È fondamentale pensare a come riaprire l’Italia, questo non vuol dire riaprire tutto subito, ma definire il metodo di riapertura aiuta ad uscire prima dalla crisi economica ed evitare che diventi crisi sociale e a evitare nuovi focolai pandemici.
1) chi è stato malato e non è più infettivo dovrebbe essere libero. Considerato che è molto bassa la possibilità per chi è stato infetto di ammalarsi nuovamente, dovremmo iniziare la campagna di verifica di chi ha sviluppato anticorpi e non è più positivo. Ci sono dei kit che costano sui 15/20 euro a persona, ma il prezzo potrebbe ridursi di molto se acquistati da enti pubblici per verifiche su larga scala
2) definire delle fasce di rischiosità per età e malattie preesistenti in modo tale da identificare chi può ritornare prima alla nuova normalità (giovane e sano) contro chi deve continuare per un periodo più lungo un isolamento per il proprio bene (anziani con diabete e altre malattie ad esempio)
3) definire delle regole di distanziamento sociale per la nuova normalità (seduti nei luoghi pubblici a distanza di un metro, occupazione massima ascensori, obbligo di mascherine o di guanti in certe situazioni come personale a contatto con il pubblico)
4) definire degli indicatori di allarme, ad esempio per numero di nuovi casi in rapporto alla popolazione, in cui si possano tempestivamente irrigidire le regole di distanziamento sociale e limitare la mobilità in base alle fasce di rischiosità
5) utilizzo facoltativo di app di tracciamento delle persone sempre disponibile. Utilizzo obbligatorio al verificarsi di nuovi casi e in un’area circoscritta
6) braccialetto elettronico per i nuovi casi, al fine di assicurare che non escano dalla quarantena come è successo
Purtroppo il futuro prossimo non sarà binario, tutto aperto o tutto chiuso, e prima vengono definite queste regole di comportamento sociale ed individuale e ci abituiamo a rispettarle, e prima possiamo arrivare gradualmente ad una nuova normalità fino poi a ritornare alla “vecchia” normalità.
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