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Assicurazioni Generali, Allianz e Zurich. Ecco perché Antitrust e Ivass scandagliano

Tutte le informazioni e i numeri sull’iniziativa delle due authority nell’articolo di Michelangelo Colombo per Start Magazine Ivass e Antitrust spulciano le assicurazioni a caccia di eventuali clausole vessatorie nelle polizze su infortuni e malattie. O meglio, sono tre i gruppi assicurativi sui quali le due authority stanno indagando: Generali Italia, Zurich e Allianz. Ecco…

Ivass e Antitrust spulciano le assicurazioni a caccia di eventuali clausole vessatorie nelle polizze su infortuni e malattie. O meglio, sono tre i gruppi assicurativi sui quali le due authority stanno indagando: Generali Italia, Zurich e Allianz. Ecco tutti i dettagli su nomi, ipotesi e scenari dopo l’iniziativa intrapresa dall’Antitrust presieduta da Giovanni Pitruzzella e dall’Ivass presieduta da Salvatore Rossi.

L’INIZIATIVA DI PITRUZZELLA E ROSSI

Vediamo i fatti. L’Antitrust ha avviato nei confronti delle compagnie assicurative Generali Italia, Zurich Insurance Company e Allianz un’istruttoria per accertare la vessatorietà di alcune clausole contenute nelle polizze infortuni e malattia dei gruppi Generali, Zurich e Allianz. E in contemporanea l’Ivass (l’authority che vigila sul mondo assicurativo) è intervenuto su tutte le imprese di assicurazione con una lettera al mercato richiamando la necessità di verificare la presenza di tali clausole nelle polizze descritte e, nel caso, a modificarle entro 120 giorni.

LE CLAUSOLE NEL MIRINO

Si tratta di clausole – notano gli esperti – che non consentono agli eredi dell’assicurato di subentrare nel diritto all’indennizzo qualora il loro congiunto muoia per causa diversa da quella che ha determinato l’invalidità e prima che la compagnia abbia effettuato i propri accertamenti medici sui postumi permanenti dell’invalidità. Come detto, sul tema Ivass e Antitrust hanno svolto un’azione coordinata.

I DETTAGLI

Oggetto del provvedimento – si legge nella comunicazione di Ivass al mercato – sono quelle “clausole che non consentono agli eredi dell‘assicurato di subentrare nel diritto all‘indennizzo qualora il loro congiunto muoia per causa diversa da quella che ha determinato l‘invalidità prima che la compagnia abbia accertato” l‘invalidità. Secondo le due autorità “attraverso tali clausole, da un lato, la compagnia si autoassegna termini discrezionali, in genere molto lunghi (fino a 18 mesi), per svolgere gli accertamenti medici, e dall‘altro, si prevede l‘intrasmissibilità dell‘indennizzo agli eredi se l‘assicurato muore prima che la compagnia stessa abbia svolto tali accertamenti” Inoltre – spiega la nota–  non viene consentito “agli eredi neanche di dimostrare in altro modo che nel frattempo l‘invalidità del loro congiunto si era consolidata, ad esempio attraverso certificati rilasciati dalle Asl o altre strutture”.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Un business, quello oggetto dell’indagine delle due authority, “che in Italia vale poco più di 5 miliardi di euro all’anno (5,3 miliardi nel 2016 e 3,7 miliardi al terzo trimestre 2017), contro un giro d’affari complessivo del comparto danni di 36 miliardi. Si tratta quindi di una fetta importante, circa il 15% dei premi totali, sebbene non cruciale come la polizza auto”, scrive il Sole 24 Ore. “Il segmento – aggiunge il quotidiano economico-finanziario – anche in prospettiva, ha però la sua rilevanza, tanto che negli ultimi anni risulta essere in costante crescita: nel 2016, per esempio, è balzato del 4,6% dopo che nel 2015 aveva incamerato un progresso dell’1,5%. Anche i dati del 2017, disponibili fino al terzo trimestre, descrivono una dinamica positiva e in ascesa del 4,6%”.

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