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Spesa Pensioni

Italia sempre più vecchia. Quali conseguenze per le pensioni

Il calo delle nascite inciderà sulla percentuale di forza lavoro dei prossimi anni e sulle pensioni. Saranno i robot a salvarci? Sempre meno nascite, sempre più italiani che partono all’estero per cercare lavoro. Sempre più stranieri e aspettative di vita sempre più alte. È questa, in estrema sintesi, la fotografia fatta dall’Istat al Belpaese, per…

Il calo delle nascite inciderà sulla percentuale di forza lavoro dei prossimi anni e sulle pensioni. Saranno i robot a salvarci?

Sempre meno nascite, sempre più italiani che partono all’estero per cercare lavoro. Sempre più stranieri e aspettative di vita sempre più alte. È questa, in estrema sintesi, la fotografia fatta dall’Istat al Belpaese, per l’anno 2016. Questi trend, a meno di un cambio di rotta improvviso e veloce, avranno non poche conseguenze sulle nostre pensioni. Ma andiamo per gradi.

I numeri (demografici) dell’Italia

Non sono positivi i numeri dell’Italia, con il calo delle nascita e con un movimento migratorio che cresce rispetto al 2015. Segni di un forte disagio sociale. Al 31 dicembre 2016 risiedono in Italia 60.589.445 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera (l’8,3% dei residenti a livello nazionale).

nascitaCome scrive l’Istat, prosegue nel 2016 la diminuzione dei residenti già riscontrata l’anno precedente. Il saldo complessivo è negativo per 76.106 unità, determinato dalla flessione della popolazione di cittadinanza italiana (96.981 residenti in meno) mentre la popolazione straniera aumenta di 20.875 unità. Tuttavia, all’interno della popolazione straniera la componente femminile diminuisce per la prima volta dagli anni Novanta quando l’Italia è diventata Paese di immigrazione.

Come già accennato, continua il calo delle nascite in atto dal 2008. Per il secondo anno consecutivo i nati sono meno di mezzo milione (473.438, -12 mila sul 2015), di cui più di 69 mila stranieri (14,7% del totale), anch’essi in diminuzione.I decessi sono stati oltre 615 mila, circa 32 mila in meno rispetto al 2015, anno record della mortalità, ma in linea con il trend di crescita degli anni precedenti, dovuto all’invecchiamento della popolazione.

Numeri, questi, che portano a registrare un saldo negativo del movimento naturale della popolazione (nati meno morti), per quasi 142 mila unità. Il saldo naturale, invece, resta positivo per i cittadini stranieri (quasi 63 mila unità), mentre per i residenti italiani il deficit è molto ampio e pari a 204.675 unità.

Sempre più giovani abbandonano il Belpaese: il movimento migratorio con l’estero fa registrare un saldo positivo di circa 144 mila unità, in aumento rispetto all’anno precedente.Continuano a crescere anche le acquisizioni di cittadinanza: nel 2016 i nuovi italiani sono più di 200 mila.

Quali conseguenze per lavoro e pensioni?

pensioneI dati sopra ci obbligano ad alcune riflessioni in tema di economia e lavoro. I numeri, infatti, giustificano e confermano le proiezioni sulla popolazione in età da lavoro. Cosa significa? Significa che nel 2040 la popolazione in età di lavoro sarebbe pari al 56,9% del totale della popolazione (nel 2015 questo dato era pari al 64,5% della popolazione).

Traducendo la percentuale, tra poco più di vent’anni, a lavorare saranno sempre meno persone. E queste saranno chiamate a pagare le pensioni a grandi coorti di baby boomers: gli over 64enni saranno oltre il 31% del totale contro il 27,7% del 2015. Sempre meno lavoratori pagheranno la pensione a sempre più pensionati.

Saranno i robot a salvarci

Nei prossimi anni, i robot entreranno di forza nella nostra vita, sostituendoci al lavoro e facendo le nostre veci in azienda.

E’ l’ultimo rapporto del McKinsey Global Institute a darci un’idea di quello che potrebeb accadere in futuro. In uno studio approfondito sugli effetti dei robot, la società di ricerca ha tracciato e analizzato gli anni a venire di 2000 singole attività (per intenderci, non fa riferimento alla categoria agricoltore, ma parla di “addetto alle macchine agricole”, di “tornitore”, etc).

La ricerca dimostra che ben il 49% delle attività (che producono salari complessivi per annui per 15.8 miliardi di dollari), grazie alle attuali tecnologie, potrebbe essere svolto dai robot. Meno del 5% del totale professioni potrà essere completamente automatizzato e nel 60% dei lavori, il 30% delle attività potranno essere svolte automaticamente da robot.

robotSe questi numeri preoccupano i più, tanto che Bill Gates ha pensato di tassarli, è vero anche che non tutto il male vien per nuocere. E proprio i robot, almeno per l’Italia futura, potranno rappresentare una soluzione alla mancanza di forza lavoro.

Un precedente, in tal senso, c’è già. Il Giappone è un Paese sempre più vecchio e ad immigrazione zero. Trovare un dipendente diventa davvero difficile e complicato, una vera impresa che spesso, però, non porta ad alcun risultato positivo. Non resta che assumere robot.

Secondo un report della Bank of Japan, le aziende del Sol Levante sono pronte a sostituire i propri dipendenti con automi. In particolare, le società tra i 100 milioni di yen e un miliardo di fatturato, come scrive la Banca, hanno deciso di incrementare del 17,5% i loro investimenti in robotica nel 2017.

“La percentuale di spesa dedicata a diventare più efficienti sta aumentando a causa della mancanza di lavoratori”, ha dichiarato Seiichiro Inoue, direttore dell’ufficio per la politica industriale del ministero giapponese dell’Economia.

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