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Pensioni

Ecco perché M5S e Lega hanno rottamato il taglio delle pensioni d’oro. Parla il prof. Pennisi

Il commento di Giuseppe Pennisi, economista ed editorialista

“Ragioni costituzionali, economiche, politiche ed elettorali hanno indotto la maggioranza di governo, specie sulla spinta della Lega, ad accantonare il taglio delle cosiddette pensioni d’oro dalla legge di bilancio“.

E‘ la lettura dello stralcio secondo Giuseppe Pennisi, economista ed editorialista, che segue da tempo il dossier pensioni.

Prof, quindi il Carroccio di Salvini ha consigliato di soprassedere?

Sì, la Lega si è svegliata e ha compreso come la proposta del Movimento 5 Stelle si trattasse soprattutto di un tiro mancino al blocco sociale che la sostiene in vista delle elezioni europee. Un recente convegno è stato significativo.

Quale?

Quello di cui avete dato conto voi di Start Magazine. Il convegno a Verona il 20 ottobre ha fatto tremare la maggioranza d governo in quanto gli organizzatori (l’associazione Leonida) hanno annunciato oltre centomila ricorsi. L’associazione ha la capacità di spostare secondo circa un milione di voti.

Perché parla anche di ragioni economiche alla base della retromarcia dell’esecutivo sulle pensioni d’oro?

E’ presto detto. Ripetendo il meccanismo del contributo di solidarietà applicato nel triennio 2014-2016, per ogni euro tolto ad un pensionato d’oro se ne perde 1,10 di gettito statale regionale e comunale. Il sistema non sarebbe più suicida se l’asticella fosse portata dai 5mila euro netti del contratto di governo non ai 4.500 euro delle ultime proposte ma a circa 2.500 euro. Ma allora, ci potrebbe essere una vera e propria rivolta di pensionati, pensionandi e loro famiglie. Ma non c’è un altro aspetto che viene sottovalutato.

Cioè?

La misura equivarrebbe a un’autodichiarazione di essere alla prese con una crisi contingente e grave del sistema previdenziale, nonché della finanza e del debito pubblico, condizione alla quale la Corte Costituzionale ha ritenuto in via del tutto eccezionale ammissibile il precedente contributo di solidarietà.

Quindi timori di incostituzionalità per il taglio ora accantonato?

Sì. La Consulta difficilmente potrebbe considerare legittimo un contributo di solidarietà quinquennale quasi subito dopo quello triennale; per gran parte dei pensionati si tratterebbe di un taglio strutturale e definitivo, dei loro assegni.

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