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Salvini

Scenari politici post elettorali. Che cosa si dice nel mondo della finanza

Quale maggioranza di governo si formerà nel prossimo Parlamento? E quali politiche economiche sono all’orizzonte? Sono alcune delle domande alle quali risponde in queste ora una nota scritta da Antonio Guglielmi, Head of Equity Markets di Mediobanca, che non intravvede rovesci sui mercati per il voto in Italia. Ecco che si legge nella nota di…

Quale maggioranza di governo si formerà nel prossimo Parlamento? E quali politiche economiche sono all’orizzonte? Sono alcune delle domande alle quali risponde in queste ora una nota scritta da Antonio Guglielmi, Head of Equity Markets di Mediobanca, che non intravvede rovesci sui mercati per il voto in Italia. Ecco che si legge nella nota di Guglielmi che come di consueto è finita nella posta elettronica di uomini della finanza e dei palazzi, non solo italiani.

COSA E’ SUCCESSO IL 4 MARZO

Non soltanto un Parlamento sospeso, dalle elezioni del 4 marzo emergono queste novità: la coalizione di centro-destra in pole position ma lontana da una maggioranza sicura; la Lega che ha affermato la propria supremazia su Forza Italia; il M5S primo partito d’Italia che domina il sud del Paese e il PD così debole da non immaginare nemmeno una coalizione con Berlusconi.

I MERCATI NON TREMANO

I mercati si sono dimostrati molto maturi evitando il panico di fronte a uno scenario di tale incertezza. Questo è dovuto a quattro ragioni chiave, secondo la nota dell’Istituto di Piazzetta Cuccia: la prima è la scomparsa dall’agenda politica italiana della possibilità di una rottura con l’euro. Una volta che tale rischio non rappresenta più una variabile, tutte le diverse opzioni di governo assumono un’importanza secondaria per il mercato, anche la più temuta di Salvini premier. In secondo luogo, c’è e persiste un atteggiamento costruttivo sulle aspettative di ripresa macroeconomica dell’Italia da parte degli investitori. Antonio Guglielmi, Head of Equity Markets di Mediobanca, ritiene che l’incertezza politica temporanea non mini il rialzo offerto dal mercato azionario italiano. Terzo, gli investitori hanno imparato a separare il grano dalla paglia per quanto riguarda la campagna elettorale, anticipando così un programma governativo molto più pragmatico e questo vale sia per la Lega e sia per i 5 Stelle. Infine, pare che Bruxelles stia preparando due soluzioni italian-friendly per il completamento dell’unione bancaria.

NESSUNA VOTAZIONE BIS

L’esperto di Mediobanca esclude a priori nuove elezioni (troppi parlamentari di tutti gli schieramenti covano l’interesse legittimo a proseguire la legislatura che li vede eletti). Il report rileva l’improbabilità di un governo M5-Lega: da un lato il Carroccio è pronto a prendere il timone della coalizione di centro destra, con Salvini che probabilmente erediterà il testimone da Berlusconi, dall’altro i Pentastellati hanno bisogno di credibilità e sostegno da parte di un partito tradizionale se vogliono arrivare a Palazzo Chigi e questo non può essere di certo La Lega. Senza dimenticare il forte divario emerso tra Nord e Sud dei rispettivi elettorati.

A MATTARELLA L’ARDUA SENTENZA

In extremis, al capo dello Stato spetterà l’ultima parola in caso di nessun accordo governativo: un nome super partes al di fuori del panorama politico in grado di attrarre potenzialmente consenso tra tutte le parti, un po’ “à la Monti” del 2012.

LA PROSSIMA AGENDA POLITICA

Un governo guidato da Matteo Salvini è l’ipotesi più probabile e la nota prospetta nel breve termine queste direzioni di marcia: un focus sulle fonti rinnovabili; un nuovo modello di business per la Rai più vicino alla rivale Mediaset; lo scorporo della rete da parte di Tim, la riduzione del divario digitale del paese; un piano delle infrastrutture dei trasporti concentrato su ferrovie e porti; allentamento della pressione fiscale per le imprese ad alta intensità di manodopera e orientate all’esportazione.

CAMBIO VERSO NELLE PARTECIPATE DELLO STATO

Enav, Enel, Eni, Fincantieri, Italgas, Leonardo, Mps, Poste Italiane, Rai Way, Saipem, Snam e Terna. Le dodici società quotate a Piazza Affari partecipate o controllate dallo Stato, direttamente o attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, rischiano di subire cambi al vertice con il nuovo governo, avvertono gli esperti di Mediobanca, Gli attuali vertici delle società sono stati nominati e confermati durante la precedente amministrazione del Pd. L’unico cda in scadenza quest’anno, tra le quotate, è quello di Saipem, che andrà rinnovato in occasione dell’assemblea di bilancio in primavera.

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