale e produttivo, cosa di cui l’Italia ha grande bisogno”. “Questo e’ cio’ che credo che Del Vecchio abbia in mente. Anche quando ruppe con Guerra (Andrea, storico ad di Luxottica, ndr), fu la spia di una filosofia. Da imprenditore, lui vuole manager dedicati allo sviluppo dell’impresa, e ora vuole trasferire questa logica al mondo finanziario. Solamente Mediobanca e’ idonea ad accoglierla”, chiosa Sapelli.

GLI AUSPICI DI CASELLI (BOCCONI)

Se Leonardo Del Vecchio usa Mediobanca come porta d’accesso per il controllo di Generali lo deve esplicitare. Alla Bce e al mercato. Così come dovrà chiarire alla vigilanza europea come sarà dopo di lui la governance della sua holding lussemburghese Delfin. E’ quanto rileva Stefano Caselli, prorettore per gli Affari Internazionali della Bocconi, dove è docente di Economia degli intermediari finanziari, in una conversazione con l’Ansa. “Per fare un salto fino al 20% ci mancherebbe se uno non cerca tutte le approvazioni del caso. Non mi meraviglia, fa parte delle regole del gioco”, commenta Caselli interpellato sulla strada scelta dal fondatore di Luxottica di presentare la richiesta alla Bce attraverso Bankitalia. Sulla mossa di Del Vecchio per crescere nella banca “ho alcune perplessità, due di fondo anche se vedremo cosa deciderà la Bce. La prima è collegata agli obiettivi di fondo – spiega Caselli -. Qualsiasi azionista che salga in modo così rapido deve chiarire quali sono gli obiettivi e quale è il suo piano industriale L’ingresso di Del Vecchio in Mediobanca è stato un chiaro attacco al piano e al management. Poi però dall’imprenditore è arrivata fiducia nel nuovo piano dell’istituto e nel management. Vorrei capire quale è la sua opinione vera e perché fa questo. E’ un grosso punto di domanda. Non sta giocando su una piccola cassa rurale. E non si gioca su una banca come Mediobanca se l’obiettivo è un altro. Del Vecchio deve dare obiettivi chiari e definiti che il mercato può giudicare. E se l’obiettivo è Generali va dichiarato in modo esplicito”. “Il secondo tema – prosegue il docente della Bocconi – è la governance del socio Delfin. Un salita dal 10 al 20% sposta l’asse dell’azionariato e della governance. Del Vecchio è un grande imprenditore e su questo non ci sono dubbi ma va considerato il dato anagrafico. La governance della sua finanziaria deve essere chiara. Oggi è centrata su un grande imprenditore come lui. Ma c’è da capire come si sviluppa” quando l’85enne Del Vecchio non ci sarà più.

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