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Decreto Aiuti Bis

E’ possibile rivedere il Pnrr come ipotizzato dal centrodestra? Sì (secondo il governo Draghi)

E' possibile o no rivedere il Pnrr? Dibattito e approfondimenti sulla proposta contenuta nel programma del centrodestra

E’ possibile o no rivedere il Pnrr? Dibattito e approfondimenti sulla proposta contenuta nel programma del centrodestra

 

E’ possibile o no rivedere il Pnrr?

E’ su questa domanda che si sta incentrando – seppure ancora sottotraccia – la campagna elettorale dopo che il centrodestra ha indicato nel programma appena presentato una ipotesi-richiesta del genere.

Ecco fatti, tesi e approfondimenti.

PNRR, CHE COSA DICE IL PROGRAMMA DEL CENTRODESTRA

Che cosa prevede il programma del centrodestra su Pnrr e fondi europei? Ecco il passaggio preciso che sta facendo sbuffare non poco il centrosinistra e il terzo polo (Italia Viva e Azione): Pieno utilizzo delle risorse del PNRR, colmando gli attuali ritardi di attuazione; Accordo con la Commissione europea, così come previsto dai Regolamenti europei, per la revisione del PNRR in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità; Efficientamento dell’utilizzo dei fondi europei con riferimento all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime”.

L’ANALISI DE LAVOCE.INFO SUL PNRR POST ELEZIONI

Per il Pnrr italiano sono quindi ipotizzabili tre scenari, secondo una recente analisi del sito Lavoce.info fondato dagli economisti Tito Boeri e Francesco Giavazzi (attuale consigliere del presidente del Consiglio Mario Draghi): “Il primo: tutto procede senza grandi problemi, con qualche ritardo riferito agli obiettivi in corso, ma senza che nulla cambi nella sostanza generale del Piano; ci si limita al rischio di non essere in linea con gli impegni di dicembre 2022 e si concretizza uno slittamento, superato il quale si rientra nell’andamento concordato. Seconda ipotesi: il nuovo governo vuole negoziare un “nuovo Pnrr”; i tempi si dilatano (formalmente devono esprimersi varie istituzioni nazionali ed europee e tra queste Parlamento, Commissione e Consiglio innescando o meno un precedente); il rischio perdita delle le risorse si alza notevolmente anche considerando che entro dicembre 2026 vi è l’obbligo di rendicontare tutto il Recovery e bene che vada, rispetto al percorso di revisione, potremmo beneficiare solo in parte delle risorse a nostra disposizione. Terzo scenario: contrapposizione tra Italia e Commissione Ue e conseguente rottura del contratto con l’Ue, che potrebbe chiedere indietro le risorse già assegnate all’Italia “per inadempimento””.

LE PAROLE DEL MINISTRO GIOVANNINI SUL FUTURO DEL PNRR

Eppure lo stesso governo attuale, seppure solo dedito agli affari correnti, aveva adombrato l’ipotesi di una revisione. Infatti all’inizio dell’anno il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha sottolineato come il 2022 sia un anno cruciale “sotto tanti punti di vista, ma anche per una possibile revisione dei Piani di ripresa presentati dai vari Paesi, alla luce di eventi eccezionali, uno dei quali è il forte aumento dei prezzi delle materie prime, che metterà sotto pressione gli enti appaltatori e che potrebbe richiedere, a livello europeo e nazionale, un aggiustamento dei Piani presentati l’anno scorso”.

LO SCENARIO DI DRAGHI SUL PNRR

Ma anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha parlato di recente a proposito del Pnrr di una”possibilità di un revisione nel caso in cui gli obiettivi siano a rischio. C’è dunque una nuova possibilità negoziale, valutando i rischi per prendere nuovi provvedimenti”. Ecco che cosa ha detto di preciso Draghi rispondendo alle interrogazioni sulle iniziative di solidarietà e la gestione della crisi umanitaria conseguente il conflitto in Ucraina alla Camera dei Deputati: “Seguiamo con grande attenzione le conseguenze sull’economia dei cittadini italiani. Siamo attenti sull’incremento delle spese dell’energia. Il Governo deve difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese. Abbiamo varato già alcune misure, come alcune clausole di revisione per i contratti pubblici tutto legato al PNRR e al piano complementare. Presso il MISE è stato creata una task force per far fronte a questa crisi. Per quanto riguarda il PNRR, c’è la possibilità di un revisione nel caso in cui gli obiettivi siano a rischio. C’è dunque una nuova possibilità negoziale, valutando i rischi per prendere nuovi provvedimenti. Il Governo pone la massima attenzione ai costi dell’energia e continueremo a sostenere il sistema produttivo. Una degli aspetti è la guida fiscale per il 2023. La Commissione europea ha deciso di rimandare la clausola di salvaguardia a quanto saranno disponibili i dati di primavera. Sosteniamo la linea di maggiore cautela adottata dalla Commissione, ma dobbiamo tenere conto delle priorità strategiche emerse in questi ultimi due anni, legate al clima, alla sanità e alla difesa: dobbiamo ripensare lo schema generale. Questo tema sarà discusso nel Consiglio informare di domani”.

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