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Cina Isole Salomone

Ecco i nuovi obiettivi su deficit e Pil in Cina fissati da Li Keqiang

L’articolo di Andrea Pira, giornalista di Mf/Milano Finanza, su quanto detto dal premier Li Keqiang all’apertura della sessione annuale del Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese Anche nel 2018 la stabilità finanziaria sarà la priorità per Pechino. Stando al testo del discorso del premier Li Keqiang diffuso ieri prima dell’apertura della sessione annuale del Assemblea…

Anche nel 2018 la stabilità finanziaria sarà la priorità per Pechino. Stando al testo del discorso del premier Li Keqiang diffuso ieri prima dell’apertura della sessione annuale del Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese, la Cina ha fissato attorno al 6,5% il proprio obiettivo di crescita economica per l’anno in corso, contro il 6,9% registrato nel 2017. Qualità e stabilità sono le due priorità del nuovo governo che si appresta a iniziare un secondo mandato quinquennale. Perciò la decisione di confermare i target sui livelli dello scorso anno nonostante la crescita nel 2017 avesse superato le attesi. Quanto all’inflazione si prevede sarà attorno al 3%, target ritenuto « adeguato, considerando il fatto che l’economia cinese sta passando da una fase di rapida crescita a uno stadio di sviluppo di alta qualità», si precisa nel testo.

DOSSIER DEFICIT

Per la prima volta dal 2012, la dirigenza ha invece deciso di abbassare l’obiettivo sul rapporto deficit-pil che nel 2018 è stato portato al 2,6% rispetto al 3% degli ultimi due anni. Un’inversione di tendenza che a detta degli analisti riflette la volontà della dirigenza comunista di tenere sotto controllo l’indebitamento, in particolar modo quello delle amministrazioni locali. Rispetto a dodici mesi fa sono cambiate le priorità Il 2017 è stato infatti l’anno del Congresso del Partito comunista, chiamato a riconfermare il presidente Xi Jinping alla guida della seconda economia al mondo e a cementarne il potere anche dopo il 2023.

I MOTORI

Il Paese non poteva pertanto permettersi di arrivare all’appuntamento con una crescita in frenata come quella che aveva caratterizzato i trimestri precedenti. E pertanto la dirigenza si era mossa affinché i vecchi motori della crescita, export e infrastrutture, tornassero a contribuire all’espansione economica. Minor deficit non dovrebbe comunque voler dire minor impegno sul fronte infrastrutturale, per il quale il bilancio annuale stanzia circa 1.800 miliardi di yuan per le strade (284 miliardi di dollari); 1.000 miliardi per progetti idrici e 732 miliardi per le ferrovie. Il governo si è inoltre impegnato a un taglio delle tasse, che interesserà anche gli investitori stranieri, pari a circa 800 miliardi di yuan.

LA SPESA MILITARE

Destinata ad alimentare le tensioni con gli Stati Uniti è invece l’annunciato aumento della spesa militare per il 2018, pari a 175 miliardi di dollari. In percentuale rispetto al budget complessivo si tratta dell’8,1%, nel terzo anno consecutivo di aumenti «a singola cifra» che a detta degli analisti dovrebbe diventare la norma.

I CONTRASTI

Scelte strategiche destinate a fomentare i contrasti in particolare per le dispute nel mar Cinese meridionale, includendo i progetti sulle portaerei a propulsione nucleare entro il 2030, i super caccia e i missili balistici intercontinentali. Il premier non ha infine nascosto «problemi e incertezze» sulla economia globale, in un apparente riferimento alle decisioni dei dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio e alluminio.

(articolo di Mf/Milano Finanza)

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