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Ecco perché il Tar fa attapirare Google e gioire l’Agcom

Che cosa ha sentenziato il Tribunale amministrativo regionale del Lazio sul ricorso di Google. Fatti e primi commenti “La sentenza contiene molte affermazioni suscettibili di sviluppi utili. Innanzitutto, fa riferimento a dati contabili ed extracontabili”: Così il commissario Agcom, Antonio Nicita, commenta la sentenza del Tar del Lazio su Google. Il colosso di Mountain View voleva di fatto…

“La sentenza contiene molte affermazioni suscettibili di sviluppi utili. Innanzitutto, fa riferimento a dati contabili ed extracontabili”: Così il commissario Agcom, Antonio Nicita, commenta la sentenza del Tar del Lazio su Google. Il colosso di Mountain View voleva di fatto sottrarsi all’obbligo di comunicare all’Authority presieduta da Angelo Maria Cardani l’entità dei ricavi che fattura in Italia.

LA DECISIONE DEL TAR

Ma il Tar del Lazio – che aveva ricevuto un ricorso di Google Ireland Limited e di Google Italy srl – si schiera dalla parte dell’Agcom. Le due società controllate da Google sono xcosì obbligate a condividere le informazioni “contabili ed extracontabili” perché altrimenti i poteri di controllo del Garante risulterebbero irrealizzati.

IL RICORSO RESPINTO

Google, davanti ai giudici del Tar, ha sostenuto – scrive Repubblica – che “condividere le informazioni avrebbe comportato spese ingenti e ingiuste. Google Ireland Limited – il braccio europeo della casa madre americana – ha aggiunto che è già tenuta a rispettare le norme irlandesi, dove ha la sede legale. E proprio non ce l’avrebbe fatta ad adeguarsi anche alle norme italiane”.

COSA AVEVA CHIESTO GOOGLE

Google Ireland Limited ha anche spiegato che la legge italiana non estende gli obblighi di comunicazione alle società prive della sede legale nel nostro Paese, “né li estende alle società che raccolgono pubblicità su Internet. La legge italiana imporrebbe l’obbligo solo ai settori tradizionali dell’editoria, della radio, della televisione”, aggiunge Repubblica.

L’AGCOM GONGOLA

Ma i giudici del Tar hanno rigettato le argomentazioni di Google sostenendo che il Garante delle Comunicazioni chiede ogni anno l’entità dei ricavi dell’anno precedente. In pratica, il Garante valuta la forza di qualsiasi azienda o editore rispetto alla torta generale dei ricavi nel campo della comunicazione. In questo modo – individuata la torta generale (il Sic, Sistema integrato di comunicazioni) e la consistenza di aziende ed editori – è in grado di contrastare o prevenire le posizioni dominanti.

CHE COSA DICE IL COMMISSARIO

“In realtà  – ha detto il commissario Agcom, Antonio Nicita, a Key4biz.it – la sentenza ci carica di responsabilità, perché ci toglie gli alibi e le cautele con le quali abbiamo finora dovuto affrontare i temi della regolazione dell’attività degli Over the top in Italia”. “Nonostante il ricorso pendente – ha aggiunto Nicita – non solo già da due anni pubblichiamo i dati di Google e Facebook, ma abbiamo anche avviato un lavoro congiunto sui big data con le Autorità per la Concorrenza e per la Privacy e abbiamo avviato un tavolo di autoregolamentazione per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali. Certo se il TAR avesse dato ragione a Google sull’informativa economica di sistema, avremmo dovuto fare marcia indietro e avremmo avuto più difficoltà a chiedere qualsiasi dato agli OTT”. Infine una chiosa pregna di scenari inediti: “La sentenza contiene molte affermazioni suscettibili di sviluppi utili. Innanzitutto, fa riferimento a dati contabili ed extracontabili”.

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