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Tim

Ecco cosa succederà in Tim. Parla Lombardi (piccoli azionisti Telecom Italia)

Giudizi, previsioni e auspici dopo la sfiducia di Genish approvata dal cda di Tim secondo Franco Lombardi, presidente di Asati, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia

Presidente Lombardi, che fare dopo la sfiducia di Genish?

Occorre rivedere le regole di governance di Tim che non hanno funzionato a causa dei conflitti tra i grandi azionisti Vivendi e Elliott. Le regole devono garantire trasparenza, tutelare gli interessi di tutti gli azionisti, inclusi i dipendenti azionisti, e devono salvaguardare il valore della società della rete e della società dei servizi, se si realizzerà la separazione della rete.

Cosa pensa dell’andamento del titolo di questi giorni?

Naturalmente con le decisioni del consiglio di togliere improvvisamente deleghe a Genish da parte dei componenti del cda scelti da Elliott, escluso il presidente Conti che si è astenuto, la governance della società si è rivelata fallimentare tra i due principali azionisti e con Cdp silente terzo grande azionista. Oggi il valore del titolo è a circa 0.517 euro a -4% con un mib a -0.9%.

Cosa giudica il presidente Conti?

La sua conoscenza dell’azienda e la sua capacità di mediazione hanno permesso dalla sua elezione di non peggiorare in maniera ulteriore la condizione dell’azienda. Tra l’altro la lettera di Conti a tutti i dipendenti di ieri è stata un’ottima iniziativa.

Ma chi sarà il nuovo amministratore delegato dopo Genish?

Ovviamente domenica 18 novembre i consiglieri avranno un difficile compito. Se ipotizziamo solo che dei 10 scelti da Elliott, escluso il presidente Conti, gli unici due, Gubitosi e Sabelli, che conoscono chi più e chi meno il mondo delle tlc, dal momento che non può essere nominato un nuovo ad dall’esterno perché dovrà essere approvato dall’assemblea rimangono pochissime alternative operative, almeno fino alla prossima assemblea che probabilmente per le controversie con Vivendi avverrà molto presto. Auspico che nella prima assemblea utile venga inserito un ad molto preparato nelle tlc e che intervenga su Tim Brasil (che dovrà conoscere molto bene) oggi priva di ogni top manager italiano.

Secondo lei domenica prossima nel cda quale sarà la posizione di Genish?

Sicuramente Genish parteciperà al cda ma avrà un atteggiamento molto controverso rispetto alle posizioni dei componenti scelti da Elliott, non credo invece verso il Presidente Conti con cui ha avuto un rapporto di collaborazione. Se Gubitosi e Sabelli non avranno nessun potenziale interesse nell’assumere le deleghe di ad, che dovrebbero poi essere convalidate dalla prima assemblea, allora la ricerca di un successore di Genish si complicherebbe.

Ma che profilo di capo azienda vi aspettate o auspicate?

Il nuovo amministratore delegato dovrebbe essere italiano con esperienza notevole nel settore delle tlc e dovrebbe essere stato o essere oggi in Telecom Italia. Sarebbe anche importante la nomina di due dg, scelti tra i top manager di Tim di oggi o di top manager fatti uscire da Telecom per liberare completamente il Brasile dagli italiani.

Tim dovrà fare lo scorporo della rete. Ma che tipo di scorporo? Genish non voleva mollare il controllo, il governo ed Elliott sono di parere diverso.

Asati il 16 aprile 2007 con in assemblea Carlo Buora, vice presidente esecutivo ai tempi della Pirelli di Tronchetti Provera, quando nessun azionista ne parlava, fece un intervento profondo e significativo sulla utilità di realizzare una separazione della rete.

Lombardi, torniamo a oggi.

Oggi la realizzazione della Netco (società della rete) sembra essere indispensabile, ma il controllo dovrebbe essere di Telecom. La Netco non dovrebbe comprendere solo le reti in fibra (FTTH) di Telecom e Open Fiber, ma anche la rete FTTCab di Telecom (fibra+rame realizzata su oltre 100.000 armadi e che copre circa l’80% della popolazione e circa 16 milioni clienti) che è in grado di fornire velocità di accesso fino a 200 Mbit/s (e quindi superiori a quelle offerte dalla rete FTTH a 2,5 Gbps oggi realizzata da Open Fiber), se sarà possibile utilizzare il vectoring nelle aree dove altri operatori non hanno realizzato reti FTTCab (oggi meno di 30 mila cab sono stati realizzati da altri operatori vicino ai cabinet di Tim). La Netco così costituita potrebbe avere 30.000 dipendenti risolvendo, almeno in parte, anche il problema degli esuberi.

Insomma, voi azionisti di Tim pensate che l’azienda non debba mollare il controllo della rete. Ma non è stato anche per questo che Genish è stato silurato, come ha scritto Start Magazine?

Riteniamo si debba sollecitare e intervenire sul governo per la costituzione della Netco, a controllo Tim, in cui far confluire anche Open Fiber.

E Agcom cosa deve fare?

Occorre intervenire su Agcom per provare a ottenere il modello RAB (almeno per la rete in fibra, ma includendo gli investimenti sugli elementi attivi della rete: apparati e software per tlc + edge cloud computing) e per modificare la regolamentazione che non consente l’utilizzo del vectoring e che ha danneggiato notevolmente Tim e l’Italia, che ha oggi un notevole ritardo rispetto agli obiettivi europei per la copertura Ultra Broad Band. Una delle cause del ritardo è certamente legata all’impossibilità di utilizzare il vectoring, che consente di ottenere velocità molto più alte per la rete FTTCab già realizzata da Tim. L’Italia è l’unico Paese europeo nel quale la regolamentazione non consente di utilizzare il vectoring. C’è poi la delicata questione del wholesale only.

Cioè?

E’ il nuovo Codice Telecom europeo, che sarà operativo a breve e che fornisce vantaggi regolamentari a operatori ai Wholesale only, cioè a operatori che offrono servizi solo ad altri operatori e non a End User. Le nuove regole assicurano a chi è definito Wholesale only, come Open Fiber, un ambiente favorevole agli investimenti e quindi danneggiano Tim e tutti gli operatori verticalmente integrati.

Come voterete se rimane questo scenario nella prossima assemblea che probabilmente si terrà prima della fine dell’anno?

Noi voteremo per quella lista presentata da chi sostiene che il controllo della rete unica Open Fiber e Tim sia di Tim, e ci auguriamo che la posizione di Cdp sia in armonia con la nostra posizione. Speriamo anche che la Cassa depositi e prestiti acquisti un ulteriore 5% per avere una posizione chiara sulla governance e sul futuro della società nell’interesse anche del Paese.

GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SUL DOSSIER TIM:

ECCO I VERI MOTIVI DEL SILURAMENTO DI GENISH DA PARTE DI ELLIOTT

TIM, LE MIRE DI ELLIOTT SULLA RETE E LE CAPRIOLE DI GENISH

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