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Vi racconto il dramma fiscale della fatturazione elettronica

Il post del commercialista Giuliano Mandolesi, blogger di Start Magazine, sulla fatturazione elettronica Tecnologia è sinonimo di innovazione, velocità e riduzione dei costi ma spesso quando si abbina al fisco produce effetti totalmente contrari. Sulla scia dell’informatizzazione del sistema fiscale, infatti, dopo i tanto tragici quanto previsti accadimenti dello spesometro 2017 infatti, un nuovo preannunciato…

Tecnologia è sinonimo di innovazione, velocità e riduzione dei costi ma spesso quando si abbina al fisco produce effetti totalmente contrari. Sulla scia dell’informatizzazione del sistema fiscale, infatti, dopo i tanto tragici quanto previsti accadimenti dello spesometro 2017 infatti, un nuovo preannunciato dramma si profila all’orizzonte del fisco italiano: la fattura elettronica.

Questo strumento, già da qualche anno obbligatorio in caso di rapporti con la pubblica amministrazione, dal primo luglio sarà infatti previsto tassativamente anche per le cessioni di benzina e gasolio e verrà ampliato a tutte le operazioni tra soggetti business dal 1 gennaio 2019. Prima di sviscerare le problematiche relative all’applicazione della E-fattura nella vita quotidiana di imprese e professionisti, vanno però analizzati e compresi anche i motivi della sua introduzione.

Il principale è quello della riduzione del tax gap iva, ovvero l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto, serissimo problema che riguarda l’intera comunità europea e di cui l’Italia è tristemente protagonista con circa 35 miliardi di buco nel recupero dell’imposta. Sulla base degli ultimi dati pubblicati dall’Unione Europea, l’evasione IVA all’interno della comunità è impressionante, ben 151,5 miliardi di imposta evasa, quasi il 12% di quella complessivamente incassata ed il gap italiano incide per un addirittura il 23% del totale.

Appare chiaro che una soluzione va necessariamente trovata e molto si punta proprio sulla fatturazione elettronica che aiuterebbe non solo a ridurre il tax gap iva nel suo complesso grazie alla “tracciabilità” di tutte le operazioni ma renderebbe anche più veloce la riscossione del tributo vista la disponibilità immediata del dati relativi alle operazioni stesse. Ma a che prezzo però? I problemi infatti sono molti, da quelli puramente economici a quelli prettamente pratici.

Primo tra tutti è quello relativo ai costi: molte piccole medie imprese infatti dovranno dotarsi di software per gestire la fatturazione o abbonarsi a portali online che forniscono il servizio, in poche parole nuovi oneri da sostenere che si sommano ai già moltissimi relativi agli vari obblighi fiscali, burocratici e contabili e con l’ulteriore rischio che i molti contribuenti meno informatizzati saranno costretti a esternalizzare completamente la fatturazione pagando professionisti o agenzie di servizi e sostenendo costi enormi.

Ulteriore problematica di non poco conto è quella prettamente pratica, che impatterà nella vita lavorativa di tutti i giorni delle imprese e dei suoi clienti poiché la fattura elettronica prevede procedure di inserimento dati più lunghe e complesse rispetto ad una classica fattura e occorre necessariamente un supporto informatico per produrla. In poche parole tutti gli operatori si dovranno dotare di un pc ed in molti casi, per non perdere efficienza nella velocità di servizio della clientela, anche di personale dedicato unicamente al processo di produzione della E-Fattura, con ulteriori ingenti costi da sostenere.

Un chiaro esempio di come la procedura sia complessa e lunga viene è proprio da coloro che si interfacceranno per prima con la E-FATTURA ovvero i distributori di benzina che dal primo luglio dovranno non solo erogare il servizio, ma mettersi poi al pc, chiedere i dati al cliente, fare la fattura e inviarla al sistema dedicato dell’agenzia delle entrate, con sicure lunghe file di attesa e correlati danni economici. Per non parlare poi del non trascurabile problema di chi volesse fare un rifornimento di carburante notturno self service che si troverebbe nell’assurda situazione di non poter ottenere la fattura elettronica e sarebbe dunque danneggiato dalla mancata possibilità di detrarre l’iva per mancanza del documento. Conferma di quanto detto è proprio l’enorme lavoro che in questi giorni sta facendo dell’Agenzia delle Entrate per risolvere questi problemi pratici con soluzioni per ora dubbie ed in bozza, come l’utilizzo di app con codici QR, che taglierebbero però nuovamente fuori i meno informatizzati.

Insomma è chiaro che ci troviamo davanti l’ennesimo caso in cui il costo dell’evasione viene traslato dalla Stato sulla collettività con altri oneri ed adempimenti divenuti ora insopportabili e vera palla al piede per un rilancio dell’economia ed il cui totale snellimento è forse più importante dello stesso recupero del tax gap iva.

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