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Banco Bpm, Bper, Unicredit. Chi (e perché) si attapira in Borsa per il voto a M5S e Lega

L’articolo di Francesco Ninfole, giornalista di Mf/Milano Finanza, sugli andamenti ieri in Borsa dei titoli bancari I titoli bancari sono stati ieri i più colpiti in Borsa. A Piazza Affari il calo dell’indice di settore è stato del 2,6%. Le flessioni più pesanti hanno riguardato Bper  (-7,6%), Banco Bpm  (-6,2%), Ubi (-3,8%), Unicredit  (-3,4%), mentre hanno perso meno della media Mediobanca  (-1,8%) e Intesa…

I titoli bancari sono stati ieri i più colpiti in Borsa. A Piazza Affari il calo dell’indice di settore è stato del 2,6%. Le flessioni più pesanti hanno riguardato Bper  (-7,6%), Banco Bpm  (-6,2%), Ubi (-3,8%), Unicredit  (-3,4%), mentre hanno perso meno della media Mediobanca  (-1,8%) e Intesa Sanpaolo  (-1,4%). Ecco tutti i dettagli con numeri e commenti.

L’INCERTEZZA

I titoli bancari sono quelli più correlati all’incertezza politica che deriva dall’assenza di una chiara maggioranza di governo. La prospettiva temuta è quella di un prolungato stallo, che possa produrre un rialzo dello spread e dei costi di finanziamento delle banche (anche se almeno fino a settembre continuerà l’effetto calmante degli acquisti di bond sovrani della Bce e la politica monetaria resterà anche in seguito accomodante).

IL REPORT

Ieri lo spread Btp-Bund a dieci anni ha tenuto (+9 punti base a quota 136), ma alcuni analisti hanno ipotizzato un aumento più sostenuto. «Le banche sono i titoli più sensibili ai movimenti dello spread sovrano e potrebbero essere influenzate nel breve termine», ha sottolineato Credit Suisse. L’esposizione delle banche italiane ai titoli di Stato è comunque diminuita di quasi un terzo rispetto all’ammontare raggiunto nel 2015.

LE PAROLE DI MESSINA

I risultati elettorali hanno inoltre dato occasione ad alcuni investitori di chiudere le posizioni, dopo mesi di rialzi. Perciò Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo , ha interpretato la seduta di ieri come «una normale correzione del mercato. Le banche erano cresciute molto nei mesi scorsi. I gestori hanno capitalizzato i guadagni».

L’INDICE

L’indice di settore resta in crescita del 20% negli ultimi 12 mesi e su livelli quasi doppi rispetto ai minimi del luglio 2016.

TRA ITALIA ED EUROPA

L’assenza di un governo potrebbe pesare in un momento delicato per le discussioni europee sull’Unione bancaria. I Paesi del Nord Europa sono in pressing perché la riduzione dei rischi bancari sia accelerata prima della loro condivisione (e quindi non in parallelo) attraverso una garanzia comune sui depositi e un backstop al Fondo di risoluzione.

L’ADDENDUM BCE

Il primo passo sarà a metà marzo la pubblicazione delle proposte della Commissione e dell’addendum Bce sulla svalutazione dei nuovi crediti deteriorati. In tal senso ieri Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue, ha sottolineato che «se la Vigilanza Bce tentasse in via surrettizia di avviare una attività pseudolegislativa sarei costretto ad andare di fronte alla Corte di giustizia europea. La signora Nouy non immagini di ritentare la stessa operazione dopo che il servizio giureconsulto ha confermato la giustezza della nostra posizione». Un altro aspetto su cui il prossimo governo dovrà insistere sarà quello di considerare tra i rischi bancari non solo gli npl, ma anche i titoli illiquidi, come ha ricordato nei giorni scorsi anche il presidente Bce Mario Draghi.

LO SCENARIO

Le vendite di ieri, in ogni caso, non cambiano lo scenario sui fondamentali delle banche italiane, che hanno ancora nodi da sciogliere su qualità dell’attivo e soprattutto sulla redditività, ma si trovano in una situazione di maggiore solidità rispetto al passato. Tutte le banche hanno già avviato la pulizia dei bilanci e i casi critici (Mps , banche venete, quattro istituti regionali e tre casse) sono stati affrontati. Carige  ha completato l’aumento di capitale, mentre su Creval  l’operazione (garantita da un consorzio di banche) è in corso e ha ottenuto l’interesse degli investitori istituzionali.

IL COMMENTO DI GHIRO

«Il settore bancario sembra aver superato le difficoltà più pressanti», osserva Stefano Ghiro, senior portfolio manager di Allianz  Global Investors. «È difficile ipotizzare un cambiamento nel processo di ristrutturazione del sistema bancario italiano, che appare ormai consolidato e avviato nella giusta direzione. Le banche hanno raccolto oltre 30 miliardi di capitale dal 2016 e il mercato delle sofferenze bancarie inizia a decollare».

I NUMERI DI VALUE PARTNERS

Le sette maggiori banche italiane hanno registrato nel 2017 un calo medio dei non-performing loans lordi del 9%, secondo i dati aggregati da Value Partners (si veda grafico in pagina). Le coperture sono salite del 5%, arrivando al 54,4%. Entro metà 2018 secondo la Banca d’Italia il rapporto tra npl netti e impieghi calerà al 7,8% contro il 10,8% del 2015. Considerando le sole sofferenze, il rapporto sarà al 3,5%.

(articolo di Mf/Milano Finanza)

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