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Tim, è già scontro interno tra Presidente e nuovo Amministrato Delegato?

Mentre Amos Genish parla di rete strategica per Tim e dunque di asset non in vendita, De Puyfontaine dice di non aver alcun pregiudizio su un eventuale scorporo della rete e si è detto pronto ad un incontro con il Governo   C’è qualcosa che non è chiaro: Vivendi, l’azienda media francese che possiede il…

Mentre Amos Genish parla di rete strategica per Tim e dunque di asset non in vendita, De Puyfontaine dice di non aver alcun pregiudizio su un eventuale scorporo della rete e si è detto pronto ad un incontro con il Governo

 

C’è qualcosa che non è chiaro: Vivendi, l’azienda media francese che possiede il 23,9% di Telecom e che di fatto controlla la società di Tlc, cosa vuole fare della rete Tim? I progetti e programmi appaiono ancora confusi. Nei giorni scorsi, a fine settembre, è arrivato alla guida del gruppo telefonico Amos Genish e già si delineano i primi scontri interni con il presidente di Tim Arnaud De Puyfontaine. Ma andiamo per gradi.

Vivendi prende il controllo di Telecom

VivendiVivendi, azienda francese guidata dall’imprenditore bretone Vincente Bollorè, è l’azionista di maggioranza con il 23,9% del capitale ordinario di Telecom. I numeri delle azioni hanno spinto Vivendi a sottoporre all’Ue la volontà di poter prendere il pieno controllo di Telecom. Il via libera al controllo de facto di Vivendi su Telecom è arrivato il 30 maggio 2017.

Il 28 luglio 2017, poi, la francese ha annunciato di aver avviato “l’attività di direzione e coordinamento” su Tim.

E questo significa che Telecom, l’ex monopolista italiana, è ufficialmente francese: il gruppo potrebbe essere tranquillamente coordinato da Parigi. È la prima volta, nell’era privata di Telecom, che l’azienda italiana perde formalmente la sua indipendenza.

Il nuovo Ad di Telecom

Il Consiglio di Amministrazione di Tim, riunitosi il 28 settembre scorso sotto la presidenza di Arnaud de Puyfontaine, ha nominato all’unanimità Amos Genish Amministratore Delegato conferendogli deleghe esecutive.

“Abbiamo una chiara visione di lungo termine: vogliamo riportare TIM ai fasti che le competono, contribuendo in maniera determinante alla digitalizzazione del Paese, alla creazione della Digital Italy, attraverso investimenti e persone. TIM deve avere una collaborazione costruttiva con le istituzioni e le autorità: creare valore per TIM vuol dire creare valore per il Paese”, ha commentato in quell’occasione il Presidente Esecutivo Arnaud de Puyfontaine.

“È un privilegio e un onore essere stato nominato Amministratore Delegato di TIM, un’azienda che ha una grande storia e un futuro ambizioso da disegnare”, ha affermato Amos Genish.Il nostro obiettivo è trasformare TIM in una vera Digital Telco. Il nostro programma DigiTIM si basa su alcuni principi fondamentali che si concentrano sull’offerta di una customer experience superiore, facendo leva sulla digitalizzazione per migliorare l’interfaccia con i nostri clienti; smart analytics ottenute attraverso big data per personalizzare i nostri prodotti e servizi; e l’aggiunta di video e contenuti multimediali oltre alla nostra connettività che è la best-in-class per garantire un’offerta sempre più convergente, continuando comunque a investire nella nostra copertura ultra-broadband per supportare l’evoluzione della società Gigabit”.

Quali progetti francesi per Tim?

È tutto ancora da decidere, forse. Mentre ieri, giovedì 5 ottobre, De Puyfontaine, rispondendo in inglese ai giornalisti presenti al Digital Summit organizzato da EY a Capri, ha affermato di non aver “nessun pregiudizio” su un possibile scorporo della rete e si è detto “disponibile a incontrare Governo e Autorità regolatorie”, con l’obiettivo di fare trasparenza sulla presenza in Italia di Vivendi (azienda di cui è amministratore delegato). Proprio a giorni potrebbe essere fissato un incontro direttamente col premier Paolo Gentiloni.

L’obiettivo di Vivendi, ha raccontato il Presidente di Tim, è “trovare la migliore decisione per Tim e per i gli stakeholders, e per stakeholders intendo governo, regolatori, clienti e Italia come Paese perché l’azienda è qualcosa di molto importante per l’Italia” ha detto. L’azienda però precisa che “la rete resta strategica e che la separazione della rete non è in agenda”.

“Tim è una compagnia con una rete forte e una competenza tecnologica, che deve migliorare l’esperienza per il cliente e ha il potenziale per capitalizzare le opportunità offerte dalla rivoluzione della convergenza. Possiamo contare su Vivendi per prosperare nell’era digitale. In un ambiente dove le maggiori compagnie di tlc e media europee sono colpite dai cambiamenti delle abitudini dei consumatori e dall’avvento degli over the top, unire le forze è per Tim e Vivendi la strategia vincente per cogliere le opportunità offerte dalla convergenza”, ha spiegato il Presidente di Tim. “Le opportunità create dalla convergenza sono un fattore fondamentale alla base del nostro approccio strategico in Italia, per costruire un gruppo di media potente focalizzato sull’Europa del Sud”.

L’amministratore delegato non vuole lo scorporo della rete

MetrowebMa a pensarla diversamente dal Presidente De Puyfontaine è proprio Genish, intervenuto sempre questa settimana, alla convention del gruppo Vivendi, dove erano presenti anche Vincent Bolloré, presidente di Vivendì, e il vice-presidente di Telecom Giuseppe Recchi. Per l’amministratore delegato la rete è strategica per il business dell’incumbent e dunque non è disposto a privarsene.

La separazione dalla rete non è nei programmi e l’asset non è in vendita.

L’intervendo del Governo

Telecom è una società di comunicazioni strategia per il nostro Paese. In questo caso, per legge, tutti gli eventuali cambi di controllo devono essere notificati alla Presidenza del consiglio entro dieci giorni o in ogni caso prima che divengano effettivi. Nel settore delle comunicazioni, poi, la legge prevede che, con poteri speciali, il Governo in carica possa mettere un veto sulle operazioni riguardanti asset strategici (golden power), oppure porre particolari condizioni.  Per accedere alla golden power dall’istruttoria dovrebbe emergere un possibile ‘grave pregiudizio’ per gli interessi pubblici. 

Nei giorni scorsi sono state depositate le posizioni di Tim e di Vivendi sul nodo del controllo. Il Governo ha dato vita ad un comitato presieduto da Luigi Fiorentino, al quale partecipano rappresentanti dei ministeri di Esteri, Interni e Difesa per  indagare se la comunicazione inoltrata a marzo, ai fini antitrust, alla Commissione europea, sull’avvio della direzione e coordinamento su Tim non rappresentasse già un controllo di fatto. Di cui, però, al Governo italiano non è giunta notizia. E di qui, dunque, la possibilità di imporre una sanzione milionaria e quella di pretendere ulteriori chiarimenti rispetto al piano industriale.

Cosa è stato deciso

Il Comitato istituto dal Governo ha stabilito che c’è stata un’omessa notifica. L’esecutivo ha dunque avviato un iter che dovrebbe portare alla definizione di una sanzione rilevante.

Verso il golden power?

Industria 4.0

Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico

Il Governo potrebbe optare per l’esercizio del golden power, almeno secondo quanto lascia intendere il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ai microfoni del Sole24Ore. “Contemporaneamente valuteremo se, come io ritengo, ci siano gli estremi per prescrizioni relativamente alla governance e all’accesso ai dati e alle infrastrutture di Telecom Sparkle”, avrebbe affermato Calenda. “Credo che entro ottobre potranno essere definite le prescrizioni, che saranno comunque equilibrate e non punitive”.

Facendo specifico riferimento al golden power, Calenda ha affermato: “sulla base della proposta comune fatta con Germania e Francia e accolta dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, vareremo nella cornice della legge di bilancio il rafforzamento del golden power a tutela degli asset strategici perché ad alta intensità tecnologica, nel caso di acquisizioni predatorie condotte da imprese dei Paesi terzi. E nello stesso pacchetto spero poter inserire anche la norma ‘anti scorrerie’ sulle scalate condotte in modo opaco”.

La difesa di Vivendi – Telecom

Telecom, intanto, in una nota ha fttoa sapere che a proprio avviso non sussisteva nessun obbligo di notifica e che “a oggi nessuna sanzione è stata irrogata da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Le novità sul fronte Mediaset

Novità delle ultime ore anche sul fronte Mediaset, di cui il gruppo Vivendi possiede il 28,8% del capitale. Il pm milanese, Silvia Bonardi ha ordinato una perquisizione negli uffici di Vivendi a Parigi. Il 5 ottobre, gli uomini della Gendarmeria parigina e del Nucleo di polizia valutaria di Milano sono negli uffici del colosso francese alla ricerca dei documenti che tracciano la mossa con la quale la società d’Oltralpe ha  acquistato azioni Mediaset, nel tentativo di scalata alle televisioni di Cologno Monzese dopo che è saltato l’accordo per l’acquisizione di Mediaset Premium.

“L’iscrizione dei dirigenti di Vivendi nel registro della Procura di Milano è il risultato della denuncia infondata e ingiuriosa presentata da Berlusconi contro Vivendi dopo la sua ascesa al capitale di Mediaset. Questo atto non indica in alcun modo un’ accusa nei confronti di qualcuno”, è il commento di Vivendi, che aggiunge anche che la società è “trasparente” e “l’indagine è di routine”.

 

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