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Leonarda Finmeccanica

Ecco come il Fatto di Travaglio sparacchia contro Fincantieri e Leonardo per la commessa all’Egitto

Subbugli politici e mediatici sulla commessa in ballo dell'Italia all'Egitto con le navi di Fincantieri e gli aerei di Leonardo (ex Finmeccanica). Tutti i dettagli

Il Fatto Quotidiano – seppure filo Conte – intima al governo: no alla vendita di navi di Fincantieri e aerei di Leonardo all’Egitto.

E’ questo il messaggio che arriva di fatto dal quotidiano diretto da Marco Travaglio all’indirizzo di Palazzo Chigi.

Ma di che cosa si tratta?

Nei giorni scorsi il settimanale panarabo The Arab Weekly ha scritto che l’Italia sta vendendo all’Egitto di Al Sisi 6 fregate tipologia Fremm e 20 pattugliatori d’altura di Fincantieri, oltre a 24 caccia Eurofighter Typhoon e 20 velivoli da addestramento M346 di Leonardo, più un satellite da osservazione, per un valore fra i 9 e gli 11 miliardi di euro. Con una spesa così l’Egitto diventa il miglior cliente dell’industria bellica italiana con 871 milioni spesi nel 2019.

“Quella all’Egitto si presenterebbe come una commessa militare che forse non è mai stata messa in piedi dall’industria italiana della Difesa – ha scritto nei giorni scorsi Repubblica – Soltanto le due prime fregate valgono 1,2 miliardi di euro. Le unità sono la “Spartaco Schergat” ed “Emilio Bianchi” (due marinai eroi della Seconda guerra mondiale), e verrebbero ritirate dalla squadra navale italiana per essere cedute all’Egitto. Queste 2 unità seguono la prima unità Fremm già venduta all’Egitto dalla Francia, che con l’Italia è partner nel programma navale. Dopo questa prima commessa, l’Egitto è interessato ad altre 4 navi ma anche a 20 pattugliatori che potrebbero essere costruiti anche in cantieri egiziani. In campo aeronautico il programma prevede l’interesse egiziano per 24 caccia intercettori “Eurofighter” e per 20 addestratori M346, uno dei gioielli di Leonardo, l’aereo da addestramento che è stato adottato da aeronautiche all’avanguardia come quella israeliana”.

Oggi il Fatto Quotidiano scrive: “Il negoziato con l’Egitto è stato avviato da Palazzo Chigi, direttamente dal premier Giuseppe Conte coadiuvato dal consigliere militare Carlo Massagli. Il ministero degli Esteri di Luigi Di Maio è stato coinvolto dopo, ragion per cui l’ex capo dei Cinque Stelle è tra i più prudenti e scettici. La questione non riguarda unicamente la vicenda iconica di Regeni, ma la legge 185 del ’90 che disciplina le esportazioni belliche: le norme impediscono di armare Paesi in guerra come l’Egitto. Quest’aspetto peculiare, e non simbolico, non sfiora neanche il governo. I ministri e i partiti sono concentrati su come sigillare l’affare con Al Sisi senza intaccare il consenso politico. I dubbi di leggi rimangano ai legulei. La 185 del ’90 è un retaggio del passato. Spesso calpestata, ormai a brandelli”.

I subbugli solcano non solo il Movimento 5 Stelle ma anche i vertici della Marina militare, che attendono quanto meno una compensazione per le due Fremm che secondo gli intendimenti del governo andranno all’Egitto e non saranno dunque consegnate alla Marina.

Infatti, come svelato da Start Magazine la scorsa settimana, ci sono pour parler in corso tra governo, Fincantieri e Marina militare per sbrogliare la matassa ingarbugliata delle Fremm all’Egitto.

Al centro delle discussioni sono le due navi Fremm di Fincantieri, le fregate multiruolo Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi che erano destinate alla Marina militare italiana. L’Egitto ha chiesto le due navi all’Italia e il governo con Fincantieri e Leonardo – tramite la società Orizzonti Sistemi Navali – è all’opera. La fregata Schergat – secondo i piani da tempo concordati – doveva essere consegnata alla Marina il 5 giugno. Ma la data – nei programmi del governo – non è stata rispettata: se la Fremm fosse consegnata a tutti gli effetti alla Marina non potrebbe essere venduta all’Egitto.

A rinfocolare gli interrogativi dei vertici della Marina c’è una comunicazione – come svelato da Start Magazine – giunta ai vertici di Occar, l’organizzazione internazionale che cura la gestione dei programmi di attrezzature di difesa.

La lettera, spedita da Orizzonti Sistemi Navali (joint venture tra Fincantieri e Leonardo-ex Finmeccanica), fa riferimento alla necessità per la nave Schergat di un ulteriore periodo di lavori (che finirebbero il 16 giugno, secondo le indiscrezioni raccolte da Start in ambienti della Difesa) per la “pulizia aggiuntiva dei filtri dell’impianto di condizionamento” e alle “analisi chimiche in linea con il recente rapporto emesso dall’Istituto Superiore di Sanità in merito agli impianti di distribuzione acqua sanitaria”. Per questo la società di Leonardo e Fincantieri chiede a Occar una “estensione del termine contrattuale”.

Come dire che la consegna alla Marina non avverrà il 5 giugno. Finché non è consegnata/accettata, la nave non è iscritta al Registro Navale Militare e batte dunque bandiera mercantile. Di fatto è di proprietà Fincantieri che quindi può venderla all’Egitto. Se diviene proprietà della Marina, passa sotto il controllo statale e sarebbero oggetto di trattativa diretta tra Stati. Di fatto poi sarebbe cancellata dal Registro e ceduta all’Egitto che la passerebbe a Fincantieri per le modifiche. La Marina, con la vendita delle due Fremm all’Egitto, dovrebbe ottenere un bonus consistente da Fincantieri per sostituire le due unità cedute.

Fincantieri – come detto – fino al cambio di bandiera è tecnicamente proprietaria della nave (avendola allestita) ma allo stesso tempo è custode dei sistemi che sono forniti dallo Stato.

Ha detto a Start Magazine un analista che chiede l’anonimato: “Fincantieri costruisce, allestisce la nave ed implementa radar, armamenti, suite ecc che le sono fornite dalla Marina che le acquista da Leonardo (ex Finmeccanica), Elettronica ecc. Ma di questi sistemi non è proprietaria Fincantieri che li gestisce tramite Orizzonti Sistemi Navali (società di Fincantieri e Leonardo). Per cui quando si parla di eventuale cessione da parte di Fincantieri bisogna sempre tener conto di questa particolare situazione tra Fincantieri, Orizzonti Sistemi Navali e committente Marina/Stato”.

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