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Cina

Come la Cina spia l’Europa. Attraverso Linkedin

La Cina avrebbe dato vita a dei profili Linkedin falsi per reclutare informatori   Si dice che anche i cinesi residenti all’estero non riescano a sfuggire al controllo e alla censura del Governo cinese. Secondo uno studio della University of Toronto Citizen Lab, gli account Wechat (un Whatsapp cinese) registrati con un numero di telefono…

La Cina avrebbe dato vita a dei profili Linkedin falsi per reclutare informatori

 

Si dice che anche i cinesi residenti all’estero non riescano a sfuggire al controllo e alla censura del Governo cinese. Secondo uno studio della University of Toronto Citizen Lab, gli account Wechat (un Whatsapp cinese) registrati con un numero di telefono cinese sono controllati in qualsiasi parte del mondo. Anche se cambiano numero (e mantengono lo stesso nome utente).

Ad essere controllati dal Governo, però, secondo le nuove accuse mosse dalla Germania non sarebbero solo i cittadini cinesi, ma anche i Governi Europei, In questo caso, però, WeChat non c’entra. Il mezzo tecnologico che Pechino sfrutterebbe per estorcere importanti informazioni governative sarebbe, come scrive il New York Times, Linkedin.

CinaUn’indagine dell’agenzia di intelligence tedesca (BfV) avrebbe provato che la Cina utilizza dei rpofili falsi per  raccogliere informazioni su politici e diplomatici tedeschi. Lily Wu, impiegata in un think tank nella Cina orientale, o Allen Liu, manager in una società di consulenza, tra gli altri, sarebbero i profili da cui guardarsi.

Attraverso Linkedin, la Cina sarebbe arrivata almeno a 10mila tedeschi, reclutandoli come informatori.

Come ha sostenuto il responsabile di BfV, Hans-Georg Maassen, questi account dimostrino le manovre della Cina per sovvertire la politica tedesca di alto livello. “Questo è un tentativo di ampio respiro di infiltrarsi in particolare nei parlamenti, nei ministeri e nelle agenzia governative”, avrebbe detto Hans-Georg Maassen.

La Cina ha smentito simili accuse di cyberspionaggio in passato e nella giornata di ieri, come scrive il quotidiano americano, Lu Kang, portavoce del ministero degli Affari esteri, avrebbe definito l’inchiesta “senza fondamento” e avrebbe esortato i funzionari tedeschi a “parlare e agire in modo più responsabile” . L’indagine avviata dall’agenzia di intelligence potrebbe essere solo il primo atto di una serie di indagini in tal senso.

Pechino, infatti, potrebbe replicare le stesse metodologie a livello europeo, controllando Francia, Italia e altri.  Secondo Reuters, infatti, alcuni dei profili si erano già mossi in direzione di politici di altri paesi europei.

 

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