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Telecom ha un nuovo concorrente: la francese Iliad. E il titolo crolla

Telecom dovrà adeguarsi alle nuove pressioni concorrenziali che l’ingresso di Iliad nel mercato italiano delle Telco porterà con sé. Ore di passione per il Tutolo, che crolla a meno 10,8% Da azionista a futuro (e agguerrito) rivale. Parliamo di Xavier Niel, un imprenditore francese che ha deciso di abbandonare la sua posizione in Telecom con…

Telecom dovrà adeguarsi alle nuove pressioni concorrenziali che l’ingresso di Iliad nel mercato italiano delle Telco porterà con sé. Ore di passione per il Tutolo, che crolla a meno 10,8%

Da azionista a futuro (e agguerrito) rivale. Parliamo di Xavier Niel, un imprenditore francese che ha deciso di abbandonare la sua posizione in Telecom con la prospettiva di un ingresso nel mercato italiano delle Tlc di un quarto operatore, Iliad, fondata dallo stesso Niel. Ma partiamo dall’inizio e proviamo a ricostruire tutta la storia.

Chi è Xavier Niel e i suoi collegamenti con Telecom

Appassionato da sempre di tecnologia, Xavier Niel scopre a soli  17 anni, capisce che il Minitel (l’antenato di Internet, in qualche modo) ha delle straordinarie potenzialità. Abbandona gli studi per fare il suo esordio (poco canonico) nel mondo degli affari: crea la prima società e si getta in un settore che gli pare funzionare, quello del sesso e degli incontri. Questo mondo, però, lo porta a finire in carcere (nel 2004), con accusa di prossenitismo e uso improprio di beni societari.

Mentre prova a trovare una soluzione ai suoi problemi legali, fonda Iliad e Free, credendo nel futuro di Internet. Il 1° novembre del 2002, Niel lancia la Freebox, un apparecchio rivoluzionario che consente la connessione a Internet, il collegamento telefonico e quello alla televisione. L’idea piace ai francesi e lìimprenditore riesce a conquistare una buona fetta di mercato. Diventato ricco, Xavier Niel scegli di investire (tra le altre cose) nei media e , insieme a Pierre Bergé e Matthieu Pigasse, compra Le Monde.

Xavier-Niel Telecom
Xavier Niel

A pochi anni di distanza, lancia Free Mobile: 19, 90 euro al mese, con telefonate illimitate verso numeri francesi e di altri 40 Paesi. Ancora una volta conquista i francesi e in pochi mesi conquista una una quota del 16% di mercato, diventando il terzo operatore francese.

La voglia di non accontentarsi lo fa spingere oltre i confini nazionali: sborsa 322 milioni per comprarsi Monaco Telecom, trasformata nel laboratorio tecnologico del gruppo, e 2,3 miliardi per il terzo operatore mobile svizzero Orange Suisse. Da Ottobre 2015 possiede l’11% di Telecom Italia.

Iliad e il futuro ingresso in Italia

Con una capitalizzazione di 11,2 miliardi (dati di ottobre 2015), Iliad si prepara a sbarcare in Italia, attraverso gli asset di telefonia mobile che Wind e 3Italia saranno costretti a cedere per ottenere il via libera dell’Antitrust europeo alla fusione. La società transalpina ha annunciato, in una nota, di aver sottoscritto un accordo con i gruppi Hutchinson e VimpelCom, “nel quadro del progetto di fusione delle loro filiali H3G e Wind, al fine di acquisire gli asset”, torri e frequenze, che la Commissione europea chiederà alla nuova società di cedere.

La compagnia di Niel “otterrebbe delle frequenze di telefonia mobile per 450 milioni, alcune antenne e un accordo di roaming”, spiega Le Monde, quotidiano francese di cui lo stesso Niel è azionista a titolo personale.

Sul possibile ingresso di Iliad nel mercato italiano, però, pesava il ruolo giocato da Niel in Telecom. Ed ecco la decisione del miliardario francese di fare un passo indietro, specificando che nella società italiana non ha nessuna quota con diritto di voto, ma soltanto un “marginale interesse finanziario (meno di 25 milioni di euro)” che sarà ceduto “nelle prossime settimane”.

Come farà Iliad ad entrare nel mercato italiano?

Torri Wind-3Facciamo un passo indietro. In questi giorni la Commissione Europea sta esaminando la fusione Wind-3: le due telco insieme potrebbero rappresentare un problema per la libera concorrenza, dal momento che possiedono torri in eccedenza. L’Ue quindi potrebbe portare sul mercato alcune torri di trasmissione e frequenze delle 2 società, mantenendo a 4 il numero di operatori strutturati.

Le due telco, provando anche ad accelerare la decisione della Commissione Europea che dovrebbe dare il suo ok per la fusione entro questa estate, hanno provato a giocare in anticipo, avviando già dei colloqui per valutare la cessione di alcuni asset (siti radio e frequenze) ad un operatore che sia diverso da Vodafone e TIM.
In una partita che sembrava giocarsi principalmente tra Fastweb e Tiscali, sembra aver avuto la meglio l’operatore francese.

La Commissione europea è stata impressionata dall’impatto di Iliad sui prezzi in Francia. La probabilità di un accordo e di un lancio commerciale in Italia è elevata” ha commentato a Le Monde Stéphane Beyazian, analista della Raymond James.

Telecom, Orange, Vivendi: possibile scambio azionario

Mentre si consumano i giochi per la discesa in campo di un quarto operatore nel mercato Telco italiano, si delinea anche un altro possibile scenario. Almeno secondo la stampa francese, Bolloré e il numero uno di Orange, Stéphane Richard, starebbero valutando la possibilità di uno scambio azionario.  Indiscrezioni della Banca d’affari Natixis, ipotizzano che Vivendi possa cedere il 10% di Telecom Italia per ottenere in cambio il 4% di Orange.

Lo scambio farebbe piacere ad Orange, che non vede l’ora di affermarsi come operatore europeo.

Telecom: crolla il titolo

Le incertezze interne all’azienda, con l’uscita di scena di Niel e l’ingresso di un possibile quarto operatore, pesano sul titolo di Telecom, che nella giornata del 6 luglio ha chiuso in ribasso del 10,8%, attestandosi su livelli di prezzo che riportano il titolo indietro fino alla seconda parte del 2013.

Non sono certo mesi facili per Telecom che, dopo aver perso la partita Metroweb, ora deve adeguarsi alle nuove pressioni concorrenziali che l’ingresso di Iliad porterà con sé. È necessaria una risposta della società di telefonia italiana, per evitare che il mercato continui a condurre le azioni Telecom al ribasso (un trend ribassista caratterizza l’andamento del titolo, dopo i massimi di fine 2015).

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