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Campari

Ecco tutti i danni subiti da Campari per l’aggressione hacker

Il ripristino dei servizi It di Campari, bloccati a causa di un attacco informatico, è più difficile di quanto previsto e il gruppo non esclude rilevanti ricadute finanziarie 

Gli hacker si sono bevuti anche i conti di Campari?

L’azienda, nota nel mondo per il suo aperitivo e per le diverse bevande alcoliche, è stata colpita da un attacco cyber l’1 novembre e ora è a lavoro per riavviare alcune attività e servizi: inizia a fare i primi i conti dei danni economici. Ed il gruppo non esclude che possa esserci “qualche impatto temporaneo sulla performance finanziaria”.

Tutti i dettagli.

L’ATTACCO

Il gruppo italo-olandese Campari, di proprietà di Lagfin S.C.A con il 66%, che al suo interno include marchi come Aperol, Wild Turkey e Grand Marnier, il primo novembre 2020 è stato colpito da un attacco hacker che ha messo fuori uso i sistemi informatici.

“Campari Group informa che, presumibilmente il giorno 1° novembre 2020, è stato oggetto di un attacco malware (virus informatico), che è stato prontamente identificato”, scriveva la società in una nota, precisando: “La società ha attuato una temporanea sospensione dei servizi IT, in quanto alcuni sistemi sono stati isolati al fine di consentirne la sanificazione e il progressivo riavvio in condizioni di sicurezza per un tempestivo ripristino dell’ordinaria operatività”.

COSA E’ ACCADUTO

L’azienda sarebbe stata colpita, in particolare, da una “variante del ransomware RagnarLocker”, ha commentato il generaleUmberto Rapetto, specificando che tale virus informatico “non si limita a criptare i dati ma provvede anche alla loro esfiltrazione, ovvero alla loro copia e al successivo trasferimento su server in mano ai delinquenti”.

I DANNI SUBITI

Che cosa è successo a Campari? “La posta elettronica è bloccata da giorni, così come i sistemi di trasmissione dei dati: è chiaro che in questa situazione il rapporto con i fornitori e la produzione sono danneggiati – ha scritto il Corriere della Sera – Fra i documenti dei quali sarebbe entrato in possesso, Ragnar Locker cita «file di contabilità, estratti conto bancari, budget e documenti fiscali, proprietà intellettuali, informazioni aziendali proprietarie, dati personali di clienti e dipendenti, accordi e contratti aziendali». In risposta l’azienda — che conta tra i marchi Aperol e Grand Marnier, Averna e Cynar — ha contattato le autorità, dall’Fbi alla polizia postale al garante per la Privacy”.

CAMPARI: ALCUNI DATI SONO STATI PERSI

A conferma di quanto descritto da Rapetto, l’azienda il 6 novembre, afferma: “La sicurezza e la riservatezza di tutti i dati sono per noi priorità assoluta. Sfortunatamente, constatiamo il verificarsi della perdita di alcuni dati: stiamo ancora indagando sull’attacco e, in particolare, determinando in che misura si sia verificata la perdita di riservatezza e di disponibilità di certi dati personali e di business. In questa fase, non possiamo escludere che siano stati violati alcuni dati personali e di business”.

RIPRISTINO IMPEGNATIVO

Continua, nel frattempo, l’operazione di ripristino dei servizi informatici. Ripristino, però, che è più impegnativo del previsto. “Alcuni servizi sono stati progressivamente riavviati dopo il completamento dell’attività di sanificazione e l’installazione di misure di sicurezza aggiuntive”, scrive il gruppo in una nota, aggiungendo: “Nel frattempo, altri sistemi rimangono temporaneamente e deliberatamente sospesi od operanti con funzionalità ridotte in più siti, in attesa di essere sanificati o ricostituiti con l’obiettivo di ripristinarne la piena operatività in modo completamente sicuro”.

“Il nostro obiettivo è garantire la continuità operativa nel modo più esteso possibile per le nostre attività nonché quelle dei nostri clienti e controparti di business. Pertanto, piani di continuità sono in fase di implementazione secondo un certo ordine di priorità con l’obiettivo di ripristinare le attività nel modo più rapido, ancorché più prudente, per evitare qualsiasi futura ricaduta”, ha aggiunto Campari.

LE RICADUTE FINANZIARIE

Non si esclude che i tempi di ripresa e riavvio più lunghi e la perdita dei dati possano avere anche delle ricadute finanziarie. “Monitoriamo costantemente la situazione per valutare e ridurre al minimo i tempi di recupero. Ma, come risultato dei tempi più lunghi di ripresa rispetto a quanto inizialmente previsto, ci aspettiamo che quanto accaduto abbia qualche effetto temporaneo sulla prestazione finanziaria del Gruppo”.

I NUMERI DEL GRUPPO CAMPARI

L’azienda, si legge nella relazione finanziaria, ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con ricavi a 1,282.5 milioni di euro, in calo dell’1,6%, rispetto al risultato ottenuto nel 2019 con ricavi netti a 1,303.8 milioni di euro registrati da gennaio al 30 settembre.

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