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Spotify Kinzen

Spotify, tutti i dettagli sullo sbarco (insolito) a Wall Street

Tutti i numeri di Spotify, la società svedese di streaming musicale prossima alla quotazione a Wall Street, e la probabile rimonta della rivale Apple Music. L’approfondimento di Chiara Rossi per Start Magazine Il gigante dello streaming musicale svedese Spotify ha depositato mercoledì i documenti per la quotazione alla Borsa di New York, che potrebbe raggiungere…

Il gigante dello streaming musicale svedese Spotify ha depositato mercoledì i documenti per la quotazione alla Borsa di New York, che potrebbe raggiungere il valore di oltre 1 miliardo di dollari. Ma il fatto che Spotify stia finalmente facendo la sua mossa non deve sorprendere rispetto al modo in cui la sta realizzando. La società che ha rivoluzionato lo streaming musicale prevede infatti una quotazione diretta piuttosto di una tradizionale offerta pubblica iniziale (Ipo), rinunciando all’opportunità di raccogliere più denaro, ma risparmiando su commissioni alle banche o broker per una normale quotazione. Questo spiega anche il motivo per cui nessuna banca è quotata come sottoscrittore.

In caso di successo, la società fondata da Daniel Ek diventerebbe la prima grande azienda a compiere una quotazione diretta, facendo da apripista alle aziende tecnologiche che vogliono scendere in Borsa.

UN’IPO SENZA IPO

Una quotazione diretta significa che non ci sarà un prezzo di offerta pubblico iniziale. Spotify ha fornito però alcune indicazioni basate sulle trattative private di azioni vendute e comprate pressoché tutti i giorni registrando un prezzo minimo di 95 dollari e un massimo di 127,50 dollari. Il valore della società si attesterebbe ben oltre i 23 miliardi.

TUTTI I NUMERI DEL SUCCESSO

159 milioni di utenti attivi mensili e 71 milioni di abbonati paganti alla fine di dicembre 2017. Gli abbonati premium sono cresciuti del 46% su base annua, in parte spinti dalla popolarità delle promozioni come il Family plan o Student plan, mentre gli utenti attivi mensili sono cresciuti del 29% su base annua.

La fonte del successo di Spotify sono gli oltre 200 petabyte di dati forniti dai suoi utenti: la loro analisi consente di personalizzare e curare il contenuto che trasmettono misurando le preferenze di un singolo utente rispetto a più di 40 diversi parametri. Inoltre, possono combinare il contesto situazionale, come l’ora del giorno e la posizione, per fornire consigli circa il contenuto appropriato al singolo utente basato sulla sua attività corrente.

APPLE MUSIC SI AVVICINA

A fronte dei 4 miliardi di dollari di fatturato nel 2017, la società svedese ha registrato anche una perdita di 1,4 miliardi di dollari e dopo ben 10 anni dalla sua nascita è tuttora non redditizio. Nonostante i 71 milioni di abbonati paganti, Spotify versa circa il 70% dei suoi guadagni in diritto d’autore alle case discografiche. L’operatore di streaming musicale che ti consiglia la playlist afferma di doppiare il numero di abbonati paganti del rivale Apple Music. Secondo il Wall Street Journal la Mela di Cupertino sta però guadagnando terreno velocemente, dovrebbe superare Spotify negli Stati Uniti già questa estate. Senza dimenticare che Apple Music è disponibile in 114 paesi, mentre Spotify solo in 61.

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