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FINTECH

Fintech, le linee guida della Bce

La Banca Centrale europea ha pubblicato le prime linee guida per le aziende Fintech     L’Europa crede nel Fintech. E mentre l’Unione decide di stanziare ben 5,5 milioni di euro per garantire lo sviluppo della blockchain e delle startup che stanno lavorando alla tecnologia, la Bce pubblica delle linee guida per le aziende di…

La Banca Centrale europea ha pubblicato le prime linee guida per le aziende Fintech

 

 

L’Europa crede nel Fintech. E mentre l’Unione decide di stanziare ben 5,5 milioni di euro per garantire lo sviluppo della blockchain e delle startup che stanno lavorando alla tecnologia, la Bce pubblica delle linee guida per le aziende di settore. Ma andiamo per gradi.

Le linee guida della Bce

fintechIl fintech trova il suo posto nel mondo. O almeno questo è l’obiettivo delle linee guida pubblicate dalla Banca centrale europea sulla gestione e la vigilanza delle licenze bancarie legate al settore della finanza tecnologica. Le linee guida, ovviamente, sono solo il primo passo per la regolamentazione definitiva del settore e, attualmente, sono in fase di approvazione.

La Bce, infatti, ha fornito le sue indicazioni preliminari in materia. Queste saranno poi discusse nel corso di una consultazione pubblica che si chiuderà il 2 novembre. Il 20 dicembre ci sarà la pubblicazione della versione definitiva. Vediamo quali sono le prime proposte.

Governace e azionariato

Le società fintech che intendono ottenere una licenza bancaria devono avere nel proprio esecutivo e negli organi di controllo persone con “rilevanti conoscenze”, non solo in ambito finanziario ma anche tecnologico, con un livello proporzionato “alla complessita’ del modello di business” proposto.

Dal punto di vista dell’azionariato, invece, la Bce riconosce la singolarità delle banche fintech, spesso partecipate da fondatori, venture capital e incubatori, ovvero da soggetti molto diversi rispetto alla composizione dei tradizionali azionariati bancari. La Banca, però, prima di concedere la licenza, si riserva di valutare “la reputazione degli azionisti, sia in termini di integrità sia di competenza”, verificando l’esistenza “di un’adeguata struttura di governance” (compresa la presenza di consiglieri indipendenti).

Le banche fintech, poi, sono tenute ad illustrare il proprio modello di business e i meccanismi che portano alla decisione di concedere o negare un prestiti, indicando i dati utilizzati e i criteri per la definizione del “credit scoring” (che dovranno adattarsi al Paese in cui la società opera). In caso in cui i dati per la valutazione del rischio di credito siano reperiti attraverso partner esterni, la Bce valutera’ anche la loro affidabilità.

Solidità tecnologica

fintechLe valutazioni della Bce non si fermano all’ambito finanziario. La Banca centrale, infatti, valuterà anche la solidità tecnologica della società, in modo da “minimizzare i cyber-rischi”. Le linee guida prevedono un esame dell’infrastruttura IT, delle procedure previste in caso di attacco e degli eventuali fonti di risarcimento nei confronti degli utenti compromessi.

Presentazione di un exit plan

A “differenza degli istituti tradizionali, lo sviluppo futuro delle banche fintech non è sempre chiaro” vista anche la limitata presenza di dati storici. La Banca Centrale, dunque, intende chiedere la presentazione di un “exit plan” alle aziende fintech, ovvero un progetto di gestione da adottare, senza mettere a rischio i clienti, qualora la società decidesse di cessare la propria attività.

Capitale e solvibilità

Prima di ottenere la licenza bancaria, le società fintech devono dimostrare l’adeguatezza del capitale iniziale “tenendo conto dell’elevato rischio di perdite nella fase di startup”. In sostanza, le linee guida, propongono di valutare anche gli scenari meno ottimistici.

Europa: 5,5 milioni di euro per startup blockchain

L’Unione Europea punta più di 5,5 milioni di euro su fintech e blockchain, la tecnologia che è alla base, tra le altre cose, del sistema di scambio del bitcoin. L’investimento punta allo sviluppo delle startup di settore.

Otto, in realtà, quelle fortunate, incluse nel quadro di Horizon 2020, che hanno ricevuto fondi per lo sviluppo di applicazioni innovative basate sulla blockchain e sul Fintech. Tra queste ci sono Signaturit, Authenteq e The Billon Group che hanno ottenuto nuovi fondi da un milione a testa per lo sviluppo di applicazioni di identità digitale, pagamenti e altro ancora.

Non solo. Secondo le indiscrezioni di agosto 2017, la Commissione è a lavoro su una nuova gara in parallelo con i fondi di Horizon 2020. Si chiama “Blockchains for Social Good”, per mettere in concorrenza diverse idee e startup sul tema dei potenziali utilizzi sociali della blockchain.

Se la Cina bandisce la tecnofinanza

E se l’Europa crede nel Fintech, la Cina no. La tecnofinanza spaventa Pechino, che ha deciso di mettere al bando il Bitcon e tutti i prodotti finanziari di nuova generazione che raccolgono consensi tra i piccoli risparmiatori.

Si tratta, in realtà, solo di una mossa politica. In vista del congresso annuale del Partito comunista cinese a ottobre, infatti, le autorità intendono dimostrare che si preoccupano degli interessi della gente comune, dei loro risparmi e della loro situazione finanziaria. Il congresso, infatti, stabilirà la prossima leadership del paese.

E così, che la Cina ha imposto, per esempio, limiti sulla crescita dei fondi comuni di investimento che si basano su transazioni tramite smartphone, il divieto di raccogliere fondi tramite criptovalute come i bitcoin e la chiusura delle Borse online per lo scambio di bitcoin.

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