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Pitruzzella

Tim, Vodafone, Wind Tre, Fastweb. Cosa dice l’Antitrust sulle bollette (e come replicano le aziende)

Fatti, numeri, ipotesi e commenti. Tutti i dettagli dopo l’avvio dell’istruttoria Antitrust sulle bollette telefoniche. Il documento del Garante e commenti delle società nell’approfondimento di Michele Arnese per Start Magazine  Antitrust al lavoro sulle bollette telefoniche. “E possibile ipotizzare un’intesa restrittiva della concorrenza, nella forma di pratica concordata e/o di accordo, posta in essere quantomeno…

Antitrust al lavoro sulle bollette telefoniche. “E possibile ipotizzare un’intesa restrittiva della concorrenza, nella forma di pratica concordata e/o di accordo, posta in essere quantomeno a far data dall’adozione della Delibera AGCOM 121/17/CONS da TIM, Vodafone e Fastweb”. E’ quanto si legge nella delibera dell’Antitrust con cui il Garante della concorrenza ha avviato un’istruttoria: l’authority vuole accertare se le varie società in campo – e l’associazione delle aziende del settore Asstel – abbiano sottoscritto accordi nell’ombra sulla fatturazione delle bollette, che ridiventerà mensile, e sugli aumenti tariffari.

LA VICENDA

FastwebIl 24 gennaio, quando hanno annunciato il ritorno alla tariffazione solare (mensile) a partire da aprile dopo l’intervento dell’Agcom, Tim, Vodafone e Fastweb hanno anche dato conto di aumenti dell’8,6 per cento delle tariffe su base annua. Ora l’Antitrust ipotizza, come si legge nel documento di avvio dell’istruttoria, la “violazione dell’articolo 101, comma 1, del TFUE volta a determinare la variazione delle condizioni contrattuali dei servizi al dettaglio di comunicazione fissi e mobili in occasione dell’adeguamento alle prescrizioni contenute nell’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017, e a restringere la possibilità dei clienti-consumatori di beneficiare del corretto confronto concorrenziale tra operatori in sede di esercizio del diritto di recesso”. Non solo: nel documento dell’Agcm è anche scritto: “Alla luce delle evidenze relative alle condotte descritte connesse alla periodicità della fatturazione, non si può allo stato escludere che l’intesa possa avere una durata e una portata più ampia e risalire all’introduzione stessa della cadenza quadrisettimanale dei rinnovi e all’incremento del prezzo unitario delle prestazioni offerte che ne è conseguito”.

IL DOCUMENTO ANTITRUST

”Sulla base delle informazioni disponibili – si legge nell’atto Antitrust di avvio dell’istruttoria – sembra potersi ritenere che TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre abbiano coordinato, quantomeno a far data dall’adozione della Delibera AGCOM 121/17/CONS, la propria strategia commerciale connessa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati dei servizi al dettaglio di telecomunicazione elettronica fissi e mobili, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi”. “Il coordinamento suddetto è sfociato da ultimo nell’adozione di pressoché identiche modalità di attuazione dell’obbligo introdotto nell’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. 148/2017 in capo agli operatori di servizi di comunicazione elettronica di prevedere per i contratti stipulati una cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o di multipli del mese”. Infatti, aggiunge l’Antitrust, “Fastweb, TIM, Vodafone e Wind Tre hanno comunicato ai propri clienti che, in ottemperanza alla L. 172/2017, la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile e non più quadrisettimanale, con la conseguenza che la spesa annuale complessiva sarebbe rimasta invariata ma sarebbe stata distribuita su 12 canoni, anziché 13”. Aggiungono gli uffici dell’Agcm: “Nonostante la legge e le Linee Guida AGCOM non contenessero alcun riferimento alla rideterminazione del numero dei canoni, né tantomeno al concetto di spesa complessiva annuale, i quattro operatori hanno tradotto il portato delle nuove regole nell’applicazione delle medesime variazioni contrattuali alla propria base clienti mediante il riferimento al parametro di spesa annuale invariata”. La spesa annuale, tuttavia, “non sembra essere un elemento contrattuale indicato al momento della sottoscrizione delle offerte di telecomunicazione fissa e mobile da parte degli utenti. Infatti, le offerte contrattuali dei suddetti operatori hanno sempre fatto riferimento ad un prezzo periodale di tipo quadrisettimanale (e precedentemente mensile) e non ad un corrispettivo annuale”.

IPOTESI COORDINAMENTO

A cosa mirava l’azione di presunto concerto delle aziende? Ecco cosa risponde il Garante: “Il supposto coordinamento tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre sembrerebbe finalizzato a preservare l’aumento dei prezzi delle tariffe determinato dalla iniziale modifica della periodicità del rinnovo delle offerte (da mensile a quadrisettimanale), limitando al contempo il rischio di fuoriuscita dei propri clienti verso i principali concorrenti, in un momento di shock esogeno del mercato”.

IL RUOLO DI ASSTEL

Secondo l’Antitrust, “alla luce delle informazioni pubbliche allo stato disponibili, si ritiene che TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre potrebbero aver concertato le proprie strategie commerciali quantomeno in occasione degli incontri e dello scambio di informazioni avvenuti in sede Asstel, primariamente finalizzati a coordinare la posizione degli operatori in relazione all’ottemperanza alla Delibera AGCOM 121/17/2017 e alle iniziative governative”. Secondo gli uffici del Garante, dunque, ci sarebbero “elementi idonei a far ritenere che le Parti non abbiano determinato autonomamente la propria strategia commerciale e, attraverso il coordinamento, abbiano inteso eliminare le incertezze relative al comportamento dei principali concorrenti, così alterando le dinamiche competitive nei mercati rilevanti”.

LE REAZIONI DELLE COMPAGNIE

Assotelecomunicazioni- Asstel, “sta prestando la massima collaborazione alle autorità, nella consapevolezza di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale”. Così l’associazione delle imprese delle Tlc commenta l’ispezione disposta dall’Agcm in corso presso i propri uffici.

TIM – Tim “ribadisce di aver sempre operato nel rispetto della normativa vigente garantendo la piena collaborazione a tutte le Autorità di settore e la massima trasparenza ai propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’operatore in merito all’avvio del procedimento istruttorio dell’Antitrust. Tim “esclude categoricamente che ci sia stato qualsiasi coordinamento della propria strategia commerciale con altri operatori anche in merito alle modalità e alle tempistiche di ottemperanza alla legge 172/2017 che, peraltro, impone a tutto il mercato di adottare, entro il 5 aprile 2018, la cadenza di di fatturazione mensile per i servizi di rete fissa e mobile” conclude la nota.

smartphoneWIND – “Wind Tre, nel corso dell’ispezione odierna disposta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha fornito, con la massima collaborazione, tutte le informazioni richieste. L’azienda conferma di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale”. E’ quanto si legge in una nota dell’operatore.

Wind Tre sottolinea che “nel corso dell’ispezione odierna disposta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), ha fornito, con la massima collaborazione, tutte le informazioni richieste”. L’azienda conferma di aver “pienamente rispettato le disposizioni di legge e di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale”.

FASTWEB – Fastweb ”collaborerà, come ha sempre fatto, con l’Agcm e di aver fornito tutte le informazioni richieste” e ribadisce la sua ”totale estraneità’ a qualunque ipotesi di pratica collusiva e conferma di essersi adeguata a quanto previsto dalle disposizioni di legge”. E’ quanto si legge in una nota della società. In merito all’introduzione della fatturazione a 4 settimane Fastweb rileva, in ogni caso, come Agcom avesse segnalato ad Agcm già nel 2015 una possibile intesa tra i principali operatori, Tim, Vodafone e Wind, che nel giro di poche settimane avevano introdotto gli stessi aumenti e con le stesse modalità. L’Agcm all’epoca, si legge nella nota, ”non rilevo’ alcuna criticità. Come comunicato alla stessa Agcm a febbraio 2017, Fastweb si e’ trovata a doversi adeguare, due anni dopo, a quello che era diventato ormai uno standard di mercato, anche alla luce del sostanziale assenso da parte delle Autorità’ competenti alle manovre degli altri operatori”, conclude Fastweb.

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